A Rabat “100 scarpette rosse per dire basta alla violenza contro le donne”

RABAT\ aise\ - In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, l’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata d’Italia a Rabat, con l’Associazione "Casa delle Donne per non subire violenza” di Bologna e in collaborazione con la Fondation Hiba e il Cinema Renaissance di Rabat organizzano oggi, 8 marzo, alle 18.30 a latere della proiezione del film ″C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, la mostra "100 scarpe rosse per dire “Basta” alla violenza contro le donne".
Interverranno Leila Rhiwi, rappresentante di Onu Femmes in Marocco, Hicham Falah, regista e direttore artistico del Festival International du Film de Femmes de Salè, Silvia Saccoccia e Margherita Apone, rappresentanti dell’associazione “Casa delle donne per non subire violenza di Bologna”.
Nel 2009 l’artista messicana Elina Chauvet ideò per la prima volta l’installazione “Zapatos Rojos”, una moltitudine di scarpe rosse per denunciare il fenomeno del femminicidio.
Attraverso l’opera l’artista denunciava la scomparsa di centinaia di donne, rapite, stuprate e uccise non solo dai loro assassini ma anche dall’omertà, dall’impunità e dalla cultura machista che a Ciudad Juarez, non educa al rispetto della donna.
“Zapatos Rojos” è una forma di arte pubblica, una marcia di donne assenti che con le loro scarpe si prendono uno spazio. Spazio che è stato loro negato con la violenza e strappato con la morte. Dietro ogni paio di scarpe c’è una storia che ricorda la sua esistenza anche a fronte dell’omertà e del disconoscimento di cui soffrono le donne uccise. La moltitudine delle scarpe racconta anche dei numeri spaventosamente alti che riguardano il femminicidio, in Italia e nel mondo.
La distesa di scarpe rosse si è diffusa come un’epidemia, nelle strade, nelle piazze, nelle scuole e nei palazzi del mondo e anche dell’Italia, per denunciare le vittime della società patriarcale. Le vittime di femminicidio non sono solo una perdita per i loro cari ma per la società intera.
La reinterpretazione dell’opera di Elina Cheuvet, presentata da Casa delle donne per non subire violenza APS di Bologna, è stata realizzata con l’arte dell’uncinetto grazie al talento e alle mani esperte del gruppo di donne Fili Urbani, donne e attiviste che mettono a disposizione la loro arte per sostenere l’attività del Centro Antiviolenza.
Sono state realizzate a mano un totale di 100 scarpe rosse, di grandezze e varietà diverse per rappresentare la trasversalità del femminicidio che uccide donne di tutte le età e di tutte le classi sociali, madri, zie, nonne e sorelle. (aise)