von der Leyen: l’Europa lotta per la sua libertà e indipendenza

STRASBURGO\ aise\ - “L'Europa è impegnata in una lotta per un continente integro che viva in pace, per un'Europa libera e indipendente. Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie, per la libertà e la capacità di scrivere da soli il nostro destino. Possiamo esserne certi: è una lotta per il nostro futuro”. Parole “crude”, a cui gli europei “non sono abituati”, ma necessarie perché “il mondo odierno non fa sconti”. Così la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha iniziato il discorso sullo stato dell'Unione di fronte al Parlamento europeo oggi a Strasburgo.
Non si può “edulcorare le difficoltà che gli europei vivono quotidianamente”, dal caro-vita, alla sicurezza, alla crisi ambientale, perché “non basta aspettare che passi la tempesta” né “vivere di nostalgia”. Nel futuro “si profila uno scontro per un nuovo ordine mondiale basato sul potere. Quindi, sì, l'Europa deve combattere e conquistarsi un posto in un mondo in cui molte grandi potenze hanno nei suoi confronti un atteggiamento ambiguo o apertamente ostile”.
In un “mondo di ambizioni e guerre imperialistiche, in cui le dipendenze sono strumentalizzate senza alcuno scrupolo” è necessario che “nasca una nuova Europa”, che sia “indipendente”.
La missione dell’Ue è “riuscire a tutelare la difesa e la sicurezza, avere il controllo delle tecnologie e delle energie che alimenteranno le nostre economie, decidere in che tipo di società e democrazia vogliamo vivere, aprirci al mondo e scegliere partenariati con alleati, vecchi e nuovi” così da “avere la libertà e il potere di scrivere da soli il nostro destino. Sappiamo di poterlo fare”. La domanda, quindi, è se l'Europa è “abbastanza unita” tanto da avere “volontà e capacità politica di raggiungere compromessi”, oppure così divisa da farsi “paralizzare dalle divisioni”.
“L'appello che lancio oggi è quindi un appello all'unità”, ha rimarcato von der Leyen, ricordando che “la libertà e l'indipendenza sono quello per cui stanno combattendo le persone in Ucraina" come Sasha e sua nonna, ospiti oggi a Strasburgo, di cui la Presidente ha raccontato la storia da rifugiati a Mariupol prima, da famiglia separata poi, con il loro trasferimento in un "campo di filtraggio" russo da cui Sasha fu portato via. Ritrovato dalla nonna che con l'aiuto del governo ucraino ha viaggiato attraverso la Polonia, la Lituania, la Lettonia e la Russia fino ai territori ucraini occupati, Sasha è ora “al sicuro”, ma ancora lontano dalla madre “bloccata chissà dove a causa della brutale guerra russa”.
Una storia che “non è affatto un caso isolato. Ci sono decine di migliaia di bambini ucraini di cui non si sa nulla”. Per aiutarli “insieme all'Ucraina e ad altri partner, organizzerò un vertice della coalizione internazionale per il rimpatrio dei bambini ucraini”, ha annunciato von der Leyen.
“Questa guerra deve finire con una pace giusta e duratura per l'Ucraina” perché “la libertà dell'Ucraina è la libertà dell'Europa”. E se le immagini del vertice Trump – Putin “non sono state facili da digerire”, “pochi giorni dopo i leader europei sono andati a Washington per sostenere il presidente Zelensky e ottenere degli impegni concreti” e “da allora sono stati fatti dei concreti passi avanti. Solo la settimana scorsa – ha ricordato la Presidente – 26 paesi della coalizione dei volenterosi si sono detti pronti a far parte di una forza di rassicurazione in Ucraina o a dare un contributo finanziario, nel contesto di un cessate il fuoco”.
Un cessate il fuoco che appare lontanissimo, visti i continui attacchi della Russia che oggi ha invaso anche lo spazio aereo polacco.
“Il messaggio di Putin è chiaro e chiara deve essere la nostra risposta. Dobbiamo fare ancora più pressione sulla Russia perché si sieda al tavolo dei negoziati. Servono altre sanzioni”, ha affermato von der Leyen. “Al momento siamo al lavoro sul 19º pacchetto, in coordinamento con i nostri partner”.
Ad oggi l’Ue ha concesso all’Ucraina “quasi 170 miliardi di € di aiuti militari e finanziari. Ne serviranno ancora, ma non dovrebbero essere solo i contribuenti europei a subirne le conseguenze. La Russia ha scatenato questa guerra ed è la Russia a dover pagare. Per questo dobbiamo trovare urgentemente una nuova soluzione per finanziare lo sforzo bellico dell'Ucraina usando i beni russi bloccati. Grazie alle disponibilità liquide associate a tali beni, potremo fornire all'Ucraina un prestito di risarcimento (Reparations Loan)” che il Paese rimborserà “solo una volta che la Russia avrà pagato i risarcimenti”.
