Papa Francesco: apriamo le porte del cuore e della mente al Signore

ROMA\ aise\ - “Apriamo le porte del cuore e della mente al Signore”, come fece Maria, che “interamente al servizio della Parola di Dio, sempre con il Signore, al quale si affida completamente”. Questo il messaggio di Papa Francesco a fedeli e pellegrini giunti ieri, 8 dicembre, in piazza San Pietro per assistere all’Angelus nella solennità dell’Immacolata Concezione.
“Il Vangelo ci racconta uno dei momenti più importanti, più belli, nella storia dell’umanità: l’Annunciazione (cfr Lc 1,26-38), quando il “sì” di Maria all’Arcangelo Gabriele permise l’Incarnazione del Figlio di Dio, Gesù”, ha esordito Bergoglio. “È una scena che suscita la più grande meraviglia e commozione perché Dio, l’Altissimo, l’Onnipotente, per mezzo dell’Angelo dialoga con una giovane di Nazaret, chiedendone la collaborazione per il suo progetto di salvezza”.
“Come nella scena della creazione di Adamo dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, dove il dito del Padre celeste sfiora quello dell’uomo, così anche qui, l’umano e il divino si incontrano, all’inizio della nostra Redenzione, si incontrano con una delicatezza meravigliosa, nell’istante benedetto in cui la Vergine Maria pronuncia il suo sì”, ha proseguito il Papa. “Lei è una donna di un piccolo paese periferico e viene chiamata per sempre al centro della storia: dalla sua risposta dipendono le sorti dell’umanità, che può tornare a sorridere e a sperare, perché il suo destino è stato posto in buone mani. Sarà Lei a portare il Salvatore, concepito dallo Spirito Santo”.
“Maria, dunque, come la saluta l’Arcangelo Gabriele, è la “piena di grazia” (Lc 1,28), l’Immacolata, interamente al servizio della Parola di Dio, sempre con il Signore, al quale si affida completamente”, ha spiegato Francesco. “In lei non c’è nulla che faccia resistenza alla sua volontà, nulla che si opponga alla verità e alla carità. Ecco la sua beatitudine, che tutte le generazioni canteranno. Rallegriamoci anche noi perché l’Immacolata ci ha donato Gesù che è la nostra salvezza!”
Il Santo Padre ha quindi invitato i fedeli a riflettere su questo “mistero” e a chiedersi: “nel nostro tempo, agitato da guerre e concentrato nello sforzo di possedere e dominare, io dove ripongo la mia speranza? Nella forza, nel denaro, negli amici potenti? Ripongo lì la mia speranza? Oppure nella misericordia infinita di Dio? E di fronte ai tanti falsi modelli luccicanti che circolano nei media e in internet, dove cerco io la mia felicità? Dov’è il tesoro del mio cuore? Sta nel fatto che Dio mi ama gratuitamente, che il suo amore sempre mi precede, ed è pronto a perdonarmi quando ritorno pentito a Lui? In quella speranza filiale nell’amore di Dio? Oppure mi illudo nel cercare di affermare a tutti i costi il mio io e la mia volontà?”.
“Mentre si avvicina l’apertura della Porta Santa del Giubileo, apriamo le porte del cuore e della mente al Signore”, ha infine esortato Bergoglio. “Lui è nato da Maria Immacolata: imploriamo l’intercessione di Maria. E vi do un consiglio. Oggi è un bel giorno per decidersi a fare una buona Confessione. Se oggi non potete andare, in questa settimana, fino a domenica prossima, aprite il cuore e il Signore perdona tutto, tutto, tutto. E così nelle mani di Maria saremo più felici”.
Al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha rivolto una “preghiera per la Chiesa e il popolo del Nicaragua, che celebra la Purissima, come Madre e Patrona, e innalza a Lei un grido di fede e di speranza. Che la Madre celeste sia per loro di consolazione nelle difficoltà e nelle incertezze, e apra i cuori di tutti, affinché si cerchi sempre la via di un dialogo rispettoso e costruttivo al fine di promuovere la pace, la fraternità e l’armonia nel Paese”.
“E continuiamo a pregare per la pace”, ha aggiunto, “nella martoriata Ucraina, in Medio Oriente – Palestina, Israele, Libano, adesso la Siria –, in Myanmar, Sudan e dovunque si soffre per la guerra e le violenze. Faccio appello ai Governanti e alla Comunità internazionale, perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra”, ha concluso. (p. di dionisio\aise)