La notizia di Ginevra/ La Console Generale, Nicoletta Piccirillo: l’esperienza di Ginevra dopo 9 mesi di attività - di Carmelo Vaccaro

GINEVRA\ aise\ - “Sono passati 9 mesi dalla presa in carica della Console Generale a Ginevra, Nicoletta Piccirillo. In questo lasso di tempo, sono migliorati i servizi consolari grazie a diverse innovazioni che sono state introdotte. La Circoscrizione consolare ha oltre 133 mila iscritti all’AIRE nei tre Cantoni: Ginevra, Vodese e Vallese. Per capire meglio la situazione attuale e le prospettive per il futuro, abbiamo incontrato la Console Generale Piccirillo che, gentilmente ha risposto alle nostre domande che vi proponiamo di seguito”. Ad intervistare la diplomatica è stato Carmelo Vaccaro per “La notizia di Ginevra”, mensile della Saig da lui diretto.
D. Può raccontarci il suo percorso professionale che l'ha portata a diventare Console Generale a Ginevra?
R. Sono entrata in carriera diplomatica nel 2002. In questi 22 anni, ha lavorato in vari uffici del Ministero e all’estero. La mia prima sede estera è stata proprio Ginevra (2006-2010), alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali. Successivamente, ho prestato servizio presso l'Ambasciata d’Italia a Il Cairo e poi presso l’Ambasciata d’Italia a Tirana come Vice Ambasciatrice e Capo della cancelleria consolare. Al Ministero ho iniziato presso il Cerimoniale Diplomatico delle Repubblica e ho proseguito lavorando nella Direzione degli Affari Politici, Ufficio Medio Oriente; al Servizio Stampa e Comunicazione del Ministero, e, da ultimo, all'Ispettorato Generale della Farnesina.
D. Quali sono state le sfide più significative che ha affrontato dal suo arrivo a Ginevra?
R. Sicuramente la sfida più impegnativa è stata occuparsi di una diffusa richiesta di passaporti e delle frustrazioni dei connazionali che non riuscivano a prendere appuntamento. Ho modificato diverse cose e siamo riusciti a raggiungere un risultato di cui io e la mia squadra siamo molto soddisfatti. Nei primi 4 mesi la massima priorità è stata data ai passaporti e abbiamo rilasciato 3.197 passaporti, con un incremento del 58% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ad oggi nel 2024 abbiamo rilasciato 7088 passaporti, con un incremento del 34 %.
Questi risultati sono il frutto di diversi fattori. Ho semplificato le procedure e soprattutto le abbiamo rese più note e più chiare all’utenza e a tutte le associazioni che aiutano la collettività. L’innovazione principale che ha dato i migliori risultati è stata quella di aprire il calendario per gli appuntamenti passaporti e CIE (il famigerato prenot@mi) ogni 15 giorni invece che ogni 2 mesi.
Questo ha alleviato la frustrazione della comunità che quando non trovava posto doveva poi aspettare altri 2 mesi per ritentare. Al tempo stesso è diminuito il numero di cittadini che non si presentano all’appuntamento (c.d. no show) che faceva perdere tempo prezioso ed andava a detrimento di chi non riusciva a prendere appuntamento per carenza di posti disponibili. Inoltre, ho deciso di pubblicare le date di apertura del calendario degli appuntamenti, questo perché la comunità mi ha manifestato il proprio disagio per l’affannosa ricerca che doveva fare per scoprire quando si apriva il calendario. Ora le date di apertura sono note e pubblicate in largo anticipo su tutti i nostri mezzi di informazione. Inoltre, con diversi e continui spostamenti del personale, ho potuto aprire anche più sportelli e questo ci ha permesso di mettere in calendario più appuntamenti passaporti.
Tra le altre misure adottate o migliorate per andare incontro alle esigenze della comunità, l’introduzione delle fasce protette per anziani over 75, donne in stato di gravidanza e portatori di disabilità; canali differenti e più rapidi per i minori di 12 anni che non devono rilasciare le impronte; un canale più regolare per la gestione delle urgenze dei passaporti, specificando in quali casi può essere attivato, e l’apertura degli uffici al pubblico un pomeriggio a settimana, il giovedì.
D. Può fornire aggiornamenti sulle attuali problematiche sui servizi consolari?
R. È importante tenere presente che un Consolato generale non fa solo passaporti. La sfida principale è riuscire a risolvere le criticità di tutti i dossier contemporaneamente. Nei primi mesi dell’anno, in seguito alla nuova legge che prevede una sanzione pecuniaria per chi non si iscrive all’AIRE, abbiamo avuto un’emergenza di iscrizioni all’AIRE perché si iscrivevano in media 850 persone al mese e si era creato un notevole arretrato, ora smaltito.
