Solidali & insieme/ A San Gallo: intitolata una via alle Ricamatrici Italiane del primo ‘900 – di Marina Widmer
SAN GALLO\ aise\ - “È stato sempre una richiesta del nuovo Movimento femminile di San Gallo che nell’intitolazione di strade cittadine venissero maggiormente considerate anche le donne. La Giunta comunale ha addirittura costituito un apposito gruppo di lavoro. Ora la Giunta Comunale, su proposta di questo Gruppo, ha deciso di intitolare il nuovo vicolo tra la Helvtiastrasse e la Wekstrasse “Lavederweg” con la seguente iscrizione: “Regina Laveder 1888- 1961, Anna Laveder 1980-1972, Olinda Laveder 1896-1969 – RICAMATRICI””. Ne scrive Marina Widmer su “Solidali & Insieme”, foglio del Centro Socio Culturale Italiano di San Gallo per la Svizzera Orientale ed il Liechtenstein, diretto da Rolando Ferrarese.
“Laveder è un piccolo villaggio con una quindicina di case, nel comune di Gosaldo in provincia di Belluno. Da questo villaggio, nel 1902, vennero a San Gallo giovani donne per lavorare nella fiorente industria del ricamo. Tutte portavano il cognome di Laveder, derivato dal loro paesello, e si chiamavano Maddalena, Maria, Angelina, Anna, Regina e Olinda.
Lavorarono come ricamatrici/cucitrici e controllore, tra le altre ditte, nella Industria tessile Sennhauser &Co, Rechsteiner-Hirschfeld &Co, Neuburger, Heine, & Co, Schmid, Thoma, F.Jager, Zündtund Schmied. Per lo più arrivavano a San Gallo in autunno per poi ripartire all’inizio dell’estate per svolgere a casa i lavori di fienatura e raccolto.
Delle Laveder rimase a San Gallo solo Olinda la cui progenie vive ancor oggi nella città del pizzo famoso in tutto il mondo.
San Gallo è stata agli inizi del secolo scorso un centro mondiale di produzione dei pizzi e dei ricami. Soltanto nel quartiere di St. Fiden erano attive, nel 1905, 31 ditte per il ricamo tessile che attirarono una moltitudine di famiglie italiane. Il quartiere di Buchwald venne chiamato in quei tempi la “Klein Venedig” la Piccola Venezia.
Il nuovo Lavederweg ricorda questa “epopea operaia”, nel bel mezzo di quella che fu la zona dove vissero tante famiglie italiane che con il loro lavoro e sacrificio sono state artefici del successo dell’industria tessile sangallese”. (aise)