Il cittadino canadese/ Canada al voto: chi sarà il prossimo Primo Ministro? – di Vittorio Giordano


MONTREAL\ aise\ - “Restano ancora pochi giorni di campagna elettorale prima del 45º voto generale in Canada: lunedì 28 aprile, gli elettori che non hanno già votato in anticipo (da venerdì 18 a lunedì 21 aprile) si recheranno alle urne per decidere chi guiderà il Paese degli Aceri nella prossima legislatura. In tutte le circoscrizioni – o distretti elettorali – saranno 343 (ne servono 172 per la maggioranza), un incremento rispetto alle 338 circoscrizioni delle elezioni precedenti del 2021. Questo aumento è il risultato della redistribuzione dei seggi, attuata per riflettere i cambiamenti demografici e garantire una rappresentanza più equa della popolazione. Ontario, Alberta e Columbia Britannica hanno visto aumentare il numero dei loro seggi, mentre il Québec ne ha perso uno. I parlamentari, ricordiamolo, restano in carica 4 anni e sono eletti con un sistema maggioritario secco: il candidato che ottiene il maggior numero di voti, in ogni distretto elettorale, si aggiudica il seggio, anche senza raggiungere la maggioranza assoluta. Nelle elezioni del 20 settembre 2021, l’affluenza definitiva è stata del 62,6%”. Così scrive Vittorio Giordano che a Montreal dirige il settimanale “Il cittadino canadese”.
“L’ultima settimana di campagna elettorale è stata segnata da una doppia sfida televisiva tra i quattro principali leader, con l’esclusione all’ultimo minuto di Jonathan Pedneault, leader del Partito Verde, a causa del numero insufficiente di candidati in lista. Nel primo dibattito, quello del 16 aprile in francese, hanno preso parte Mark Carney (Liberale), Pierre Poilievre (Conservatore), Jagmeet Singh (NPD) e Yves-François Blanchet (Bloc Québécois). Nonostante il suo francese scolastico e incerto, Carney ha mantenuto una solida posizione, concentrandosi con determinazione su temi cruciali come l’economia e la politica estera.
Poilievre, più fluente nella lingua, ha attaccato senza mezzi termini le politiche liberali, ma senza riuscire a proporre soluzioni convincenti. Singh ha difeso con energia i programmi sociali, mettendo in risalto la sua visione progressista; mentre Blanchet, sempre incisivo, ha saputo posizionarsi come il difensore del Québec, mantenendo un tono autonomo e distintivo.
Nel secondo dibattito, in inglese, i toni si sono alzati. Carney ha cercato di differenziarsi dalla figura di Justin Trudeau, proponendosi come leader pragmatico e competente. Poilievre ha rilanciato temi forti per la sua base: lotta all’inflazione, alla criminalità e promozione dell’energia canadese. Singh ha insistito su sanità e accessibilità abitativa, criticando tanto i Conservatori quanto i Liberali; mentre Blanchet, meno centrale nella dinamica anglofona, ha comunque mantenuto alta la bandiera del Québec. Secondo gli ultimi sondaggi post-debate, Mark Carney, leader del Partito Liberale, ha guadagnato terreno nei centri urbani dell’Ontario e del Québec, con un sondaggio Nanos che lo dà al 43,7% dei consensi, superando Pierre Poilievre dei Conservatori al 36,3%.
Poilievre, pur mantenendo una solida base nelle tre Province delle Prairies canadesi (Alberta, Saskatchewan e Manitoba), sta faticando ad ampliare il suo elettorato, soprattutto tra gli elettori moderati delle aree urbane. Jagmeet Singh ha mostrato una maggiore stabilità rispetto alle elezioni del 2021, ma rimane indietro nei sondaggi, con il suo partito attestato all’11%. Infine, Yves-François Blanchet del Bloc Québécois ha consolidato il suo elettorato, mantenendo una posizione solida tra gli elettori del Québec, ma senza andare oltre il 6% a livello federale”. (aise)