Messaggero di Sant’Antonio – edizione per l’estero/ Selva alle Lofoten – di Laura Napoletano

PADOVA\ aise\ - “Una superficie complessiva di 1.227 km quadrati con 24mila abitanti. Un arcipelago collegato da una serie di tunnel e ponti stradali e un territorio caratterizzato da montagne, la cui cima più alta è l’Higravstinden, che attrae molti turisti per la sua particolare bellezza. Queste sono le isole Lofoten, situate a circa 200 km dal Circolo polare artico, ma stranamente caratterizzate da temperature piuttosto miti, soprattutto grazie alla corrente del golfo. Questa è un’altra delle terre di frontiera che attrae i turisti e che offre anche opportunità di lavoro a chi ama confrontarsi con la natura”. Tra questi ultimi c’è l’italiano Andrea Selva, che Laura Napoletano ha intervistato per il Messaggero di Sant’Antonio – edizione per l’estero.
“In Italia ho lavorato per dodici anni per un’azienda di arredamento, poi mi sono trasferito ad Amsterdam per lavorare come grafico, e nei tre anni trascorsi in Olanda ho conosciuto la mia futura moglie. Poi ho scelto di ripartire per lavorare un anno in Ecuador”, racconta Andrea Selva, uno dei pochissimi italiani che hanno scelto le Lofoten per dare corpo ai propri sogni. “Poi ho lavorato per un anno in Portogallo. Amo girare, ma ho sempre avuto la passione per la Scandinavia, e trovare la possibilità di venire a lavorare qua è sempre stato il mio fine ultimo». E l’occasione è arrivata proprio in Portogallo, grazie a un suo collega che faceva la guida in Norvegia. «Nel 2017 mi sono trasferito in Norvegia, e per tre inverni ho lavorato a Tromsø, nel Nord, come guida alle aurore boreali. Infine sono arrivato nelle isole Lofoten, un arcipelago che mi piace tantissimo”.
Selva ha aperto una ditta di tour privati che offre a piccoli gruppi di persone – mai più di dodici – l’esplorazione del remoto arcipelago e l’esperienza di vedere l’aurora boreale con lo spettacolo di luci naturali che si riverberano sui sorprendenti paesaggi artici.
“Alle Lofoten gli italiani si contano sulle dita di una mano. Sono pochi quelli che rimangono a lungo. Siamo solo tre o quattro che viviamo qui da parecchi anni. Non sono tutte rose e fiori. Soprattutto l’integrazione nella vita sociale non è semplice, però alla fine questo è il posto dove volevo venire a vivere, e ci sto bene”.
Trasferitosi in Norvegia dall’Olanda ormai otto anni fa, Selva è perfettamente integrato e in- serito nel mondo lavorativo locale, e non abdica al proprio orgoglio italiano. Si sente assolutamente italiano e ha forti legami con la terra natale, pur vivendo con una moglie ecuadoriana. Anche se il suo sogno è quello di acquistare in futuro, dopo la pensione, una casa in qualche posto dell’Italia meridionale.
“Cerco di tornare in Italia almeno una o due volte all’anno – ammette –. Quando vivevo ad Amsterdam era più facile volare fino a Malpensa, e poi arrivare a Biella, in Piemonte. Dalle Lofoten, invece, è come un’odissea: bisogna prendere tre voli, se non quattro, per riuscire a tornare. Il lavoro che faccio mi permette, nei periodi di bassa stagione, tra aprile e maggio e tra ottobre e novembre, di venire in Italia e rimanerci anche un mese, e per me questo è positivo. I miei genitori hanno una certa età, e quindi preferisco passare un po’ di tempo con loro quando torno. L’inverno norvegese è molto duro, lungo, buio, e quindi alcuni periodi cerco di trascorrerli in Italia – conclude Selva –. A livello professionale lavoro con persone che arrivano da tutto il mondo. Parlo l’inglese e interagisco con americani e asiatici. Ma nel tempo libero mi sento più italiano quando frequento i miei pochi connazionali”. (aise)