La voce d’Italia/ Villa Pompei, 33 anni di amore e solidarietà: l’eredità viva degli italiani in Venezuela


CARACAS\ aise\ - “Trentatré anni fa, sulle verdi colline di Los Altos Mirandinos, un sogno di solidarietà prese forma e divenne realtà. Era il 18 ottobre 1992 quando un gruppo di imprenditori italo-venezuelani – Giorgio Mazzucchelli, Amedeo Di Lodovico, Guglielmo Faccioli, Francesco Piccardo, Antonio Pinzani, Franco Lualdi, Raffaele Cavallin…. e tanti altri che in un modo o in un altro hanno collaborato – inaugurarono Villa Pompei, una casa di riposo costruita con amore e spirito di servizio per accogliere gli anziani più fragili della collettività italiana in Venezuela”. È quanto si legge su “La voce d’Italia” diretta da Mauro Bafile.
“Il progetto, disegnato dall’architetto Antonio Pinzani, richiese dieci anni di lavoro, raccolte fondi, sacrifici e una straordinaria mobilitazione di volontari. Nacque così un luogo che, come scrisse una volta una giornalista della Voce d’Italia, “profuma di serenità e di dignità, dove il tempo sembra fermarsi e la vita ritrova il suo ritmo umano”.
UN’EREDITÀ CHE CONTINUA
Oggi i fondatori non ci sono più, ma la loro visione continua a vivere grazie ai figli e ai successori. Sergio Mazzucchelli e Salvatore Di Lodovico hanno raccolto la staffetta, affiancati da un rinnovato consiglio direttivo in cui emergono nomi della nuova generazione italo-venezuelana, tra cui Franco De Antoniis e Leonel Ungreda; e altri giovani impegnati nel volontariato e nella gestione quotidiana della struttura.
Villa Pompei è oggi un complesso che si estende su oltre 7000 metri quadrati e ospita decine di anziani. Tra loro, Rita Campani, 89 anni, nata a La Spezia, che racconta: “Quando non avevo dove vivere, la madre Domitilla mi disse: ‘Vieni e scegli la stanza che vuoi’. Da allora Villa Pompei è la mia casa, e morirò qui felice”.
Anche Grazia Gaglio De Saputo, siciliana di 78 anni, vive lì da dodici anni: “Non so cosa sarebbe stato della mia vita senza Villa Pompei. Qui ho trovato una famiglia, persone con cui condividere, discutere, abbracciarmi. È casa mia”.
LE SUORE, CUORE PULSANTE DELLA CASA
Fin dai primi giorni, la casa di riposo è stata guidata spiritualmente dalla Congregazione delle Suore Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù, che ne custodisce ancora oggi l’anima.
Per decenni, Madre Domenica Pellegrino Polidoro, conosciuta affettuosamente come Madre Domitilla, ne fu il simbolo più luminoso: una donna di fede e dedizione, scomparsa nel 2021, che lasciò un’eredità preziosa raccolta dalle sue consorelle suor Delia, suor Yoselin e suor Ana.
“Le suore sono i nostri angeli”, diceva spesso Mazzucchelli. “Si alzano alle quattro del mattino, preparano i pasti, curano gli ospiti, pregano per loro. Sono il cuore di Villa Pompei”.
UN MODELLO DI SOLIDARIETÀ E BUONA GESTIONE
Dietro il clima di serenità e affetto che si respira a Villa Pompei c’è un’organizzazione solida e una disciplina rigorosa. L’associazione che la gestisce, la “Cristoforo Colombo”, è un ente senza fini di lucro che si sostiene grazie a donazioni, contributi volontari e al costante impegno della comunità.
“Non è facile mantenere una struttura così grande,” ricordava Mazzucchelli in una delle sue interviste. “Ma la nostra forza è nella trasparenza e nella fede: qui nessuno ruba, e quando manca qualcosa, qualcuno mette mano al proprio portafoglio”.
L’assistenza medica, la fisioterapia, la cucina, la lavanderia e la manutenzione sono gestite interamente all’interno. Ogni giorno vengono preparati centinaia di pasti, curati gli spazi verdi e mantenuti i servizi essenziali, come i serbatoi d’acqua e i sistemi di purificazione.
UN LUOGO DI DIGNITÀ E SPERANZA
Passeggiando nei giardini di Villa Pompei, tra i colori vivi della natura e la quiete del luogo, si capisce che questa casa è molto più di un’istituzione assistenziale. È un simbolo di ciò che la solidarietà italiana ha saputo costruire nel mondo: un luogo dove l’amore si fa azione, dove la vecchiaia non è abbandono ma rinascita.
Oggi, nel 33° anniversario della sua fondazione, la collettività italo-venezuelana celebra non solo la memoria dei suoi pionieri, ma anche la tenacia di chi continua a far vivere la loro opera.
Perché come diceva lo stesso Mazzucchelli: “Un padre, una madre, un nonno non si abbandonano mai. L’assistenza è amore organizzato, non elemosina.”
E a Villa Pompei, quell’amore continua a fiorire ogni giorno, da 33 anni; e lo afferma con convinzione Sergio Mazzucchelli, attuale presidente della Fondazione Villa Pompei: “Villa Pompei è nata dall’amore dei nostri genitori e dal desiderio di offrire una casa piena di calore e dignità ai nostri anziani. Oggi, come seconda generazione, seguiamo il loro esempio con il cuore aperto e con la speranza che questo legato continui a illuminare molte altre vite”.
UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE
La Voce d’Italia si unisce con affetto agli auguri e ai riconoscimenti che in queste settimane giungono a Villa Pompei. Da oltre tre decenni seguiamo la sua storia, testimoni di una realtà che incarna lo spirito migliore dell’emigrazione italiana: lavoro, dedizione e solidarietà.
Nel nome dei fondatori e delle nuove generazioni, Villa Pompei resta un faro di umanità che illumina il cammino di tutta la comunità italiana in Venezuela”. (aise)