Cittadino Canadese/ Francesca Calamaro: la nuova guida dell’IIC di Montréal tra continuità e innovazione – di Antonio Serrafiore


MONTRÉAL\ aise\ - “Da oltre sessant’anni, l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal è un punto di riferimento per la promozione della lingua e della cultura italiane in Québec, un ponte che unisce due realtà lontane geograficamente ma vicine culturalmente. Dal 25 agosto la guida dell’IIC è affidata a Francesca Calamaro, arrivata nella metropoli quebecchese dopo quattro all’IIC di Belgrado, dove ha ricoperto il ruolo di addetta culturale, seguendo da vicino e dando vita a numerosi progetti, soprattutto in ambito letterario e musicale. Con entusiasmo e senso di responsabilità, la direttrice raccoglie l’eredità del suo predecessore Sandro Cappelli, portando con sé nuove idee, energie e prospettive. In questa intervista esclusiva condivide le sue prime sensazioni su Montréal, le priorità del suo mandato e i settori su cui intende concentrare l’attenzione nei prossimi anni, tra continuità e rinnovamento”. Ad intervistarla è stata Antonio Serrafiore per “Il Cittadino Canadese”, settimanale diretto dal Quebec da Vittorio Giordano.
““Sono arrivata a Montréal qualche giorno prima di prendere ufficialmente servizio per ambientarmi un po’ e cercare casa”, racconta Francesca Calamaro. “La prima impressione è stata quella di una città molto vitale, vibrante”. Dai primi spostamenti in città alla visita in Istituto per vedere la sede e conoscere il personale, tutto è stato un assaggio di ciò che l’attendeva. Ha anche partecipato a qualche evento culturale, un bel modo per entrare subito nello spirito montrealese: “Poco prima di prendere servizio ho avuto l’occasione di assistere alla performance dell’artista romano Quayola nell’ambito del festival MUTEK al Théâtre de Maisonneuve”.
Quanto agli obiettivi del suo mandato, la neo direttrice sottolinea la necessità di un equilibrio tra continuità e innovazione. “Ogni anno ad ottobre dobbiamo presentare un bilancio preventivo della programmazione culturale, con i progetti che intendiamo realizzare. Naturalmente possiamo dare un accento personale, ma sempre rispettando le linee del Ministero, che ci chiede una promozione a tutto tondo, dalla musica al cinema, dall’arte alla letteratura, dalla cucina al design. Ho constatato con piacere che l’Istituto coopera con importanti festival e istituzioni culturali a Montréal e non solo, e penso sia giusto dare continuità a ciò che funziona. Per esempio, la rassegna di cinema contemporaneo italiano avviata dal predecessore Sandro Cappelli, in collaborazione con il Cinéma du Musée, è un progetto che ha successo e che sarebbe un errore interrompere. Sto valutando di organizzare una proposta simile in altre città della vastissima area di competenza dell’Istituto, dove sarebbe importante dare un segnale della nostra presenza, anche con altre iniziative”.
Tra i settori che sente più vicini ci sono la letteratura e il teatro. “A Belgrado l’Istituto partecipava con un proprio stand alla Fiera del Libro e organizzavamo incontri con autori italiani in collaborazione con gli editori locali. Di sicuro è mia intenzione invitare scrittori italiani e creare occasioni di dialogo con il pubblico canadese”. Anche il teatro rientra tra le sue priorità: “Sono molto felice che l’Usine C proponga il prossimo marzo tra i suoi spettacoli Bros di Romeo Castellucci, in collaborazione con il nostro Istituto e la Fondazione ATER. Vorrei esplorare ulteriori opportunità di cooperazione in questo campo, pensando a progetti che prevedano realizzazione di spettacoli, ma anche laboratori come momento di confronto e dialogo”.
Un altro tema fondamentale riguarda i corsi proposti dall’Istituto: “Trovo l’offerta variegata: corsi di lingua e cultura, ateliers di cucina. È un equilibrio tra corsi in presenza, che contribuiscono a rendere ‘viva’ la sede, e corsi a distanza, che ci permettono di raggiungere un pubblico più ampio. Una volta valutata la fattibilità, mi piacerebbe molto introdurre dei corsi per bambini e ragazzi”.
C’è inoltre un aspetto che la nuova guida dell’IIC intende affrontare: la composizione del pubblico. “Trovo importante pensare a una programmazione culturale che possa rivolgersi a molteplici tipi di pubblico, senza trascurare le generazioni più giovani, che occorre coinvolgere con proposte vicine ai loro interessi”.
Il passaggio dal ruolo di addetta culturale a Belgrado a quello di direttrice segna un salto importante. “La differenza principale riguarda il carico di responsabilità e il raggio d’azione. Da addetta ti occupi di settori specifici, ma è il direttore a decidere la linea generale, anche se si ha, in certi casi, un certo margine di manovra. Da direttrice, invece, sei tu a tracciare il percorso, in ogni ambito. Il direttore di un Istituto non si occupa infatti solo di corsi di lingua e organizzazione di eventi; la gestione del personale, la gestione amministrativa e la cura della sede fanno parte delle attività quotidiane di chi è a capo di un ufficio pubblico come lo è l’Istituto”.
Una sfida che Francesca Calamaro vive come un’occasione di crescita. “Sono entrata al Ministero solo nel 2020, dopo un percorso professionale in altro ambito. L’esperienza lavorativa all’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado è stata un’importante palestra che mi ha permesso di imparare tanto sul campo dal direttore e da tutto il personale. Consapevole della responsabilità di questo incarico, lo vedo anche come l’opportunità di mettere in pratica tutto quello che ho appreso finora, sperando di poter fare un buon lavoro”.
Con l’arrivo di Francesca Calamaro, l’IIC di Montréal inaugura un nuovo capitolo della sua storia, all’insegna di continuità e innovazione. Il Cittadino Canadese, fedele alla sua missione di valorizzare i legami tra Italia e Canada, seguirà da vicino il lavoro della nuova direttrice, con l’impegno di rafforzare la collaborazione nella promozione della lingua e della cultura italiane.
A Lei i nostri auguri di buon lavoro, certi che la sua esperienza contribuirà a consolidare il ponte culturale che unisce i due Paesi”. (aise)