Messaggero Sant’Antonio/ Una veneziana tra i Pirenei – di Generoso D’Agnese
PADOVA\ aise\ - ““All’inizio fu la Spagna. Senza un motivo reale, ma con la voglia di fare nuove esperienze. Nel 1999 arrivai a Barcellona, dopo un avventuroso viaggio in auto, per iniziare a vivere anni bellissimi in una città multiculturale, baciata anche dal clima favorevole. Sposata con Jorge e divenuta mamma, iniziammo a pensare a un’alternativa durante gli anni degli attentati dell’Eta, soprattutto dopo essere scampati, per poche ore, a quello che colpì la Corte Inglés de la Diagonal. E così valutammo l’idea di trasferirci, scegliendo Andorra”. Comincia a raccontarsi così la veneziana Paola Cappato, cresciuta con la passione per il vetro artistico, e che ha iniziato il suo percorso professionale come decoratrice di oggetti in vetro e di vetrate”. Di lei scrive Generoso D’Agnese per il “Messaggero di Sant’Antonio – edizione per l’estero” di novembre.
“In Spagna ha dato corpo al proprio talento, aprendo una ditta. Dopo la crisi del 2010 si è reinventata realizzando vetri per il settore nautico, per poi tornare, una volta trasferitasi ad Andorra, alla sua attività iniziale.
“Negli ultimi anni, Andorra ha aperto le porte agli investimenti esteri. Ciò significa che non è più così complicato venire qui ad aprire un’attività economica. In questo modo, tanti investitori hanno aperto qui ditte di tutti i tipi, oltre a sportivi e celebrità, soprattutto youtubers. Con l’aumentare del numero dei residenti, è cresciuta la necessità di beni e servizi. E il tasso di disoccupazione è quasi nullo”.
Il Principato di Andorra venne fondato nel 1278, a cavallo dei Pirenei, tra Spagna e Francia, sesto Stato più piccolo d’Europa, con una popolazione stimata di 90 mila abitanti, e retto da due co-principi: il vescovo della diocesi di Urgell e il presidente della Repubblica francese.
Qui Paola Cappato è tornata alla sua passione iniziale, realizzando quella che lei definisce “arte utile”, e proponendo una produzione molto ampia, con oggetti d’uso quotidiano che riesce a personalizzare secondo i gusti della clientela, ma senza mai venire meno al suo stile italiano.
“Quello che più apprezzo di Andorra – racconta l’imprenditrice veneziana – è la qualità della vita. In Spagna, purtroppo, si vive sempre peggio, mentre qui si vive nella massima sicurezza. Nessuno ha l’allarme in casa. Io mi sono adattata perfettamente, fin dai primi giorni, alla cultura ispanica, ma per quanto io mi sia integrata, resto fondamentalmente italiana”.
Per Paola, il trasferimento ad Andorra, dove vivono circa 1.300 italiani, è stato come tornare alle origini, con il Paese che offre tanta natura da vivere intensamente quasi tutti i giorni. Un Paese suddiviso amministrativamente in sette parrocchie dal clima alpino, e nel quale la capitale Andorra la Vella, attraversata dal fiume Valira, è il fulcro economico di un Paese che basa la propria economia sul sistema bancario e il turismo, con oltre 200 chilometri di piste da sci.
“Gli insegnamenti ricevuti fin da quando ero piccola, attraverso il catechismo, la religione a scuola o i campi scuola organizzati dalla parrocchia, sono stati la base della mia formazione. La felicità delle persone che ricevevano le mie buone azioni mi ha aperto gli occhi verso un modo di essere che ho come esempio e guida. La cultura italiana è stata parte dell’educazione di mia figlia, che ora ha 22 anni, e sicuramente lo sarà per le future generazioni della mia famiglia. Ho scelto di parlare lo spagnolo come lingua principale della famiglia, anche per rispetto di mio marito – conclude Paola –. Ma a mia figlia, quando era bambina, ho sempre letto le fiabe in italiano, insegnandole la nostra lingua””. (aise)