Tregua in Libano: tacciono le armi e anche Hamas si dice pronto ad un accordo
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ROMA\ aise\ - Dopo due mesi di guerra aperta tra l'esercito di Israele e l'organizzazione libanese Hezbollah, alle 3 ora italiana (le 4 ora locale) è entrato in vigore il cessate il fuoco in Libano.
La tregua era stata annunciata dal primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, che ha accettato e dato il via libera alla proposta avanzata dagli Stati Uniti.
I bombardamenti di Israele su Beirut e il lancio di droni da parte di Hezbollah su Tel Aviv sono proseguiti sino all’ultimo minuto prima dell’inizio della tregua. Poi questa mattina migliaia di persone sono scese in strada in Libano per festeggiare l'accordo.
Dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, anche Hamas ha affermato di esser “pronto” per la tregua a Gaza e per “un serio accordo di scambio di prigionieri”.
“L'Italia accoglie con favore l'annuncio di un cessate il fuoco in Libano, obiettivo per cui il Governo era da tempo impegnato”, è stato il primo commento della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. “Il cessate il fuoco offre ora l'opportunità per la stabilizzazione del confine tra Israele e il Libano e il ritorno degli sfollati alle loro case”, ha aggiunto, sottolineando che “la piena applicazione della risoluzione 1701 costituisce la strada maestra per giungere a questo obiettivo”.
“Insieme ai partner UE e G7 l'Italia continuerà a lavorare in questa direzione”, ha assicurato Meloni, “attraverso la presenza del nostro contingente all'interno di UNIFIL, che non ha mai lasciato le proprie postazioni durante questi mesi di combattimenti, e continuando a svolgere un ruolo guida nel sostegno internazionale alle Forze Armate libanesi”.
Lo ha confermato anche il vice presidente e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, accogliendo la notizia in chiusura del G7 Esteri a Fiuggi e Anagni. Tajani si è detto “orgoglioso” che l’Italia abbia dato “un contributo determinante a questo importante risultato per la pace in Medio Oriente” e, ha aggiunto, “continueremo a lavorare per rafforzare la stabilità nel mondo”. (aise)