“Legame imprescindibile” tra Santa Sede e Italia: Papa Leone XIV al Quirinale

ROMA\ aise\ - Un incontro che “suggella il legame imprescindibile tra Santa Sede e Italia”, in un Palazzo, il Quirinale, “testimone di una parte importante della storia del Papato e dell’Italia e che la Repubblica custodisce come “casa” di tutti gli italiani”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi ha accolto al Colle Papa Leone XIV per il loro primo incontro “ufficiale” al Quirinale, dopo quello in Vaticano del giugno scorso.
Il Papa è stato accolto dal Presidente nel Cortile d’Onore con gli Onori militari. Al termine degli Inni nazionali, pontificio e italiano, il Presidente e il Santo Padre hanno raggiunto la sala del Bronzino per la presentazione delle rispettive delegazioni e per la foto davanti alle Bandiere. Leone e Mattarella si sono quindi recati nello Studio alla Vetrata per il colloquio privato; di seguito lo scambio dei doni, l’incontro con le autorità presenti e, nel Salone delle Feste, gli interventi di entrambi.
“Viviamo tempi di grande difficoltà”, ha rimarcato Mattarella. “Dignità e diritti di singoli, di gruppi, di popoli sono sovente calpestati”, ha aggiunto citando “l’aggressione russa su larga scala in Ucraina” e la situazione in Medio Oriente dove ieri si è accesa “una scintilla di speranza” – per usare le parole del Papa - che va “sostenuta con convinzione”.
L’auspicio del Presidente è che “il negoziato in atto sulle tappe successive si concluda positivamente e conduca, al più presto, a un’interruzione definitiva delle ostilità e delle violenze nella Striscia, a beneficio anche della generale stabilità del Medio Oriente e della condizione dei Luoghi Santi, per rilanciare la soluzione di uno Stato per ciascuno di due popoli, la sola in grado di consentire la possibilità di un futuro in cui tutti – Israele e Palestina - trovino pace e sicurezza”.
Ma, ha evidenziato Mattarella, “la pace vera, duratura, risiede nell’animo dei popoli. Diversamente, sotto la cenere della fine delle violenze cova il rancore, pronto a divampare nuovamente alla prima occasione che possa essere sfruttata, per rendersi conto allora che la fine delle violenze si trasforma, purtroppo, in una parentesi tra due esplosioni”.
“A fare le spese di un mondo nel quale la convivenza pacifica è messa così in pericolo, sono sempre i più vulnerabili, soprattutto bambini e giovani. Non è accettabile che venga sottratto il futuro a intere generazioni”, ha rimarcato Mattarella prima di citare le persecuzioni di cui sono vittime anche le comunità cristiane.
Vecchie e nuove povertà si contrappongono nel mondo a ricchezze sempre più smisurate”, ha aggiunto il Presidente. “Non vogliamo arrenderci alla prospettiva di una società dominata da oligarchi o, meglio, da privilegiati, in base al censo, alla spregiudicatezza, all’indifferenza verso gli altri, che si profila rimuovendo i valori di uguaglianza, di solidarietà, di libertà”. Quindi l’accenno a cambiamento climatico, migrazioni e l’uso delle nuove tecnologie come processi che stanno cambiando le nostre vite e che “richiederebbero, nella vita internazionale, un deciso recupero dei valori della convivenza e del dialogo”, per “non lasciare nessuno indietro” e “preservare la dignità di ciascuno e il benessere della società”. Un processo che l’Europa ha già vissuto e che portò alla nascita dell’Ue, ha ricordato Mattarella prima di citare Pio XII che, nel suo storico messaggio del Natale 1944, ricordò come “l’ordine democratico includa l’unità del genere umano e – come disse - “da questo principio deriva l’avvenire della pace”. Si tratta di un appello a bandire per sempre la guerra come mezzo per risolvere le controversie”.
La pace – come anche Leone XIV ha sottolineato – “comincia da ognuno di noi”: per questo, ha commentato Mattarella – “è così essenziale disarmare gli animi e disarmare le parole. In questo una responsabilità specifica spetta ai decisori politici e a quanti influenzano l’opinione pubblica, nel rifuggire dall’esaltazione dei contrasti piuttosto che nel coltivare dialogo e reciproca comprensione”.
