Mattarella: l’Italia è una, non una somma né una federazione di repubbliche

ROMA\ aise\ - “L’Italia è una. Non una somma di repubbliche, e neanche una federazione di repubbliche”. A ricordarlo è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ieri ha ospitato al Quirinale “La Costituzione in Shorts”, una conversazione che lo ha visto confrontarsi con 12 giovani creator sul significato e l’attualità nella vita quotidiana della Costituzione italiana.
Interrogato sul suo “articolo preferito”, Mattarella ha risposto che è il primo, spiegando che esso “riassume” tutta la Carta.
Esso, ha spiegato il Presidente, “contiene cinque elementi. Vi sorprenderà il primo: una, Repubblica, democrazia, lavoro, sovranità popolare”.
Una”, ha detto Mattarella, “non è soltanto l’articolo di un sostantivo. Vuol dire, lì, che l’Italia è una. Non una somma di repubbliche, e neanche una federazione di repubbliche”.
“Metterei insieme il secondo e il terzo elemento: una Repubblica democratica”, ha proseguito. “E, come spiegarono i costituenti che proposero questa formulazione, vuol dire che l’Italia - come dissero loro – è una Repubblica caratterizzata da libertà ed eguaglianza; una democrazia, non soltanto sotto l’aspetto formale, organizzativo, ma anche sotto i profili sociale ed economico”.
“Poi c’è il lavoro, come quarto elemento di questo articolo. “Fondata sul lavoro”. Anche qui – ha osservato il Presidente – è interessante sentire le ragioni di chi propose queste parole, questa formulazione. È chiaro che queste parole indicano e richiedono un impegno comune. C’è una richiesta di impegnarsi insieme, di solidarietà, quindi. Quello che dissero, alla Costituente, i proponenti di queste parole è: “fondata sul lavoro; non sul privilegio, non sul lavoro altrui". La definizione è efficacissima”.
“L’elemento conclusivo è quello della sovranità popolare. Questo – ha rimarcato – è davvero riassuntivo, perché è il fondamento della democrazia e si sviluppa in tutti gli articoli del testo della Costituzione. Quindi non posso evocarli tutti, anche quelli già così ben evocati da voi. Mi permetto di richiamarne un solo aspetto: la sovranità popolare, nelle forme previste dalla Costituzione, fu definita da un Costituente, durante il dibattito, come una sovranità irrinunziabile, nel senso che il popolo, a cui è attribuita, deve esercitarla per mantenere, consolidare e sviluppare la democrazia. Anche per questo – ha aggiunto – spero che torni a crescere la partecipazione al voto nelle elezioni. Perché quello, tra i tanti, più di ogni altro, è il momento in cui il cittadino diventa protagonista; esercita quella sovranità”.
“In realtà, mi verrebbe da dire che i diritti sono un po’come è in natura: vanno coltivati per evitare che appassiscano”, ha concluso. “E non possiamo permettere che appassisca la democrazia”. (aise)