La voce di New York/ Disabilità: Alessandra Locatelli mostra all’ONU il talento in cucina dei disabili – di Stefano Vaccara

NEW YORK\ aise\ - “I disabili italiani mostrano alle Nazioni Unite il loro talento in cucina. In occasione della missione a New York del ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli per partecipare alla conferenza ONU COSP17 (17ma Conferenza annuale tra gli Stati firmatari della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità), l’Italia ha organizzato un pranzo al Palazzo di Vetro in cui persone con disabilità hanno preparato una serie di piatti, dalla pizza alla pasta al pesto, dalle carni ai fritti di pesce, dai dolci conditi dall’aceto balsamico”. A scriverne è Stefano Vaccara che ha intervistato il Ministro per “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Giampaolo Pioli.
“Sono intervenuti, con il ministro Locatelli, lo chef Antonio Ciotola, della Federazione Italiana Cuochi; Elena Appiani, direttrice internazionale dei Lions e Global Action Team Leader, e Serafino Corti, coordinatore del Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.
I piatti accolti con applausi sono stati presentati dalle associazioni Breakcotto, Luna Blu, PizzAut, Rullifood, Rurabilandia e il Tortellante. Lo scopo per Locatelli è sempre quello di “avere una prospettiva nuova e guardare potenzialità e non ai limiti delle persone”. I ragazzi e ragazze delle associazioni hanno preparato nelle cucine del Palazzo di Vetro le loro specialità, offrendo una dimostrazione pratica delle loro abilità ai fornelli. “La cucina è un’eccellenza italiana e noi vogliamo dimostrare che si lega benissimo ai talenti e alle competenze di ogni persona, in particolare in questo caso delle persone con disabilità – ha detto Locatelli – Le persone con disabilità sono un’eccellenza, ognuno con le proprie capacità”.
“Al prossimo G7 in Umbria – ha aggiunto la ministra – dove ho invitato tutti a partecipare, il 14 ottobre, per la prima volta nella storia ci sarà un vertice dedicato all’inclusione e alla disabilità e sarà aperto a tutti. Le delegazioni ministeriali saranno ricevute da me non in un palazzo ma in piazza delle Basilica dei frati minori ad Assisi, che è un simbolo di partecipazione, di inclusione e di pace e di coinvolgimento per tutti”.
Dopo il pranzo offerto dall’Italia con l’affollata partecipazione di diplomatici e giornalisti, alla fine degli ultimi incontri bilaterali, il ministro Locatelli ha accettato di rispondere alle domande della Voce di New York.
D. Ministro Locatelli siamo al Palazzo di Vetro dell’ONU dove lei è intervenuta a importanti riunioni sulla disabilità. Ecco cosa pensa di questa conferenza, ma è veramente utile alle persone che hanno bisogno? A cosa servono questi eventi?
R. Io direi proprio di sì perché abbiamo avuto l’occasione in tutti questi anni con gli stati che fanno parte della COSP di coltivare rapporti e di incentivare il lavoro e le strategie e soprattutto di scambiare le buone prassi dei nostri paesi. Questo è stato un luogo importante per ritrovarci ogni anno e fare il punto e quindi stimolante anche per fare di più e meglio in ogni paese, ci mantiene insomma l’attenzione viva. Quindi è stato sicuramente positivo, è importante il lavoro fatto fino ad oggi e anche quello che ci sarà in futuro.
D. Abbiamo ascoltato il suo discorso ieri in Assemblea generale. è stato un discorso forte, è sembrato che lei parlasse col cuore ad un certo punto. Alla fine ha detto che era proprio quello che sentiva, che sperava che la forza del suo messaggio arrivasse. Ecco, con 193 paesi in aula, con 193 culture, 193 modi di vedere diversamente i problemi, lei pensa che sulla disabilità si possa comunque riuscire a trovare un modus operandi comune?
R. Certo Infatti proprio nel mio discorso ho fatto appello ad unirci in un’unica voce. Almeno su alcune tematiche ho citato l’accessibilità universale, ho citato la promozione del progetto di vita che per noi è uno strumento fondamentale di partecipazione a partire dai desideri della persona e che accompagna la vita della persona nella vita più autonoma e indipendente possibile e ho citato il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile sociale e politica dei nostri paesi. Un’unica via è possibile, io sto cerando di trovare questi punti di incontro con tutti i paesi che incontro, con i quali dialogo e credo che questo verrà trasmesso anche nel prossimo G7 in Italia.
D. Siamo all’Onu ma qui siamo anche negli Stati Uniti: c’è qualcosa nelle politiche degli USA, o dello stato di New York, che lei vorrebbe copiare per l’Italia sull’approccio alle politiche per la disabilità e, viceversa, qualcosa che consiglierebbe agli Stati Uniti di prendere dall’Italia?
