SBS Italian/ Vento australiano, ingegneria italiana: il primo parco eolico di F.E.R.A. in Australia – di Francesca Valdinoci

MELBOURNE\ aise\ - “L’azienda italiana F.E.R.A., che si specializza in progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, si appresta a costruire il suo primo parco eolico in Victoria”. A darne la notizia è Francesca Valdinoci che firma un articolo pubblicato sul portale di SBS Italian, lo Special Broadcasting Service che diffonde notizie in lingua italiana in tutta l’Australia.
“Dopo 20 anni di esperienza nel settore delle energie rinnovabili in Italia, la Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative (F.E.R.A.) nel 2019 è approdata in Australia e ha da poco ottenuto la prima autorizzazione a realizzare un parco eolico a Wombelano, nel Victoria.
“Si tratta di un parco piccolino per gli standard australiani: sono sette macchine (pale eoliche, ndr). In Italia la media è tra 7 e 10 macchine; qui si parla di numeri da 10 volte tanto, ma si tratta del primo grande successo per l’azienda in Australia”, spiega Giulia Canavero, environmental and quality manager di FERA.
Il parco produrrà energia per 50mila abitazioni, considerando che il consumo di elettricità nella case australiane è il doppio rispetto all’Italia, spiega Canavero.
“Le pale eoliche sono alte 150-180 metri da terra, con un diametro di 160 metri, e riescono a dare una quantità di energia molto consistente, ovvero 6-7 megawatt l’una”.
Il parco eolico a Wombelano produrrà energia pulita equivalente a piantare 280mila alberi.
“L’impatto ambientale di un parco eolico è molto piccolo: si tratta della base delle pale eoliche. Il resto del terreno può essere sfruttato per allevamento o agricoltura, ottimizzando le risorse del suolo. Quello che non manca in Australia è il vento”.
“Poi, avere la produzione vicino al consumo è sempre la cosa migliore”, prosegue.
“Il grande problema in Australia è la rete elettrica: diversamente dall’Europa, dove è una rete consolidata, qui la rete non è stabile. Tanti piccoli paesi in Australia vivono dei blackout, quindi incrementare parchi eolici renderebbe la rete più stabile e migliorerebbe il sistema”, spiega Canavero.
Nonostante si tratti di energia pulita, lo sviluppo di parchi eolici incontra ancora resistenza, a causa dell’impatto visivo delle pale sul territorio.
“La sensibilità è cambiata dagli inizi, c’è più cultura. La gente sa che le pale non inquinano, ma come in Italia anche qui c’è un po’ la sindrome “NIMBY” (Not In My Back Yard): chiunque vive un territorio ne è affezionato e non vuole vedere cambiamenti”, spiega Canavero.
Mentre in Europa si tratta di una presenza consolidata, in Australia si è cominciato a parlare di rinnovabili in tempi più recenti, eppure gli obiettivi per la transizione energetica sono altrettanto ambiziosi: il Paese punta al raggiungimento dell’82% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030.
L’azienda italiana, che ha impianti eolici, biogas e mini-idroelettrici in Liguria, Toscana, Abruzzo e Sicilia, ha anche l'obiettivo di costruire una pala eolica nel porto di Melbourne”. (aise)