L’ItaloAmericano.org/ Tra passato e presente: Carlo Caccavale su come l’architettura sta cambiando la faccia di Los Angeles – di Silvia Nittoli
Photo: Vittoria Zupicich
SAN FRANCISCO\ aise\ - “Inaugurata nello storico quartiere di West Adams, la nuova sede di AIALA, American Institute of Architects di Los Angeles, si trova all’interno di una banca del 1927, rimasta abbandonata per circa quarant’anni. L’edificio non è stato abbattuto ma solo rinnovato per renderlo più adatto alle esigenze attuali: dove una volta c’era la cassaforte, ora c’è la stanza per le conferenze, e quello che è stato possibile recuperare del pavimento è diventato una decorazione che richiama la forma di un albero, in omaggio a Frank Lloyd Writght e ai suoi alberi della vita. “Questa è la nostra filosofia: mantenere una struttura e migliorarla, non distruggerla per crearne un’altra”. A dirmelo è Carlo Caccavale, direttore esecutivo di AIALA, l’equivalente statunitense dell’Albo degli architetti, che a Los Angeles ha il suo terzo ufficio più grande degli Stati Uniti, con circa 4700 membri”. Così scrive Silvia Nittoli che ha intervistato Caccavale per l’ItaloAmericano.org, magazine diretto a San Francisco da Simone Schiavinato.
“Una realtà che tra le varie missioni ha quella di promuovere un concetto di architettura che non sia soltanto piacevole agli occhi, ma che sia anche funzionale e che punti al recupero gli edifici già esistenti. “Questo ovviamente per varie ragioni, la prima su tutte è la sostenibilità ambientale”, mi spiega Caccavale, romano di nascita e californiano di adozione. “Vorremmo eliminare la vanità di costruire sempre qualcosa di nuovo, cosa che la città di Los Angeles ha fatto per moltissimo tempo”.
D. Quando ha iniziato a prendere piede la filosofia della conservazione piuttosto che della demolizione?
R. Dopo gli anni ’70, con la riqualificazione di Downtown. Il primo progetto nell’Arts District è stata la conversione del Biscuit Building, che era una fabbrica di biscotti. Invece di essere demolito, l’edificio è stato riadattato e questa enorme fabbrica è diventata una residenza con loft.
D. Quali aree avrebbero potuto essere preservate in passato anziché essere sostituite da nuove strutture?
R. Un esempio tra molti è l’area di Bunker Hill, dove ora si trovano la Disney Hall e il Museo Broad. Un tempo c’erano tutte ville vittoriane, rimaste intatte fino ai primi del ‘900. Poi sono state completamente distrutte, alcune recuperate e convertite, ma la maggior parte è stata demolita per costruire un centro finanziario. Mentre noi in Europa siamo abituati a rispettare la tradizione, Los Angeles è una città molto nuova. Tuttavia, organizzazioni come la L.A. Conservancy sono state fondamentali per cambiarne la mentalità.
D. Come si può conciliare la preservazione degli edifici esistenti con la crescita della popolazione della città?
R. I dati per Los Angeles mostrano che il numero di persone che si trasferiscono ogni anno è di gran lunga maggiore rispetto a quelle che se ne vanno. Per questo motivo, ci sono anche progetti di costruzione in aree dove prima non esisteva nulla, specialmente a Downtown, in spazi aperti che per anni sono stati utilizzati come parcheggi. Io sono anche molto favorevole a un processo di costruzione per densificare la città, che rimane una meta per moltissime persone.
D. Quali altri progetti sono attualmente in corso?
R. C’è un importante progetto di riabilitazione urbana per il fiume, l’L.A. River. È un progetto di Frank Gehry per rivitalizzarlo con la creazione di parchi, piste ciclabili e anche ristoranti e progetti residenziali.
D. Quali altre necessità ha attualmente la città?
R. Los Angeles è una città molto nuova nel panorama americano ed è anche la più complicata. Si basa ancora su un sistema di codici piuttosto obsoleto che necessita di essere snellito. Il sistema è ancora fondamentalmente basato sul concetto di abitazione unifamiliare, ma Los Angeles ora ha bisogno di essere regolamentata diversamente per permettere una maggiore costruzione di abitazioni multifamiliari in aree dove attualmente non è possibile.
D. Di quali altre questioni vi occupate?
R. Lavoriamo molto sul trasporto, la zonizzazione e tutto ciò che determina in che modo la città cresce. Il nostro obiettivo è eliminare molte barriere, note come red tapes. Collaboriamo strettamente con il sindaco di Los Angeles Karen Bass, che è molto interessata a risolvere la crisi dei senzatetto e quella immobiliare. Cerchiamo di guidarla e fornire consulenza.
D. Los Angeles è una città fortemente basata sull’uso dell’auto, come si può facilitare l’uso dei mezzi pubblici?
R. Creando più centri residenziali nei nodi di trasporto pubblico, come le stazioni della metropolitana, in modo che le persone dipendano molto meno dalle auto e possano usare la metropolitana come succede in Europa o a New York. Queste sono alcune delle iniziative che stiamo cercando di sviluppare.
D. Le Olimpiadi arriveranno a Los Angeles nel 2028. Quali sono le vostre priorità a riguardo?
R. Dieci anni fa, abbiamo iniziato a lavorare con le agenzie che organizzano le Olimpiadi per garantire che i progetti infrastrutturali siano distribuiti più equamente all’interno dell’ecosistema architettonico di Los Angeles, in modo che i contratti non siano assegnati solo a una società, ma distribuiti in modo più equo tra imprese di medie e piccole dimensioni, comprese quelle guidate da donne e da persone di gruppi etnici minoritari. Dal 2018, il numero dei nostri membri femminili è aumentato del 10%. Nello stesso periodo, abbiamo visto un aumento del 34% dei membri afroamericani. Questa è una delle battaglie che stiamo ancora combattendo.
D. Come si sta preparando la città dal punto di vista della pianificazione urbana?
R. Anche per le Olimpiadi del 2028, l’idea è di non costruire nuove strutture, ma di utilizzare ciò che già esiste. Ci sarà una forte attenzione ai trasporti, con sforzi architettonici concentrati su LAX e nuovi nodi di trasporto che collegano LAX ad altre parti della città. Speriamo si continui con l’estensione della linea della metropolitana fino a Santa Monica e il miglioramento delle reti di comunicazione esistenti. Ci sono state anche molte discussioni su un sistema di funivie per collegare Downtown allo Stadio dei Dodgers. Per gli sport, verranno utilizzate tutte le infrastrutture esistenti: il Coliseum, il nuovo SoFi Stadium di Inglewood, lo Stadio dei Dodgers e le strutture di Long Beach per gli sport acquatici.
D. Oltre ad AIALA, ha fondato Architecture for Communities Los Angeles (ACLA). Qual è il suo obiettivo?
R. Volevamo offrire maggiore supporto agli studenti di architettura a Los Angeles, dove ci sono una dozzina di scuole di architettura. Per ACLA, abbiamo deciso di creare una sede come questo, uno spazio per l’educazione, un centro che sia un’opportunità per le comunità di riunirsi e confrontarsi. Inoltre, attraverso ACLA, forniamo borse di studio. Quest’anno, abbiamo donato 28.000 dollari agli studenti di architettura e, con il programma Diversity by Design, doniamo 10.000 dollari agli studenti delle scuole medie”. (aise)