“Germinal”: da Magazzino Italian Art uno sguardo inedito sulle opere rivoluzionarie di Mario Schifano

COLD SPRING\ aise\ - Prosegue l’omaggio di Magazzino Italian Art a Cold Spring, New York, a Mario Schifano (1934-1998), artista, regista e musicista dalla travolgente inventiva, del quale lo spazio espositivo ospiterà una nuova rassegna di opere.
Curata da Filippo Fossati, direttore di Magazzino, in collaborazione con l’Archivio Mario Schifano e l’Archivio Maurizio Calvesi, la mostra dal titolo “Germinal”, termine con cui lo stesso artista definiva i dipinti di grande potenza generativa, sarà di scena a Magazzino, nel Padiglione Robert Olnick, dal 23 marzo al 9 agosto.
“Questa mostra”, osserva Filippo Fossati, “presenta opere “germinali” realizzate nell’arco di un decennio, dal 1960 al 1970, un periodo di grande fermento sociale, economico, politico e artistico, al quale Schifano partecipò attivamente. In quegli anni, con il suo forte carisma e la sua effervescenza, Schifano si distinse come uno degli artisti più famosi in Italia e come figura altrettanto apprezzata all’estero. La sua è un’arte concepita per tutti e non soltanto per una ristretta élite”.
In linea con questo spirito aperto e dinamico, Magazzino sta progettando una serie di eventi e attività, tra cui proiezioni di film, pubblicazioni, dibattiti e altro ancora, che si svolgeranno sia nella sede di Magazzino sia presso le istituzioni partner per tutta la durata della mostra. Il programma sarà annunciato a breve.
Intanto “Germinal” si apre con una serie di quadri monocromi con cui Schifano si presentò nel 1960: campiture di un solo colore, dipinte a smalto. I titoli, destinati ad accendere l’immaginazione del visitatore, rivelano la poliedricità del pensiero di Schifano, dal jazz (Musica di Ornette) al movimento e all’eccitazione della Roma contemporanea (Piazza del Popolo) passando per la storia dell’arte (Venere di Milo). Al lato opposto dei dipinti monocromi si trovano alcune opere dei primi anni Sessanta in cui le superfici monocromatiche, come spiega Fossati, “cominciano a popolarsi di segnali, numeri, lettere, segni, forme, marchi e note”. Tra queste, anche i dipinti che hanno incorporato il famoso logo della Coca-Cola, considerato da Schifano una “propaganda” per la penetrazione in Italia del consumismo industriale statunitense.
“Germinal” prosegue con opere realizzate tra il 1965 e il 1970, periodo in cui Schifano raggiunse lo status di superstar della pop art italiana. Tra queste opere spiccano i dipinti della serie Futurismo rivisitato, in cui Schifano guarda al movimento d’avanguardia italiano del primo Novecento per trarne ispirazione, sostenendo che i futuristi sono stati “pionieri nel catturare il silenzio, il rumore o l’essenza di uno stato d'animo”. Accogliendo questa sfida, come ricorda Fossati, Schifano si chiede in effetti se sia possibile “rappresentare la vita come un caleidoscopio” e allo stesso tempo “indicare le intrinseche strutture di questo apparente caos”.
“Germinal” è dedicata alla memoria del critico e storico dell’arte Maurizio Calvesi (1927-2020) e di sua moglie, la scrittrice, editrice e direttrice di museo Augusta Monferini (1934-2022), che per primi hanno proposto una mostra negli Stati Uniti incentrata sull’opera di Schifano. Magazzino ha ripreso questo progetto per la prima volta con la mostra “Mario Schifano: The Rise of the '60s”, a cura di Alberto Salvadori, tenutasi dal 14 settembre all’8 gennaio scorsi. Avvalendosi di molte delle stesse 80 opere, “Germinal” offre una visione completamente nuova e diversa del lavoro di Schifano, vista dalla prospettiva di Filippo Fossati che per quarant’anni ha rappresentato un ponte tra l’arte contemporanea italiana e quella internazionale.
Magazzino Italian Art è un museo e centro di ricerca per la promozione dell’arte italiana contemporanea e del secondo dopoguerra negli Stati Uniti. Il museo, che si trova a Cold Spring, nello stato di New York è stato fondato dai due collezionisti e mecenati Nancy Olnick e Giorgio Spanu, che a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso hanno messo insieme una vasta collezione di arte italiana moderna e contemporanea.
Nel 2017 è stato inaugurato il primo edifico del museo, progettato dall’architetto Miguel Quismondo, inserito in un’ampia area verde di Hudson Highlands, con una mostra dedicata a Margherita Stein, fondatrice della storica Galleria Christian Stein a Torino e imprescindibile sostenitrice degli artisti associati all'Arte Povera, movimento che riveste un ruolo centrale nella Collezione Olnick Spanu dei fondatori di Magazzino Italian Art.
Nel 2023, Magazzino ha inaugurato il Centro di Ricerca Germano Celant, dedicato al critico e storico dell'arte che diede il nome all'Arte Povera. A settembre del 2023 è stato aperto al pubblico il nuovo Robert Olnick Pavilion, progettato dagli architetti Alberto Campo Baeza e Miguel Quismondo, e intitolato alla memoria del padre di Nancy Olnick. Nel nuovo padiglione trovato spazio anche una sala polifunzionale, un nuovo shop e il Café Silvia che propone la cucina italiana dello chef lombardo Luca Galli. (aise)