La voce d’Italia/ Immigrazione negli USA, addio sogno americano – di Mauro Bafile


CARACAS\ aise\ - “Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, parlare in spagnolo, avere l’accento latino-americano o semplicemente avere la carnagione un po’ più scura o un tatuaggio trasforma qualunque cittadino in un potenziale delinquente. Sono stati sei mesi che hanno trasformato l’immagine degli Stati Uniti, il paese che era esempio di progresso, di rispetto dei diritti civili, della libertà. Oggi, dopo un semestre di Governo Trump, si è trasformato per gli immigrati “latinos” da “sogno americano” ad “incubo americano”. Un incubo, sia per chi vive legalmente nel Paese; sia per chi si nasconde all’ombra dell’illegalità e sia per chi spera in un disguido della polizia per varcare la frontiera percorrendo i sentieri tracciati da coloro che approfittano della disgrazia altrui per arricchirsi”. Inizia così l’editoriale che il direttore Mauro Bafile ha firmato per “La voce d’Italia”.
“Sono tanti i venezuelani negli Stati Uniti che vivono spaventati nel limbo dell’insicurezza. Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, parlare in spagnolo, avere l’accento latino-americano o semplicemente avere la carnagione un po’ più scura o un tatuaggio trasforma qualunque cittadino in un potenziale delinquente. Quindi, soggetto ai capricci degli agenti dell’ICE, il corpo di polizia del “Servizio di Immigrazione e Controllo delle Dogane”.
Gli arresti arbitrari e le deportazioni altrettanto arbitrarie si sono moltiplicati in maniera esponenziale. Il maggior pericolo è la deportazione a El Salvador, il trasferimento al “Terrorism Confinement Center”, la mega-prigione voluta dall’apprendista dittatore, Nayib Bukele, e costruita in una regione inospitale nel mezzo del nulla.
Quella di Trump, applaudita dall’America più retrograda e reazionaria, è la politica dell’umiliazione. È una strategia, pianificata e intenzionale, che, attraverso la degradazione del “non cittadino”, si propone di inviare un messaggio chiaro ai paesi di origine. Solo resta vedere se la strumentalizzazione del bullismo migliorerà i rapporti di potere a livello nazionale o internazionale o se avrà conseguenze collaterali inattese.
Ad aggravare la situazione degli immigranti illegali è l’accesso degli agenti dell’ICE ai dati personali dei beneficiari del “Medicaid”, l’assistenza gratuita di cui godono i cittadini americani in condizione di povertà. E cioè circa 79 milioni di persone. L’archivio di Medicaid, che per ordine di un Tribunale non gode più della “privacy”, comprende gli indirizzi di residenza che permetterebbero di rintracciare potenziali immigrati che potrebbero vivere illegalmente nel Paese. E, quindi, trasformare in realtà la deportazione di tre mila immigranti al giorno, come è nell’intenzione dell’Amministrazione Trump.
Prima le scuole, poi, le chiese, quindi i tribunali e ora anche i centri di assistenza sanitaria. Sono tutti luoghi pericolosi, quindi proibiti, per i latinoamericani che risiedono illegalmente nel Paese. Ma anche per i cittadini statunitensi che ora vivono nel timore di essere coinvolti nei raid dell’ICE.
Il Medicaid è un programma sanitario negato a chi vive illegalmente negli Stati Uniti. Ma la legge federale impone che sia data copertura a prestazioni “salvavita” nelle emergenze a chiunque, statunitense o no, ne abbia bisogno.
Il voto latino ha determinato il ritorno di Trump alla Casa Bianca. I primi ad applaudire la vittoria del Tycoon furono proprio i latinoamericani, in particolare i venezuelani, proprio quelli ora nel mirino dell’inquilino della Casa Bianca.
I primi sei mesi di Trump alla Casa Bianca hanno determinato una svolta della politica nei confronti dell’immigrazione, trasformando la tolleranza in intolleranza. Ricorda l’epoca buia del maccartismo. Ma negli anni ‘40 e metà degli anni ‘50, ad essere vittime di accuse e di persecuzione erano le persone sospettate di simpatia comunista o filosovietiche. Oggi la persecuzione non è politica. Ad essere oggetto di soprusi sono le frange più deboli della società. Chiunque sospettato di essere latino-americano illegale, anche senza realmente esserlo o addirittura essendo americano, figlio di immigranti, può essere vittima di licenziamenti e di isolamento, può finire in “liste nere” e può essere deportato come un qualunque delinquente, anche senza prove concrete. È la nuova America, quella che rinnega l’immigrazione dimenticando che proprio l’immigrazione negli anni ha contribuito a renderla grande. È l’America che nega i diritti civili e calpesta quelli umani. È l’America che vuole Trump”. (aise)