Il Sole 24 Ore/ Con i dazi nuove opportunità sui mercati chiave per l’Italia – di Giovanni Mancini


ROMA\ aise\ - “Che i dazi americani non abbiano avuto (almeno finora) l’impatto da molti temuto sulla tenuta dell’export italiano è un fatto osservato da molti analisti e confermato anche da tante imprese, corroborato inoltre dagli ultimi dati sul commercio globale (previsto in crescita nel 2025) e sulle esportazioni di prodotti italiani verso i Paesi extra-Ue, che a settembre hanno segnato un rimbalzo del 9,9% su base annua. Gli osservatori più prudenti affermano che sia ancora presto per comprendere la reale entità degli effetti delle tariffe doganali imposte da Trump. Tuttavia, un’indagine condotta da Assocamerestero tra le camere di commercio italiane all’estero di dieci Paesi chiave per l’export di prodotti made in Italy fa emergere un aspetto finora poco osservato o poco raccontato, ovvero le opportunità che potrebbero aprirsi per le aziende italiane - in particolare in alcuni settori e su specifici mercati - proprio come conseguenza dei dazi Usa”. Così inizia l’intervista che Giovanni Mancini ha fatto a Domenico Mauriello, Segretario Generale di Assocamerestero, per “Il Sole 24 Ore”.
“L’impatto diretto dei dazi
“Intendiamoci: le imprese italiane devono confrontarsi con un contesto molto complesso - spiega Domenico Mauriello, segretario generale di Assocamerestero -. Le ricadute dirette dei dazi sul prezzo di alcuni prodotti creeranno sicuramente delle difficoltà sul mercato statunitense. E al tempo stesso è innegabile che, in questo momento, la Cina rappresenti un problema su due fronti: come concorrente sul mercato europeo, visto che sta aumentando pesantemente le proprie esportazioni verso il nostro continente per compensare la chiusura del mercato americano. E come sbocco per i prodotti italiani, dato il rallentamento dei consumi da parte della popolazione cinese”. Ma l’export non è come una partita a dama, in cui si spostano le pedine senza colpo ferire, osserva Mauriello: “Chi è già presente e ha investito in modo strutturale su questi mercati, non può disinvestire dall’oggi al domani: deve mettere in atto nuove strategie che possano consentire di contenere i danni o di restare competitivi”.
Più che diversificare i mercati, dunque, il consiglio è quello di diversificare il modo in cui opera su un determinato mercato. “Assocamerestero, grazie alle sue 80 camere nel mondo, ha proprio questo ruolo: quello di intercettare i segnali e le tendenze che arrivano per poter consigliare e sostenere le aziende nel processo di internazionalizzazione”, aggiunge il segretario generale.
Opportunità su nove mercati chiave
E qui arrivano le buone notizie, per così dire, emerse dall’indagine condotta tra gli associati negli Stati uniti, in Cina, Germania, India, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Canada, Brasile e Thailandia. Fatta eccezione per la Cina - che rimane un mercato strategico in prospettiva e importante per chi è presente in modo diretto da tempo - la quasi totalità delle camere di commercio all’estero indica “opportunità significative in un’ampia gamma di settori: agroalimentare, moda e tessile, arredo e design, tecnologie, energia e transizione, meccanica e sanitario”, si legge nello studio.
Persino negli Stati Uniti, dove gli elevati dazi imposti alla Cina rendono paradossalmente più competitivi anche i prodotti italiani di alcuni settori tradizionalmente penalizzati da un prezzo medio al pubblico più elevato, in particolare quelli del design.
Le nuove opportunità vanno cercate tra le pieghe di alcuni macrofenomeni in atto, in particolare la riallocazione delle importazioni, con lo spostamento delle catene di approvvigionamento verso nuovi hub regionali; l’aumento della competitività dei prodotti europei meno colpiti dai dazi rispetto a quelli di altri Paesi; i cambiamenti delle rotte commerciali, con la crescente rilevanza di mercati quali Singapore e la Corea del Sud; l’emergere di nuovi settori di cooperazione, soprattutto nei Paesi dove le aziende italiane investono direttamente piuttosto che esportare.
Puntare su innovazione e investimenti
Un altro elemento di grande rilevanza è l’accelerazione registrata nelle trattative in corso tra l’Unione europea e alcuni mercati estremamente promettenti, come il Brasile (e più in generale l’America Latina), l’India e la Thailandia. Gli accordi con questi Paesi non sono facili da raggiungere, ma è un dato di fatto che l’introduzione dei dazi americani sta spingendo verso ua più rapida chiusura di negoziati in corso ormai da anni”. Inoltre, si rileva una crescente domanda di tecnologie made in Italy da parte di Paesi, come il Giappone, in passato interessati soprattutto ai prodotti più tradizionalmente associati all’italianità, come la moda o l’arredo.
“Senza trascurare o sottovalutare le difficoltà del momento, il messaggio che emerge è di ottimismo per l’Italia - conclude Mauriello -: il nostro Paese può giocare un ruolo da protagonista nella nuova mappa del commercio mondiale, puntando su innovazione, sostenibilità e investimenti di lungo periodo””. (aise)