Toscana-Romania: il governatore Giani incontra l’Ambasciatrice romena Dancau

FIRENZE\ aise\ - Intensificare i già numerosi legami esistenti tra Toscana e Romania e potenziare le relazioni economiche. Il presidente di Regione Toscana, Eugenio Giani, ha ricevuto oggi, 30 marzo, a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze l’Ambasciatrice di Romania in Italia, Gabriela Dancau, la quale, dopo l’incontro, ha assistito alla presentazione del volume dal titolo “Radici a metà”, nell’ambito del convegno dedicato alla presenza romena in Italia: “I romeni in Italia, fra vecchi stereotipi e nuovi orizzonti”.
“È stato un colloquio molto cordiale – ha commentato Giani – durante il quale sono state ribadite le salde relazioni esistenti tra la Toscana e la Romania. A partire da quelle culturali ed economiche. In particolare abbiamo parlato delle grandi similitudini che legano questa regione al distretto di Cluj con il quale saremmo onorati di intensificare i rapporti. A tal proposito con l’ambasciatrice Dancau abbiamo gettato le basi per la firma di un accordo di collaborazione”.
Radici a metà
I dati raccolti dall’Istituto di studi politici San Pio V e dal Centro studi e ricerche Idos rilevano oggi 1.076.412 cittadini romeni presenti in Italia, quando il censimento del 1991 si fermava a poco meno di 10.000 presenze. La comunità romena rappresenta oggi la prima comunità straniera del nostro Paese, pari al 20,8% del totale degli stranieri residenti.
Il volume, ha sottolineato l’ambasciatrice Dancău, andando anche oltre i dati statistici riportati, “coglie i sentimenti ed il senso dell’immigrazione romena in questi ultimi trent’anni e testimonia oggi le esperienze di integrazione individuale e collettiva di successo di una comunità che attraverso il suo lavoro e la disponibilità dimostrata dalla società italiana ha trovato una sua compiuta dimensione e una condivisione di valori comuni”.
“Radici a metà” descrive il presente e guarda al futuro, in una prospettiva rivolta alla crescita del livello di partecipazione della comunità alla vita sociale italiana nei settori più qualificati, anche in considerazione del contributo del 2% annuo che i lavoratori romeni portano al PIL italiano in base agli ultimi dati raccolti dall’ISTAT.
Una presenza importante ed attiva oggi in modo crescente nel settore terziario, che assorbe circa la metà dei lavoratori romeni, mentre un terzo è occupato nell’industria e poco più del sette per cento nell’agricoltura. A livello di comparti, emergono gli alti livelli occupazionali nell’edilizia e nei settori dei servizi alle famiglie ed alla persona.
Una comunità aperta al contributo delle giovani generazioni, che in un contesto mondiale sempre più globalizzato avranno orizzonti più vasti di quelli limitati tra Italia e Romania e la possibilità di scegliere un’identità personale nuova e radici che conciliano il patrimonio culturale ed umano di questi ed altri Paesi in un laboratorio europeo ancora tutto da costruire. (aise)