Quanto ai rapporti tra Italia e Santa Sede, “la solidità del rapporto con la Chiesa cattolica ha significato per l’Italia – e tengo a ricordarlo in questa occasione – un rafforzamento del patrimonio vitale e indivisibile dell’unità nazionale, accrescendo la coesione del nostro popolo, contribuendo alla consapevolezza della responsabilità che ciascuno reca verso la comunità in cui vive. La Chiesa cattolica ha svolto e continua a svolgere un’azione mirabile a sostegno delle frange più deboli della popolazione. E per questo Le siamo profondamente grati. Un impegno che vediamo, quotidianamente, promuovere opere sociali di grande valore, accoglienza ai migranti, impegno per la legalità”.
Mattarella ha quindi ringraziato il Papa per la visita, dicendosi “certo di interpretare sentimenti unanimi, esprimendo sostegno e solidarietà alla Sua azione, in un contesto internazionale così difficile e travagliato”.
Anche Leone XIV ha tenuto ha ribadire, all’inizio del suo saluto, l’importanza della visita per “rinnovare il forte legame che unisce la Sede di Pietro al Popolo italiano”, un “felice connubio che ha le sue radici nella storia di questa Penisola e nella lunga tradizione religiosa e culturale di questo Paese”, ha detto il Papa prima di ringraziare Roma e l’Italia per l’impegno profuso nella gestione degli eventi di quest’Anno giubilare e non solo.
Quindi, il rinnovato appello “accorato” affinché “si continui a lavorare per ristabilire la pace in ogni parte del mondo e perché sempre più si coltivino e si promuovano i principi di giustizia, di equità e di cooperazione tra i popoli che ne sono irrinunciabilmente alla base”. Leone ha poi espresso “apprezzamento per l’impegno del Governo italiano in favore di tante situazioni di disagio legate alla guerra e alla miseria, in particolare nei confronti dei bambini di Gaza, anche in collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù. Si tratta – ha sottolineato – di contributi forti ed efficaci per la costruzione di una convivenza dignitosa, pacifica e prospera per tutti i membri della famiglia umana”.
Vaticano e Italia, ha aggiunto, “hanno sempre profuso e continuano a porre il loro impegno in favore del multilateralismo. Si tratta di un valore importantissimo” perché “le sfide complesse del nostro tempo rendono quanto mai necessario che si ricerchino e si adottino soluzioni condivise” promuovendo “linguaggi trasparenti ed evitando ambiguità che possono provocare divisioni”.
Come Mattarella, anche il Papa ha citato “l’urgente questione della cura della “casa comune””, ricordano tra l’altro che nel 2026 verrà celebrato l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, ma anche la questione demografica - invitando il Governo a “promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti” - e “il rispetto e la tutela della vita, in tutte le sue fasi, dal concepimento all’età avanzata, fino al momento della morte. Auspico che continui a crescere questa sensibilità, anche per ciò che riguarda l’accessibilità delle cure mediche e dei medicinali, secondo le necessità di ciascuno”.
Espressa “gratitudine per l’assistenza che questo Paese offre con grande generosità ai migranti, che sempre più bussano alle sue porte, come pure il suo impegno nella lotta contro il traffico di esseri umani”, Leone XIV ha “incoraggiato” l’Italia a “mantenere sempre vivo l’atteggiamento di apertura e solidarietà”, richiamando al tempo stesso “l’importanza di una costruttiva integrazione di chi arriva nei valori e nelle tradizioni della società italiana, perché il dono reciproco che si realizza in questo incontro di popoli sia veramente per l’arricchimento e il bene di tutti”.
Il Papa ha rilevato “una certa tendenza, in questi tempi, a non apprezzare abbastanza, a vari livelli, modelli e valori maturati nei secoli che segnano la nostra identità culturale, addirittura a volte pretendendo di cancellarne la rilevanza storica e umana. Non disprezziamo ciò che i nostri padri hanno vissuto e ciò che ci hanno trasmesso, anche a costo di grandi sacrifici”, il suo invito. “Non lasciamoci affascinare da modelli massificanti e fluidi, che promuovono solo una parvenza di libertà, per rendere poi invece le persone dipendenti da forme di controllo come le mode del momento, le strategie di commercio o altro. Avere a cuore la memoria di chi ci ha preceduto, far tesoro delle tradizioni che ci hanno portato ad essere ciò che siamo è importante per guardare al presente e al futuro con consapevolezza, serenità, responsabilità e senso di prospettiva”.
L’Italia, ha concluso, “è un Paese di una ricchezza immensa, spesso umile e nascosta, e che perciò talvolta ha bisogno di essere scoperta e riscoperta. È questa la bella avventura in cui incoraggio tutti gli italiani a lanciarsi, per attingervi speranza e affrontare con fiducia le sfide presenti e future”. (aise)