Dopo aver lavorato per riportare risultati positivi nei settori passaporti e AIRE, ho dovuto spostare la mia attenzione - e quindi la priorità del Consolato - sulle carte d’identità elettroniche, per far fronte all’enorme richiesta, e sul servizio notarile. La difficoltà principale è gestire tutte le emergenze che si creano periodicamente nei vari settori con una coperta troppo corta per coprire contemporaneamente tutti i settori in modo adeguato. L’aspetto principale del mio lavoro è, quindi, la ricerca della migliore allocazione delle risorse, inventarmi in continuazione nuove misure per aumentare la nostra efficienza, e spostare la priorità (e la coperta) di volta in volta sui settori che necessitano un rapido intervento.
D. Quali sono le principali sfide che prevede di affrontare nei prossimi anni?
R. La sfida è avere comunità in continua e rapida crescita (quando sono arrivata a gennaio vi erano 129.500 iscritti AIRE, oggi siamo oltre 133.000) con uno staff che invece è andato diminuendo; tra partenze e presenze temporanee siamo circa 22 persone, ufficio Scuola compreso. Di fronte a questi numeri è importante non scoraggiarsi, credere che possiamo fare sempre meglio e soprattutto non lasciarsi mai travolgere dalla sensazione di svuotare il mare con un secchiello, che induce nella tentazione di fare solo l’indispensabile perché tanto l’impresa è impossibile.
L’altra grande sfida è stata far conoscere il nostro lavoro all’esterno del Consolato, far capire alla comunità l’iter dell’erogazione di un servizio consolare. Fare arrivare le informazioni corrette alla comunità e fare in modo che vengano correttamente recepite è per me una priorità, ma non è facile.
D. A suo parere, in che modo i Consolati intendono adattarsi ai cambiamenti globali, come le tecnologie digitali e la globalizzazione?
R. Forse è più il caso di chiedersi come la collettività si adatterà alla digitalizzazione verso cui vanno i Consolati. La Pubblica Amministrazione italiana è la più digitalizzata in Europa. Oggi moltissime operazioni si possono fare sul portale FAS-IT, ma molti italiani preferiscono ancora la modalità cartacea, che richiede tempi più lunghi. Un esempio è il codice fiscale, che dal 15 luglio si può fare agevolmente su FAST-IT in tempi rapidi. Il tesserino non è necessario, basta avere il numero del codice fiscale e il codice a barre che viene prodotto dal portale. Tuttavia, la maggioranza degli italiani vuole il tesserino, una pratica di rilascio che a noi richiede molto più tempo e a cui io intendo dedicare sempre meno personale. Infatti, ritengo che le risorse vadano impiegate sui servizi dove il connazionale non ha alcuna alternativa al Consolato, come passaporti e CIE.
Molti ancora vogliono fare le pratiche di iscrizione e variazione di indirizzo AIRE cartacee, una cosa che su FAST-IT si fa in pochi minuti.
È vero che FAST-IT richiede ancora molti miglioramenti, ma è il futuro e diventerà obbligatorio per molti servizi, liberando personale per quanti non hanno modo di accedere alla digitalizzazione (come gli anziani), e per i servizi dove è necessario puntare.
D. Che messaggio vorrebbe trasmettere ai nostri connazionali della Circoscrizione?
R. Lo stesso che ho dato quando sono arrivata: contate su di me, io conto su di voi. In questa che può sembrare una banalità c’è la chiave di volta per far funzionare le cose. Il Consolato Generale, a cominciare da me, è qui per la Comunità. Al servizio della Comunità. Ma i connazionali all’estero, come tuti i cittadini, hanno dei doveri verso lo Stato e quindi la Pubblica Amministrazione. È importante chiedersi cosa è necessario fare prima di richiedere un servizio consolare, vi sono sempre adempimenti da parte dell’utenza. Per questa ragione è fondamentale informarsi, leggere il nostro sito con attenzione, esattamente come facciamo in Italia prima di rivolgerci ad un ufficio pubblico per avere un servizio e credo anche in Svizzera. Il messaggio principale è un invito ad approcciarsi al Consolato Generale con buona fede, a giudicarci dopo averci conosciuto e non per sentito dire. A considerare che in Consolato lavoriamo al meglio delle nostre forze. Sappiamo che molto c’è ancora da migliorare e continuerà sempre ad esserci spazio per migliorare; il percorso per erogare servizi consolari in modo puntuale e corretto non finisce mai. Le osservazioni e le critiche costruttive sono sempre ben accette, ma formulate conoscendo effettivamente le cose”. (aise)