ItaliaChiamaItalia/ Decreto Tajani, Luciana Laspro (MAIE): i brasiliani di origine italiana sono indignati – di Ricky Filosa


ROMA\ aise\ - “Il sentimento è di ingiustizia e di tradimento, perché la cittadinanza italiana è un diritto di sangue, non un privilegio politico”. Così Luciana Laspro, Coordinatrice MAIE Brasile, che, in una intervista a Ricky Filosa per “ItaliachiamaItalia”, ha parlato degli obiettivi del Maie in Brasile e delle reazioni della comunità alla nuova legge sulla cittadinanza.
“D. Dopo il congresso MAIE a Vitória, Espírito Santo, tenutosi alcune settimane fa, come procede il lavoro del Movimento in terra brasiliana?
R. Il congresso di Vitória ha segnato un nuovo ciclo di rafforzamento e rinnovamento del MAIE in Brasile. Ne siamo usciti con una struttura più organizzata, coordinatori regionali motivati e un’agenda concreta di azioni a favore della comunità italiana in tutto il Paese. Ora il nostro obiettivo è ampliare la presenza del Movimento nelle principali città e stati, promuovendo incontri, dibattiti e iniziative culturali che rafforzino il legame tra Brasile e Italia.
D. ItaliaChiamaItalia ha recentemente intervistato i tre nuovi coordinatori MAIE nominati proprio in occasione del congresso di Vitória. Quanto è importante la costruzione di una rete territoriale in un Paese così grande come il Brasile?
R. Il Brasile è un continente. Senza una rete strutturata e attiva sarebbe impossibile rispondere alle esigenze della comunità italiana diffusa su tutto il territorio. Per questo il lavoro dei coordinatori regionali è fondamentale: rappresentano il MAIE localmente, individuano i bisogni, promuovono il dialogo con le istituzioni e mantengono viva l’italianità nelle loro regioni. L’unione e la comunicazione costante tra di loro fanno la differenza.
D. Il cosiddetto “decreto della vergogna”, voluto dal ministro Antonio Tajani, ha colpito in modo particolare il Brasile, limitando drasticamente la trasmissione della cittadinanza ius sanguinis. Cosa dicono i connazionali e i loro discendenti di fronte a una legge così penalizzante?
R. I brasiliani di origine italiana sono indignati. Il sentimento è di ingiustizia e di tradimento, perché la cittadinanza italiana è un diritto di sangue, non un privilegio politico. Questo decreto, se mantenuto, rappresenta un chiaro tentativo di spezzare il legame tra milioni di famiglie e le loro radici italiane. Riceviamo ogni giorno messaggi di preoccupazione, il MAIE è diventato la voce di questa indignazione, lottando dentro e fuori le istituzioni italiane per la revoca di una misura assurda.
D. A parte la cittadinanza, qual è la situazione dei servizi consolari in generale? Sono migliorati oppure continuano a funzionare a singhiozzo?
R. Purtroppo c’è ancora molto da migliorare. Nonostante alcuni progressi tecnologici e la dedizione di molti funzionari consolari, la struttura rimane insufficiente rispetto all’enorme domanda del Brasile. Mancano investimenti, personale e modernizzazione in diversi settori. Il MAIE continua a chiedere soluzioni concrete, proponendo riforme e chiedendo l’aumento delle risorse e dell’autonomia amministrativa dei Consolati.
D. Prossime iniziative e obiettivi del MAIE in Brasile?
R. Il nostro principale obiettivo è rafforzare la rappresentanza degli italiani all’estero, garantendo che la loro voce venga ascoltata a Roma. Continueremo a organizzare incontri con la comunità, a promuovere la partecipazione civica e a sostenere progetti culturali ed educativi dedicati alle nuove generazioni. Inoltre, stiamo preparando una grande campagna informativa sui diritti e sulla cittadinanza, per combattere la disinformazione e avvicinare ancora di più l’Italia al Brasile”. (aise)