Inoltre, l’Ue proporrà un nuovo programma, il “Qualitative Military Edge”, per sostenere “gli investimenti nelle capacità delle forze armate ucraine” a cominciare dall’uso di droni per i quali verrà conclusa una “Drone alliance” con l'Ucraina.
“L'economia di guerra di Putin continuerà anche se la guerra finisce. L'Europa deve perciò essere pronta ad assumersi la responsabilità della propria sicurezza. Naturalmente, - ha sottolineato von der Leyen – la NATO resterà sempre fondamentale, ma solo una posizione di difesa europea forte e credibile può garantire la nostra sicurezza”.
Citato il programma SAFE, von der Leyen ha sostenuto anche la necessità di sostenere i Paesi Baltici perché “il versante orientale dell'Europa protegge tutto il continente”. L’Ue quindi investirà “per sostenerli con una Eastern Flank Watch”.
L'Europa “difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio”. Per questo al Consiglio europeo “presenteremo una tabella di marcia chiara, per avviare nuovi progetti comuni in materia di difesa, fissare obiettivi precisi per il 2030 e creare un semestre europeo della difesa. Il 2030 è dietro l'angolo. L'Europa deve prepararsi già oggi”.
Un’Europa “allargata”: “un'Unione più ampia e più forte costituisce una garanzia di sicurezza per tutti noi. Il futuro dell'Ucraina, della Moldova e dei Balcani occidentali risiede nella nostra Unione. È giunta l'ora di rendere la prossima riunificazione dell'Europa una realtà”.
Quanto al Medio Oriente, “quello che sta accadendo a Gaza ha scosso le coscienze di tutto il mondo. La carestia provocata dall'uomo non può e non potrà mai essere usata come arma da guerra. Per il bene dei bambini come per il bene dell'umanità, si deve porre fine a queste atrocità”, ha affermato von der Leyen, sostenendo che quanto accaduto finora “denota il chiaro tentativo di compromettere la soluzione fondata sulla coesistenza dei due Stati, come anche di minare la visione di uno Stato palestinese sostenibile. E noi non dobbiamo permettere che ciò accada”.
“So che l'incapacità dell'Europa di concordare una via comune è dolorosa per molti cittadini”, ha ammesso “con dispiacere” von der Leyen. Se oggi “il nostro sostegno finanziario e gli aiuti umanitari superano di gran lunga quelli di qualsiasi altro partner”, è vero anche che “l'Europa deve fare di più. Molti Stati membri si sono mossi autonomamente. Da parte nostra, abbiamo proposto di sospendere parzialmente i finanziamenti nell'ambito di Orizzonte Europa, ma l'iniziativa è bloccata dall'assenza di una maggioranza. Dobbiamo rimediare a questo problema. Non possiamo permetterci di rimanere paralizzati. Per questo motivo proporrò un pacchetto di misure che delineino la via da seguire”.
La Commissione “farà da sola tutto ciò che è in suo potere” a cominciare dalla “sospensione del suo sostegno bilaterale a Israele. Interromperemo tutti i pagamenti nei settori interessati, senza compromettere la collaborazione con la società civile israeliana o lo Yad Vashem”. Quindi verrà presentata al Consiglio la proposta di “sanzioni ai ministri estremisti e ai coloni violenti” e “la sospensione parziale dell'accordo di associazione sulle questioni commerciali”. Infine, verrà istituito “un gruppo di donatori per la Palestina (Palestine Donor Group), che prevede uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza”. Ma “non ci sarà mai posto per Hamas, né ora né mai - ha rimarcato von der Leyen - perché sono terroristi e perché puntano a distruggere Israele”.
L'obiettivo dell'Europa “è sempre stato lo stesso: garantire una sicurezza concreta per Israele e un presente e un futuro sicuri per tutti i palestinesi. Questo presuppone il rilascio degli ostaggi, l'accesso degli aiuti umanitari senza restrizioni e la proclamazione immediata di un cessate il fuoco. Nel lungo periodo, tuttavia, l'unico piano di pace realistico è quello della soluzione dei due Stati”.
Un periodo “turbolento”, dunque, che chiama l’Ue ad “essere indipendente l'Europa” per “riuscire a competere” nonostante “il peso delle difficoltà economiche e geopolitiche”.
