Messaggero di Sant’Antonio/ Da Onifai a Cracovia - di Andrea D’Addio

PADOVA\ aise\ - ““La burocrazia polacca è molto snella, a prova di straniero. Le cose funzionano. Il Paese è un po’ cambiato da quando sono arrivata, ormai tre anni fa. L’inflazione è cresciuta velocemente. Nonostante questo, si vive ancora abbastanza bene: puoi permetterti una vita soddisfacente”. Ne è convinta Alessia Monne, 32 anni, originaria di Onifai (Nuoro), una dei circa 9mila residenti italiani in Polonia, una comunità in continua crescita grazie al parallelo boom economico, con aumenti costanti del Prodotto interno lordo intorno al 3% da ormai dieci anni”. Ad intervistarla è stato Andrea D’Addio per il “Messaggero di Sant’Antonio – edizione per l’estero” di ottobre.
“Sempre più imprese internazionali hanno deciso di aprirvi i propri quartier generali, soprattutto nel settore della logistica, dell’Information Technology e dei servizi finanziari. Proprio in quest’ultimo ambito opera Alessia: “Lavoro nel settore dell’antiriciclaggio per una società olandese che ha un ufficio qui a Cracovia. Ovviamente non mi sento arrivata: sono sempre in continuo studio per una crescita professionale maggiore”. Il suo arrivo in Polonia parte davvero da lontano. “Ho studiato Giurisprudenza a Sassari, dove ho frequentato anche la scuola di specializzazione. Terminata l’università, ho iniziato subito la pratica legale, per poi raggiungere il mio traguardo, al primo colpo: l’abilitazione all’esercizio della professione forense. Dopo l’esame, nella mia mente già si muoveva qualcosa. Il desiderio di crescere e l’ambizione erano forti. Ma la mia terra non offre tanto, il mercato è saturo, mi sono stati offerti solo tirocini retribuiti poco o nulla, spesso a patto di aprire la Partita Iva. In ogni caso avrebbe significato dipendere ancora dai miei genitori”.
Eppure, l’idea di restare era forte: “Vengo contattata dall’Agenzia Sarda per un tirocinio al tribunale di Nuoro. Decido di accettare: magari avrei accumulato punteggio per un concorso pubblico, anche se il mio sogno era esercitare la professione. Ma pur di andare via da casa… che fai, non ci provi?”.
Poi arrivano altre occasioni: “Un centro di formazione mi contatta per insegnare diritto – avevo l’abilitazione – e partecipo anche al concorso per vigile stagionale. Lo vinco e per un certo periodo faccio la vigilessa”. Nel dicembre del 2022 arriva la svolta: “ero insoddisfatta. Volevo lavorare nell’ambito legale e non ci stavo riuscendo. Avevo già fatto un Erasmus post-laurea in uno studio legale a Varsavia, e sapevo che in Polonia c’erano opportunità. Ho scelto Cracovia. Pensavo ci fossero più possibilità. All’inizio non è stato facile, non parlavo il polacco, e forse mancava anche un po’ di fortuna. Ho fatto diversi lavori prima di trovare qualcosa di pertinente, a dicembre 2024. Da allora sono già passata in un’altra azienda. Il mercato, anche per chi parla solo inglese, è dinamico una volta che sei dentro il sistema”.
E la vita a Cracovia? “È una bella città, sempre vivace. Si sta bene. Mi manca il mare, ma adoro l’inverno, specie quando nevica. C’è anche una bella comunità italiana. Ci siamo conosciuti al Layla, un bar che promuove incontri in italiano. La tendenza a fare gruppo c’è, e Cracovia non è così grande”. Alessia Monne tornerà in Italia, prima o poi? “Noi sardi abbiamo un legame profondo e inspiegabile con la nostra Madre Terra – conclude –. La nostalgia non ci permette di vivere per sempre lontani dalla Sardegna””. (aise)