SBS Italian/ Presentazione del MEI a Melbourne: "Le persone sono i mattoni del nostro museo" – di Magica Fossati

MELBOURNE\ aise\ - Una delle curatrici del Museo nazionale dell'Emigrazione Italiana, Nicla Buonasorte, si trova attualmente a Melbourne nell'ambito di uno scambio con il COASIT, dove ha presentato ieri il MEI in un incontro pubblico. Magica Fossati l’ha incontrata per SBS Italian. Ne sono nati un articolo e un podcast di approfondimento, pubblicati sul portale dello Special Broadcasting Service che diffonde notizie in lingua italiana in tutta l’Australia.
“Il Museo Nazionale dell'Emigrazione Italiana o MEI è stato inaugurato l'11 maggio del 2022 a Genova, città che nei decenni ha visto milioni di italiani e italiane partire dal proprio porto per cercare fortuna in altri continenti. Ma nel museo multimediale si parte "molto lontano nel tempo, molto prima dell'Unità d'Italia", spiega la curatrice Nicla Buonasorte ai microfoni di SBS Italian.
"Parliamo di Homo sapiens, che dall'Africa si espande in tutto il mondo, perché la migrazione, il movimento, è qualche cosa che fa parte dell'esperienza umana molto prima dei confini che sono, diciamo, una creazione artificiale anche piuttosto recente".
Buonasorte si trova attualmente in visita a Melbourne come ospite del Coasit, ente che ha collaborato attivamente con il MEI anche per reperire storie di emigrazione italiana in Australia che ora fanno parte della collezione del museo genovese.
"Le nostre storie sono tutte basate su fonti autonarrative, su diari, oppure fotografie, articoli di giornale, e non sono solo storie di successo. Sono storie fra virgolette normali, come normali siamo noi", sottolinea Buonasorte.
Questo soggiorno australiano ha riservato qualche sorpresa per la curatrice italiana.
"Devo dire che la più bella intanto è stata l'accoglienza dei colleghi, ormai amici, del Coasit, che avevano già collaborato con noi per aiutarci a cercare storie di vita", spiega. "Ma poi la sorpresa che personalmente mi ha fatto commuovere, lo posso dire, è stato l'incontro dal vero, dal vivo, con persone che io conoscevo perché avevano condiviso le loro storie, le loro biografie con il museo".
"Io conoscevo la loro biografia, avevo delle fotografie di loro molto giovani e poi spesso non sapevo più nulla di di loro", racconta Buonasorte, "e invece ne ho incontrati diversi che mi hanno detto il loro nome, si sono fatti riconoscere e devo dire che questo è stato veramente uno dei punti culminanti di questa esperienza, che per me è molto importante".
La collezione del MEI include storie di italiani e italiane emigrati in varie parti del mondo, Australia inclusa, ed è parzialmente consultabile anche online, per chi non potesse recarsi a Genova.
"Il museo è completamente virtuale, quindi noi non proponiamo oggetti, ma proponiamo solo storie di vita, perché le persone sono i mattoni del nostro museo, mi piace dire così"”. (aise)