“Abbiamo visto come le dipendenze possono essere usate contro di noi. Per questo motivo investiremo massicciamente nelle tecnologie digitali e pulite”, ha proseguito von der Leyen. “A ciò aggiungeremo ulteriori investimenti nell'ambito del futuro Fondo per la competitività e nel quadro del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa, la cui dotazione di bilancio sarà raddoppiata. Stiamo inoltre eliminando le principali strozzature individuate dalla relazione Draghi, che vanno dall'energia ai capitali, dagli investimenti alla semplificazione”. L’Ue dovrà “agevolare l'attività imprenditoriale in Europa” mettendo in pratica i “pacchetti omnibus” presentati che prevedono “meno burocrazia, meno sovrapposizioni, norme meno complesse”.
La presidente ha quindi citato le prossime misure per le imprese innovative, la collaborazione necessaria con investitori privati – “vogliamo che sia il meglio dell'Europa a scegliere l'Europa” – e ribadito l’importanza del mercato unico che è “la nostra principale risorsa” purtroppo rimasta “incompiuta”, soprattutto – come evidenziato nella relazione Letta - in tre settori: servizi finanziari, energia e telecomunicazioni. “Abbiamo bisogno di scadenze politiche puntuali. Ecco perché – ha annunciato – presenteremo una tabella di marcia per il mercato unico da qui al 2028, che riguarderà i capitali, i servizi, il settore energetico, le telecomunicazioni, il 28° regime e la "quinta libertà" per la circolazione della conoscenza e dell'innovazione”.
Ricordati gli investimenti sulle gigafabbriche di IA europee, la Presidente ha affermato che “il settore europeo delle tecnologie pulite deve restare in Europa”, ma per farlo “dobbiamo assicurarci che la nostra industria possa procurarsi i materiali qui in Europa. E l'unica soluzione è creare un'economia davvero circolare”.
Sul fronte ambientale “siamo decisamente sulla buona strada per centrare l'obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030” e quindi “dobbiamo mantenere la rotta” perché questa “trasformazione” è “cruciale per renderci indipendenti”.
L'Europa “deve tutelare le sue industrie. Stanno facendo la cosa giusta, ovvero decarbonizzare: dovrebbero essere premiate e incentivate. In caso contrario rischiamo di trovarci a dipendere dalle importazioni, siano esse di acciaio per i produttori di auto o di fertilizzanti per gli agricoltori”.
Al tempo stesso l’Ue “continuerà a essere aperta. Siamo favorevoli alla concorrenza, ma proteggeremo sempre la nostra industria da quella sleale” perchè “quando parliamo di competitività, parliamo di posti di lavoro” quindi “proporremo un atto legislativo sui posti di lavoro di qualità, per far sì che l'occupazione tenga il passo con l'economia di oggi”. Nell’agenda della Commissione anche politiche per la casa per combattere la crisi degli alloggi, su cui verrà convocato il primo vertice dell'UE; e la salvaguardia del settore dell’automotive: “proporremo all'industria di collaborare a un'iniziativa su auto di piccole dimensioni a prezzi contenuti. Sono del parere che l'Europa dovrebbe avere la sua "e-car": ecologica, economica, europea”.
Quanto al cibo, “abbiamo semplificato la PAC” e “l'accordo commerciale con il Mercosur prevede solide misure di salvaguardia” per gli agricoltori europei, ha ricordato von der Leyen prima di citare il rapporto con gli Usa e i dazi di Trump.
“Quelle con gli Stati Uniti sono le nostre relazioni commerciali più importanti. Le merci che esportiamo ogni anno verso gli Stati Uniti superano il valore di 500 miliardi di euro. Da queste relazioni commerciali dipendono milioni di posti di lavoro”, ha sottolineato la Presidente. “Per questo motivo abbiamo concluso un accordo che ci permette di mantenere l'accesso delle nostre industrie al mercato. E abbiamo fatto in modo che l'accordo raggiunto dall'Europa fosse il migliore possibile”.
“Voglio essere assolutamente chiara su un punto: che si tratti di regolamentazioni ambientali o digitali, siamo noi a stabilire le nostre norme, siamo noi a stabilire le nostre regole. L'Europa – ha assicurato – deciderà sempre da sé”.
“Io non credo nei dazi” perchè “non sono altro che tasse”, ma “l'accordo garantisce una stabilità cruciale nelle nostre relazioni con gli Stati Uniti in un periodo di grave insicurezza globale” in cui l’Ue ha bisogno, da un lato, di “incrementare la diversificazione e i partenariati”, come quelli con il Messico o il Mercosur o l’India; e dall’altro di “intensificare gli sforzi lì dove altri hanno abbandonato” come la ricerca.
