Ciao Mag/ Un approccio innovativo per la promozione della cultura italiana in UK con Francesco Bongarrà - di Stefania Del Monte

ROMA\ aise\ - "Giornalista di lungo corso con un'importante carriera come corrispondente parlamentare per l'agenzia ANSA, dal gennaio 2024 Francesco Bongarrà è direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra. Profondo conoscitore della politica e della società italiana, ha portato con sé un approccio innovativo alla promozione della cultura italiana nel Regno Unito. Convinto che l’arte e la cultura debbano essere accessibili a tutti, ha voluto aprire le porte dell’IIC a un pubblico più vasto e diversificato, puntando su collaborazioni strategiche, eventi dinamici e nuove tecnologie". Ne scrive Stefania Del Monte, fondatrice e direttrice del magazine online “Ciao mag”.
"D. Da Montecitorio a Belgrave Square: Come ha accolto la nomina a direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra?
R. Ho accolto la mia nomina da parte del Ministero degli Affari Esteri con grande piacere ed orgoglio, e con la consapevolezza che facendo cadere la scelta su uno come me si era deciso di mandare a Londra un giornalista che avesse alle spalle una buona esperienza di comunicazione, che avesse frequentato le Istituzioni conoscendone linguaggi e codici, capace di fare delle cose nuove e di comunicarle verso l'esterno. Una nomina fuori dagli schemi tradizionali, dunque, nel segno di quello che io ritengo essere un giusto rinnovamento nella impostazione degli Istituti di Cultura.
D. Ha dichiarato che la cultura italiana deve “uscire dal tempio”. Quali sono le strategie principali che ha deciso di mettere in atto per rendere l’Istituto più accessibile e coinvolgente per il pubblico britannico?
R. “Uscire dal tempio” significa organizzare attività che possano coinvolgere i britannici e gli italiani non tanto e non solo nel pur bellissimo palazzetto che ospita l'Istituto Italiano di Cultura nel cuore di Belgravia. Per questo abbiamo iniziato in questo anno, il primo del mio mandato a Londra, a tenere più eventi all'esterno. Un bellissimo concerto di musica elettronica basato sulle composizioni di Ennio Morricone alla Union Chapel, per esempio, nell'ambito di un grande Festival di musica elettronica. Oppure gli spettacoli di microdanza che terremo alla fine di aprile nelle sale del Victoria and Albert Museum. I bravissimi ballerini di Aterballetto si esibiranno in mezzo alle opere d’arte delle sale di quel magnifico museo. Oppure ancora, presentare dei libri italiani fuori Londra, come abbiamo fatto recentemente a Cambridge, presso il Pembroke College, per il volume di Tiziana Prezzo. E “uscire dal tempio” significa anche, in fondo, portare a casa nostra le più grandi istituzioni culturali britanniche. Ad esempio, siamo riusciti a convincere la National Gallery - ed è una cosa che per mille ragioni non succede facilmente – a ospitare le talk curatoriali sulla mostra del Parmigianino.
D. Quali eventi o collaborazioni sta progettando per promuovere la cultura italiana in modo innovativo, soprattutto tra le giovani generazioni?
R. I giovani sono al centro del nostro obiettivo. E sono sempre più presenti ai nostri eventi, soprattutto a quelli di design e letteratura, perché in questi campi il nostro paese diventa estremamente competitivo ed attrattivo. In questo ambito si inserisce sicuramente, ed a buon diritto, la collana di incontri Italia. Pensiero futuro, che si apre con una talk del politologo Alessandro Campi ed ospiterà scienziati, economisti e storici. Una collana di incontri – che si terranno soltanto in inglese, con il fine di coinvolgere soprattutto le persone del posto – in cui verranno illustrati i progressi che nella nostra cultura ma anche nella nostra scienza sono stati compiuti negli ultimi quarant'anni. Una collana che invito tutti a seguire, perché sarà un grande momento di riflessione, di consapevolezza, di elaborazione di pensiero, di proiezione verso quelli che possono essere i nuovi orizzonti della scienza visti attraverso la cartina di tornasole del Tricolore di oggi.
D. In che modo la sua lunga carriera da giornalista parlamentare e la sua rete di contatti la stanno aiutando a comunicare e valorizzare l'Italia nel Regno Unito?
R. La mia esperienza di comunicatore e di cronista mi permette di guardare con occhi limpidi e non stereotipati a quello che succede intorno a noi, di individuare quale sia la notizia da comunicare verso l'esterno avendo consapevolezza del modo migliore per farlo. I contatti, poi, sono essenziali nel coinvolgere persone da invitare, da mettere sul palco delle nostre attività. Tutto questo, soprattutto nell'ottica di quella apertura di cui prima parlavo. Insomma, tutto aiuta nella consapevolezza che bisogna guardare al passato per vivere il presente e cercare di progettare il futuro dal punto di vista culturale. E Londra, da questo punto di vista, rappresenta una vera e propria frontiera.
D. La biblioteca Montale, con quasi 30mila volumi, è un patrimonio unico. Ci sono progetti per potenziarla e renderla ancora più centrale nella vita culturale londinese?
R. La biblioteca è uno dei nostri più grandi tesori. I suoi oltre 29mila libri rappresentano un elemento di arricchimento e di preziosità che cerchiamo di incrementare e di coltivare al meglio. E per questo che, anche grazie alla collaborazione che ho attivato con Ornella Tarantola - fondatrice dello storico Italian Bookshop di Londra, che per decenni ha contribuito a diffondere la cultura italiana nella capitale inglese - tra gli scaffali della nostra biblioteca organizziamo tantissimi eventi con autori che sono sempre più popolari.
D. Oltre mezzo milione di italiani vive nel Regno Unito. Come si sta muovendo l'IIC per coinvolgerli nelle proprie attività e farli sentire parte attiva del progetto culturale?
R. La comunità italiana a Londra ha sempre guardato all'Istituto come ad un punto di riferimento. Continua a farlo, e fa bene! Perché organizziamo tantissimi eventi anche per loro. A partire, come abbiamo fatto quest'anno, dalla serata del Festival di Sanremo che abbiamo visto insieme grazie ad un accordo con la RAI. Sono anche in trattativa con diversi teatri lirici italiani per un collegamento in diretta streaming che ci permetta di trasmettere le prime rappresentazioni dell'apertura delle rispettive stagioni. Lo abbiamo fatto già con l'Opera di Roma ed è stato un successo. Speriamo di continuare su questa strada.
D. Se potesse organizzare un evento o un’iniziativa speciale che lasci un segno nel suo mandato, quale sarebbe?
R. Il mio sogno nel cassetto? Un grande spettacolo dell'eccellenza della musica e dell'opera italiana alla Royal Opera House in occasione della Festa della Repubblica. Un evento straordinario, a cui invitare personalità italiane e britanniche, per incontrarsi nel nome della musica e dell'Opera. È un progetto ambizioso, ma sognare è tanto bello". (aise)