Papa Francesco: siate seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo

Crediti Vatican Media

ROMA\ aise\ - Siate “seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo” e della parola di Dio. Questo il messaggio che Papa Francesco ha affidato ieri, 16 giugno, a fedeli e pellegrini raccolti in piazza San Pietro per assistere alla recita domenicale dell’Angelus.
“Oggi il Vangelo della liturgia ci parla del Regno di Dio attraverso l’immagine del seme (cfr Mc 4,26-34)”, ha esordito Bergoglio. “Varie volte Gesù usa questa similitudine (cfr Mt 13,1-23; Mc 4,1-20; Lc 8,4-15) e oggi lo fa invitandoci a riflettere in particolare su un atteggiamento importante collegato con l’immagine del seme, e l’atteggiamento è l’attesa fiduciosa. Infatti, nella semina, per quanto il contadino sparga ottima e abbondante semente e per quanto prepari bene la terra, le piante non spuntano subito: ci vuole tempo e ci vuole pazienza! Perciò”, ha continuato il Papa, “è necessario che, dopo aver seminato, egli sappia attendere con fiducia, per permettere ai semi di aprirsi al momento giusto e ai germogli di spuntare dal terreno e di crescere, abbastanza forti da garantire, alla fine, un raccolto abbondante (cfr vv. 28-29). Sottoterra il miracolo è già in atto (cfr v. 27), c’è uno sviluppo enorme ma è invisibile, ci vuole pazienza e nel frattempo è necessario continuare a curare le zolle, annaffiarle e tenerle pulite, nonostante in superficie sembra che non succeda nulla”.
“Anche il Regno di Dio è così”, ha spiegato Francesco. “Il Signore mette in noi i semi della sua Parola e della sua grazia, semi buoni e abbondanti, e poi, senza mai smettere di accompagnarci, aspetta con pazienza. Il Signore continua a prendersi cura di noi, con la fiducia di un Padre, ma ci dà tempo – il Signore è paziente – affinché i semi si aprano, crescano e si sviluppino fino a portare frutti di opere buone. E questo perché vuole che nel suo campo nulla vada perduto, che tutto giunga a piena maturazione; vuole che tutti noi possiamo crescere come spighe cariche di chicchi. Non solo. Facendo così, il Signore ci dà un esempio: insegna anche a noi a seminare fiduciosamente il Vangelo là dove siamo e poi ad attendere che il seme gettato cresca e porti frutto in noi e negli altri, senza scoraggiarci e senza smettere di sostenerci e aiutarci a vicenda anche là dove, nonostante gli sforzi, ci sembra di non vedere risultati immediati. Spesso infatti anche tra noi, al di là delle apparenze, il miracolo è già in atto e a suo tempo porterà frutti abbondanti!”.
Facendo appello alla Vergine Maria, “che ha accolto e fatto crescere in sé il seme della Parola”, affinché “ci aiuti ad essere seminatori generosi e fiduciosi del Vangelo”, Bergoglio ha concluso la recita dell’Angelus rivolgendo come sempre il suo pensiero all’attualità internazionale.
“Continuano a giungere notizie dolorose di scontri e massacri compiuti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo”, ha detto, rivolgendo il suo “appello alle autorità nazionali e alla comunità internazionale, affinché si faccia il possibile per la cessazione delle violenze e per la salvaguardia della vita dei civili. Tra le vittime, molti sono cristiani uccisi in odium fidei. Sono martiri. Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza”, ha concluso il Papa, senza dimenticare una preghiera “per la pace in Ucraina, in Terra Santa, in Sudan, Myanmar e dovunque si soffre per la guerra”. (p.di dionisio\aise)