“Alla scienza non interessano passaporti, generi, etnie o colori politici. La scienza è uno dei beni mondiali più preziosi”, ha sottolineato la Presidente ricordando il pacchetto "Scegliere l'Europa" di 500 milioni di euro “per attrarre e trattenere i migliori scienziati e ricercatori”. L'Ue – ha annunciato - guiderà anche una nuova iniziativa globale per la resilienza sanitaria (Global Health Resilience Initiative).
Se “l'indipendenza dell'Europa risiede nella tutela delle nostre libertà” per tutelarla l’Ue “ha rafforzato il legame tra i fondi dell'Unione e il rispetto dello Stato di diritto”.
“La nostra democrazia è sotto attacco” e deve proteggersi contro la disinformazione: “intendiamo istituire pertanto un nuovo centro europeo per la resilienza democratica (European Centre for Democratic Resilience), che riunirà tutte le competenze e le capacità degli Stati membri e dei paesi vicini”.
In molti paesi “i media tradizionali sono in crisi” e ciò rappresenta “un fenomeno estremamente pericoloso per la nostra democrazia. Dobbiamo quindi impegnarci di più per proteggere i media e la stampa indipendente. Intendiamo pertanto avviare un nuovo programma per la resilienza dei media (Media Resilience Programme), che sosterrà il giornalismo indipendente e l'alfabetizzazione mediatica” e aumentare “in modo significativo i finanziamenti destinati ai media nel prossimo bilancio”.
“Lo stesso vale per i social media”, che se hanno il vantaggio di “collegare le persone fra loro” sollevano questioni quando ad usarli sono i più piccoli: “così come ai miei tempi tutti noi, come società, abbiamo insegnato ai nostri figli che non dovevano fumare, bere e guardare contenuti per adulti prima di una certa età, ritengo che sia il momento di considerare la possibilità di fare altrettanto per i social media. Chiederò a un gruppo di esperti di fornirmi, entro la fine di quest'anno, un parere sul miglior approccio dal punto di vista europeo”.
Sul fronte-migrazioni, von der Leyen ha ricordato che la Commissione ha “proposto di triplicare le risorse destinate alla gestione della migrazione e delle frontiere nel prossimo bilancio, in modo da poter gestire efficacemente la migrazione e proteggere le nostre frontiere esterne”, dando al tempo stesso sicurezza ai cittadini europei che “hanno dimostrato di essere pronti ad aiutare chi fugge dalla guerra e dalle persecuzioni, ma si sentono frustrati quando hanno l'impressione che le nostre regole non siano rispettate”.
Serve “un sistema che sia umano, ma non ingenuo. Dobbiamo affrontare seriamente la questione del ritorno dei richiedenti asilo respinti ai loro paesi d'origine” e “trovare rapidamente un accordo sul sistema comune di rimpatrio”.
“Dobbiamo inoltre garantire che il patto sulla migrazione e l'asilo sia attuato nella sua interezza non appena entrerà in vigore. È rigoroso, ma equo. E – ha aggiunto – funzionerà solo se ogni Stato membro farà la sua parte: da nord a sud, da est a ovest”.
“Naturalmente continueremo ad adempiere ai nostri obblighi internazionali. Ma l'Europa è la nostra casa, siamo noi a decidere chi entra e a quali condizioni, non gli scafisti e i trafficanti”, per i quali “serve un nuovo regime sanzionatorio” per “congelare i loro patrimoni, limitare le loro possibilità di spostamento e per privarli dei loro profitti”.
“Il messaggio che voglio trasmettere è semplice: ciò che conta per le cittadine e i cittadini europei conta anche per l'Europa. Dobbiamo sempre essere all'altezza delle loro aspettative”, ha sostenuto la Presidente von der Leyen. “Desidero collaborare con questo Parlamento e con tutte le forze democratiche europeiste per rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini europei”, ha aggiunto prima di sostenere che “è arrivato il momento di liberarci delle catene dell'unanimità. Dobbiamo fare in modo che la nostra Unione agisca più rapidamente e sia in grado di rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini europei”.
“80 anni fa il nostro continente era un inferno in terra. 40 anni fa il nostro continente era diviso da un muro. Ma, ad ogni occasione, le cittadine e i cittadini europei hanno deciso di lottare per un futuro migliore, per un continente integro - per renderlo sempre più forte. Ed è ciò – ha concluso – per cui lotto ogni singolo giorno. Viva l'Europa”. (aise)