LondraItalia.com/ Camerieri italiani a Londra? È dal 2021 che non vengono più – di Francesco Ragni

LONDRA\ aise\ - “A partire da questa settimana (la scorsa settimana - ndr), la soglia minima di reddito necessaria per immigrare nel Regno Unito è aumentata da 26,200 a ben 38,700 sterline. Rimbalzata a Roma, la notizia è stata riportata dai giornali italiani in modo confuso e polemico. “Italiani a Londra, il lungo addio: per restare 45mila euro l’anno” ha titolato Repubblica, come se il limite si applicasse anche a chi è già residente in UK, con il Settled o Pre-Settled Status (ovviamente non è così). “Londra, la stretta su studenti e camerieri italiani: per lavorare serve contratto da 39 mila sterline”, ha titolato il Corriere, come se la legge facesse specifico riferimento a queste categorie. La confusione si è poi estesa alle testate inglesi, ben felici di riprendere lo stereotipo del cameriere italiano, con il Times in prima linea (“I camerieri italiani dicono arrivederci Londra”) seguito da tutte le altre. Permettetemi di fare chiarezza”. Così scrive Francesco Ragni, che a Londra dirige il quotidiano online “LondraItalia.com”.
“Il Regno Unito ha chiuso le porte anni fa con la Brexit. Dal 2021, per venire a lavorare nel paese dall’estero bisogna soddisfare tre criteri chiave: 1) avere una professione che rientra tra le “eligible occupations”, una lista pubblicata dal Governo; 2) essere sponsorizzati da un’azienda britannica disposta a pagare una fee di quasi 1,500 sterline e seguire un processo burocratico della durata di otto settimane; 3) avere un salario minimo (fino a ieri di 26,200 sterline, ora di 38,700).
Con queste condizioni, era già impensabile per un ristoratore pensare di assumere un semplice cameriere dall’estero.
La professione di cameriere (“waiter”) non è inserita tra quelle approvate dal Governo, dove sono presenti solo ruoli manageriali (“head waiter”, “bar manager”) o specializzati come chef o pasticciere.
Anche ammesso di vedersi approvata la sponsorship, per un’impresa nel settore dell’hospitality la fee rischia di essere gettata al vento, considerando che non vi è nessuna garanzia che il neo assunto rimanga a lavorare.
Qualunque ristoratore di Londra, italiano o straniero che sia, ormai da anni dice la stessa cosa: non si trova personale, e non si riesce a farlo venire dall’estero, a meno di non pagarlo al nero.
Fino a quando le frontiere sono rimaste aperte Londra è stata la destinazione ideale di tantissimi giovani italiani venuti a lavorare come camerieri, anche solo come occupazione temporanea mentre imparavano l’inglese. Come loro, migliaia di altri europei come spagnoli o portoghesi.
Tutto questo è finito da anni. Per favore, non parliamo di stretta sui camerieri italiani: l’aumento del salario minimo cambia davvero poco le cose”. (aise)