R. Sicuramente gli Stati Uniti investono moltissimo sulla ricerca, sono un paese all’avanguardia in questo settore e anche l’anno scorso ho avuto modo di visitare un centro di ricerca. Mi ha colpito davvero l’efficienza, insomma nel progredire anche con tanti medici che dall’Italia arrivano per supportare questi percorsi. Credo che l’Italia possa dalla sua invece vantare un sistema di presa in carico della persona che mette insieme i vari aspetti della vita quotidiana a partire però dal benessere della salute che è universale per noi, nel supporto ma anche che ha una sua continuità. Poi nell’accompagnamento alla vita reale, cioè nella dimensione sociale, quella dimensione sociale che rende dignitosa la vita della persona quindi c’è forse un po’ più di connessione tra questi ambiti ricerca, servizi sanitari servizi socio assistenziali e servizi sociali. Noi stiamo migliorando ancora di più questo approccio con una riforma che è stata appena approvata e che cambierà ancora in meglio la visione per il futuro ministro.
D. All’Onu si discute di conflitti, di guerre in cui soffrono in questo momento tutti i civili. Soprattutto per i disabili immaginiamo le difficoltà in questo momento, soprattutto un disabile che si trova in Ucraina o a Gaza. Ecco secondo lei c’è un modo per rendere la legge internazionale più protettiva nei confronti dei disabili nelle zone di conflitto?
R. Sicuramente sono momenti complessi per tutto il mondo in cui tante persone soffrono a causa delle guerre. Effettivamente le persone con disabilità e le loro famiglie sono ancora più isolate più a rischio più penalizzate e anche più difficili da evacuare. Questo è un tema che è stato molto trattato ieri nella discussione plenaria e che tratteremo anche al prossimo G7 inclusione e disabilità, quello del soccorso alle persone con disabilità perché è chiaramente molto complesso dare le risposte e non ci sono strategie comuni. Quindi dobbiamo iniziare a lavorare per metterle a sistema e credo che quando parliamo soprattutto del tema delle guerre sia ancora più doloroso immaginare la situazione in cui le persone con disabilità e le loro famiglie rimangono coinvolte. Quindi hanno un ruolo fondamentale, nel supporto umanitario, anche il fatto di poter nella ricostruzione immaginare dei percorsi alla vita quotidiana che siano dignitosi per tutti. Però c’è ancora molto da fare e soprattutto Io mi auguro che finiscano il prima possibile questi conflitti e che si possa portare supporto necessario e costruire insieme ai diversi paesi un percorso comune di condivisione di pace e non solo di assistenza, ma di valorizzazione delle persone.
D. Ultima domanda ministro: lei è un’esponente della Lega. Ecco il suo partito, almeno qui dagli Stati Uniti e dagli italiani che vivono lontano, viene percepito come una forza politica meno solidale, che non presta molta attenzione ai più deboli. Il fatto che lei invece sia ministro delle disabilità, ci vuol spiegare come è avvenuto? Lei appartiene a un partito come la lega, ma ha avuto un’esperienza di volontariato anche in Africa. Ecco ci spieghi a livello personale il suo approccio con la linea del suo partito e la lotta che fa per i disabili.
R. Ma la linea del mio partito, la Lega, è molto chiara. Anche perché è il partito che ha voluto il ministro e il Ministero per le disabilità 6 anni fa, quando non c’era ed è stato proprio il nostro leader Matteo Salvini a chiedere al governo di allora di istituire un Ministero appositamente dedicato alla disabilità e l’inclusione e abbiamo continuato anche in questi anni a portare avanti questo impegno e devo dire che non solo il leader Salvini, ma anche tutti gli altri nostri esponenti dei territori hanno una particolare attenzione alle persone, una particolare attenzione all’ascolto e al dialogo. Tanto è vero che molti dei nostri sindaci sono coinvolti direttamente anche nel mondo delle associazioni e del terzo settore o lavorano e valorizzano questo impegno del mondo del terzo settore delle associazioni. Io ho una mia storia personale che qualcuno forse conosce, ho lavorato per tantissimi anni per il mondo sociale della disabilità, della gravissima disabilità soprattutto intellettiva e relazionale ma anche per pluri patologie complesse e la storia della mia vita parte dal volontariato poi diventa lavoro, ma diventa qualcosa di più nel corso del tempo: diventa vera passione! Ma prima ancora di intraprendere il mondo del volontariato e del lavoro Io sono entrata a far parte della Lega, quando frequentavo le scuole superiori. Quindi tutto è andato avanti in maniera parallela, in maniera coerente e in maniera assolutamente in linea con la politica del mio partito”. (aise)