Mattarella: strage di Piazza Fontana ferita nella coscienza nazionale
ROMA\ aise\ - “La strage che, 55 anni or sono, colpì Milano, a Piazza Fontana, fu espressione del tentativo eversivo di destabilizzare la nostra democrazia, imprimendo alle Istituzioni una torsione autoritaria. Una ferita nella vita e nella coscienza della nostra comunità, uno squarcio nella storia nazionale”. Così, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha ricordato il 55esimo anniversario della Strage di Piazza Fontana, a Milano, quando un attentato terroristico di matrice neo-fascista sconvolse il capoluogo lombardo e l’Italia tutta facendo esplodere una bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura causando 17 morti e 88 feriti.
“Il 12 dicembre 1969 fu una giornata in cui i terroristi intendevano produrre una rottura nella società italiana, con ordigni fatti esplodere anche a Roma, generando caos e generalizzazione della violenza – ha aggiunto Mattarella -. La Repubblica è vicina ai familiari delle vittime e sente il dovere della memoria. Il popolo italiano superò una prova terribile. Fu anzitutto l’unità in difesa dei valori costituzionali a sconfiggere gli eversori e a consentire la ripresa del cammino di crescita civile e sociale. Milano fu baluardo e tutto il Paese seppe unirsi. Preziosa eredità e, al tempo stesso, lezione permanente giacché non era scontato”.
Mattarella ha poi ricordato come, a quell’evento, “seguirono tentativi di depistaggio e di offuscamento della realtà. L’impronta neofascista della strage del ’69 è emersa con evidenza nel percorso giudiziario, anche se deviazioni e colpevoli ritardi hanno impedito che i responsabili venissero chiamati a rispondere dei loro misfatti. La pressante domanda di verità da parte dei cittadini ha sostenuto l’impegno e la dedizione di uomini delle Istituzioni, consentendo di ricomporre il criminale disegno e le responsabilità”.
“Verità e democrazia hanno un legame etico inscindibile”, ha spiegato infine il Presidente della Repubblica. “Aver ricostruito la propria storia, anche laddove essa è più dolorosa, è stata condizione per trasmettere il testimone alle generazioni più giovani, a cui tocca ora proseguire il percorso di civiltà aperto dai nostri padri nella lotta di Liberazione e nella Costituzione”. (aise)