La voce di New York/ Assemblea Generale ONU, Lazzarini lancia un appello per salvare l’UNRWA – di Simone d'Altavilla

UN Photo/Evan Schneider

NEW YORK\ aise\ - “L’UNRWA, l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, è al centro di accese polemiche e rischia di chiudere anche per una profonda crisi finanziaria, da quando Israele ha accusato, alla fine di gennaio, 12 dei suoi dipendenti di coinvolgimento nell’attacco del 7 ottobre compiuto da Hamas. Per questo il capo dell’UNRWA, il francese Philippe Lazzarini, in una lettera indirizzata al presidente dell’Assemblea Generale Dennis Francis, aveva chiesto aiuto sottolineando che l’Agenzia più antica delle Nazioni Unite “è arrivata a un momento critico, con i ripetuti appelli di Israele al suo smantellamento e al congelamento dei finanziamenti dei donatori a fronte di una situazione senza precedenti sui bisogni umanitari a Gaza”. Per quanto riguarda le indagini in corso, il Segretario Generale Antonio Guterres ha ricevuto un primo rapporto da parte degli investigatori. Lazzarini, da parte sua, ha insistito sul fatto che Israele non ha fornito ancora “nessuna prova” in merito alle accuse contro i 12 dipendenti”. Così scrive Simone d’Altavilla su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Giampaolo Pioli.
“Così il Presidente di UNGA78 ha organizzato per lunedì 4 marzo un dibattito all’Assemblea Generale per cercare di scuotere i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite a venire in soccorso dell’UNRWA, che secondo Francis “si trova di fronte a un collasso imminente”.
“UNRWA è stata l’unica ancora di salvezza per il popolo palestinese – ha affermato Francis. -I suoi servizi servono quasi sei milioni di rifugiati, con scuole e assistenza sanitaria a Gaza, Cisgiordania, Libano, Giordania e Siria. L’Agenzia potrebbe non sopravvivere senza un’azione immediata e decisiva”. Alla sua nascita nel 1949, era stata concepita come una misura temporanea in attesa della risoluzione del conflitto israelo-palestinese, che non è mai realmente avvenuta.
“Non abbandoniamo per inerzia e inazione la nostra responsabilità nei confronti del popolo palestinese né disonoriamo la memoria dei 160 membri del personale dell’UNRWA che sono stati uccisi a Gaza durante l’attuale crisi”, ha ricordato Francis, chiedendo la fine immediata della carneficina e della tragedia che ha causato troppe vittime. “Cogliamo l’urgenza di questo momento non solo per sostenere l’Agenzia nella ricostruzione, ma per trovare una soluzione permanente a questo conflitto insensato e brutale”, ha concluso.
Anche il Commissario generale dell’UNRWA Lazzarini ha iniziato il suo briefing all’Assemblea Generale sottolineando che l’Agenzia “è a un punto di rottura”. Ha detto che la sofferenza a Gaza è impossibile da descrivere adeguatamente. Più di 30 mila palestinesi sono stati uccisi dall’inizio della guerra e il 5% della popolazione dell’enclave è morta, ferita o dispersa. C’è anche una grave carenza di forniture mediche e salvavita essenziali e una carestia è incombente. “Ho i brividi al pensiero di ciò che verrà ancora rivelato sugli orrori che hanno avuto luogo in questa stretta striscia di terra”, ha detto Lazzarini.
Il Commissario generale dell’UNRWA ha rivelato agli Stati membri che il 18 gennaio, una settimana prima dell’ordinanza emessa dalla Corte internazionale di giustizia (ICJ), è stato informato dalle autorità israeliane che 12 dei 30 mila membri del personale dell’Agenzia sarebbero stati coinvolti nei terribili attacchi del 7 ottobre. “Da quel giorno non mi sono state fornite ulteriori informazioni, ma la gravità delle accuse richiedeva un’azione rapida – ha raccontato. – Ho rescisso i contratti di queste persone nell’interesse dell’Agenzia”. Ha poi ricordato anche l’indagine in corso da parte dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di supervisione interna (OIOS). “Separatamente, il Segretario Generale ha commissionato una revisione indipendente del nostro approccio alla gestione del rischio e alla neutralità”, ha aggiunto.
Lazzarini ha inoltre osservato che 16 Paesi hanno sospeso i loro finanziamenti, per un totale di 450 milioni di dollari in meno, nonostante le azioni rapide e decisive e la natura infondata delle accuse. “L’UNRWA non ha la capacità di assorbire gli shock finanziari, soprattutto mentre a Gaza infuria la guerra”, ha spiegato, sottolineando che con i finanziamenti degli Stati membri e dei donatori, le operazioni dell’UNRWA possono continuare e “rimanere un’ancora di salvezza” per i rifugiati palestinesi in tutta la regione. Tuttavia, ha avvertito che senza fondi, l’Agenzia si troverà in “un territorio inesplorato, con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza globale”.
Per Lazzarini l’UNRWA sta affrontando una “campagna deliberata e concertata” per indebolire le sue operazioni e, infine, porvi fine. “Parte di questa campagna implica inondare i donatori con disinformazione progettata per alimentare la sfiducia e offuscare la reputazione dell’Agenzia”, ha detto, con il Primo Ministro israeliano “che afferma apertamente che l’UNRWA non farà parte della Gaza del dopoguerra”.
Lazzarini ha esortato gli Stati membri a impegnarsi in un processo politico per la pace tra palestinesi e israeliani e a tracciare la transizione dell’UNRWA solo in questo contesto. Nell’immediato, ha lanciato un appello all’Assemblea Generale affinché colmi il divario tra il mandato e i finanziamenti dell’UNRWA, garantendo il sostegno alle sue operazioni. Lazzarini ha inoltre esortato gli Stati membri che cercano alternative a farlo in modo da non compromettere il diritto all’autodeterminazione dei rifugiati palestinesi.
“Gli ultimi 75 anni ci hanno dimostrato che senza una soluzione politica, le guerre si ripetono e generazioni di palestinesi e israeliani soffrono – ha dichiarato Lazzarini. – La comunità internazionale ha reso possibile questo circolo vizioso non riuscendo a garantire la pace per decenni. Questo non può continuare”.
Poi Lazzarini ha incontrato, in un’affollata conferenza stampa, i giornalisti. Rispondendo a poche domande – doveva prendere un aereo – ha per lo più espresso gli stessi concetti appena detti in Assemblea Generale. Quando gli è stato chiesto se si fosse pentito di aver rivelato subito quello che Israele gli aveva detto “oralmente” e senza consegnargli alcuna prova, Lazzarini ha risposto: “No, non sono pentito. Non avrei potuto tenere per me una tale informazione. Semmai non mi aspettavo che dopo aver detto pubblicamente quello di cui mi aveva informato il governo israeliano, nel giro di poche ore ben 16 Paesi avrebbero tagliato i fondi a UNRWA. Ecco, in modo così veloce e in così tanti, di certo è stata una sorpresa””. (aise)