La Repubblica/ “Italiani glocal”: convegno a Londra quattro anni dopo la Brexit - di Alessandro Allocca

LONDRA\ aise\ - “A quattro anni dall’entrata in vigore della Brexit - era il 31 gennaio del 2020 quando il Regno Unito lasciò ufficialmente l’Unione Europea - alcuni dei rappresentanti della comunità italiana di Londra si sono incontrati in occasione di un convegno dal titolo “Italiani Glocal: il contributo economico e culturale degli italiani all’estero e di coloro che rientrano”. L’obiettivo comune era quello di tracciare un bilancio di come la stessa comunità si sia evoluta e abbia prosperato nel corso dei decenni pre-Brexit e quali nuove sfide ha dovuto affrontare. Sfide che gli italiani di Gran Bretagna dovranno continuare a sostenere anche negli anni a seguire in considerazione dei nuovi rapporti economici, sociali, politici che il Regno Unito ha scelto di avere con i 27 Stati dell’UE, Italia compresa. In questi nuovi equilibri, la domanda centrale che è emersa durante il convegno è stata: qual è il supporto che le due Nazioni, Regno Unito come paese ospitante e Italia come paese d’origine, possono continuare a dare agli italiani in questo particolare periodo storico?”. Presente all’incontro anche il giornalista Alessandro Allocca, che firma un articolo pubblicato sul portale on line del quotidiano La Repubblica, in cui riporta un resoconto dell’iniziativa.
“L’incontro è nato da un’idea di Leonardo Simonelli, ex presidente della Camera di commercio italiana a Londra, e organizzato da Club di Londra, Talented Italians in the UK e UK Confederation, guidati rispettivamente da Rocco Forte, Brunello Rosa e Stefano Potortì.
Si è tenuto all’interno della National Gallery, da qui il benvenuto dato a tutti i presenti dal direttore del museo, Gabriele Finaldi, il quale ha sottolineato “come la cultura italiana sia una di quelle maggiormente radicate nel Paese, molto più di tante altre estere. Il merito va dato ai tanti ambasciatori dell’italianità che hanno offerto il loro contributo in vari ambiti, nel corso dei decenni”.
Alcuni erano presenti all’incontro, come Carmine Carnevale che, insieme al figlio Luigi, ha presentato il libro “Da Capracotta a Londra“ raccontando la sua emigrazione avvenuta negli anni Sessanta e partita da un piccolo villaggio del Molise, culminata con l’apertura di uno dei più importanti centri di distribuzione di cibo italiano in UK. Mentre Piero Bassetti, con il suo libro-manifesto “Let's wake up italians“, ha offerto una riflessione approfondita sull’importante contributo degli italiani che scelgono di rimanere all'estero, prosperando e arricchendo le comunità internazionali con il loro ingegno, competenze e valori, e di coloro che, tornando in patria, portano con sé un prezioso bagaglio di esperienze, cultura e ricchezze.
Ulteriori testimonianze sono state poi condivise dagli altri ospiti dell’incontro, tra i quali Andrea Bonomi e Alberto Braghò, esperti di Finanza, Richard Gadeselli, per anni dirigente per Fiat UK, Luigi Lavarini, chairman della catena "Spaghetti House”, Domenic Pini della British Italian Law Association, Maurizio Fazzari, vicepresidente dell’Accademia della Cucina, e Dominic Rossi, esperto di consulenza internazionale. Un successivo contributo è giunto da Riccardo Smimmo, ministro consigliere e vice capo missione presso l’Ambasciata d'Italia a Londra.
Nel suo intervento Brunello Rosa ha invece ampliato il raggio d’azione, forte della sua decennale esperienza acquisita come professore della London School of Economics and Political Science, oltre che esperto di politica economica globale e presidente della Talented Italians in the UK, organizzazione che ogni anno premia i migliori talenti italiani che vivono e lavorano nel Regno Unito. “La comunità italiana ha sicuramente sofferto dall’attuazione della Brexit”, ha detto, “soprattutto per via dei numerosi vincoli che sono stati imposti alle frontiere britanniche per le persone che giungono dagli altri paesi dell’Unione Europea. Questo ha minato la stabilità dello storico ponte che era stato costruito tra Italia e Regno Unito, permettendo a centinaia di migliaia di persone, soprattutto giovani, di trovare proprio nell’Inghilterra il territorio giusto dove studiare, emergere, realizzarsi. Ma c’è anche un altro aspetto che sta intaccando la cosiddetta “brain circulation”, più comunemente identificata come quel flusso di “cervelli” i quali, una volta fatta esperienza all’estero, scelgono di rientrare in Italia portando con loro il bagaglio acquisito di conoscenze a favore del territorio d’origine. Le autorità italiane purtroppo non li stanno agevolando su questo fronte, soprattutto con il recente taglio alle agevolazioni fiscali per coloro che scelgono da quest’anno di tornare in Italia. Da una parte la Brexit, dall’altra i tagli, diventa chiaro come gli italiani nel Regno Unito stiano vivendo un periodo storico davvero particolare e molto difficile. E di questo me ne dispiaccio. Londra purtroppo non è più quella terra di conquista dove venire a cercare fortuna, come lo è stato per me e per tantissimi miei colleghi e concittadini. Però non scoraggiamoci, perché è nostro compito portare all’attenzione delle autorità competenti, di entrambi i fronti, le criticità che evidenziamo nella vita di tutti i giorni, affinché possano prendere decisioni in merito. Il massimo sarebbe un cambio di rotta sulla Brexit, un vero e proprio passo indietro sulla decisione presa, ma non credo che avverrà. O, almeno, non nel breve futuro”.
Nel frattempo, le varie associazioni di italiani presenti nel Regno Unito stanno lavorando su più piani per continuare a rendere il più stabile possibile quel ponte culturale, sociale ed economico tra i due paesi. “Questo evento ha rappresentato la capacità degli italiani di poter fare sinergia”, ha aggiunto Stefano Potortì di UK Confederation, “anche attraverso la partnership di associazioni che operano su diversi fronti. Ammetto che forse è uno dei rari esempi di collaborazione istituzionale dove, come è noto, l’Italia non spicca per primato. Fortunatamente però le cose stanno cambiando e noi, qui a Londra, ne siamo un esempio concreto””. (aise)