Francoforte: “Voci italiane a…” con lo storico Alessandro Vanoli

FRANCOFORTE\ aise\ - Con un doppio appuntamento a Francoforte e a Darmstadt inizia il ciclo di incontri con personalità italiane dal titolo “Voci italiane a…”. Una serie di eventi organizzati dall’ufficio culturale del Consolato Generale d’Italia a Francoforte che vede come primo ospite lo storico e divulgatore Alessandro Vanoli con un monologo, accompagnato da intermezzi musicali, dal titolo “Storia del Mare”.
Si inizia domani, venerdì 1 marzo, alle ore 19.00 con la prima performance presso la Deutsch-Italienische Vereinigung di Francoforte (Arndt Str.12) per proseguire poi sabato 2 marzo, sempre alle ore 19.00, alla Forstmeisterhaus di Darmstadt, quest’ultima organizzata in collaborazione con il locale comitato della Società Dante Alighieri.
Le lezioni di storia che molti di noi hanno appreso con fatica a scuola ci hanno insegnato che i più grandi avvenimenti dell’uomo hanno sempre avuto come teatro la terraferma. Basti pensare alle grandi conquiste o battaglie, alle scoperte e invenzioni, alle innovazioni sociali, all’economia.
Tuttavia la terraferma copre appena il 30% del nostro pianeta e la parte restante, il mare (o forse i mari) non possono certo essere classificati come dimensione e luoghi della storia irrilevanti o residuali.
L’intento degli incontri è, dunque, dare voce a questo immenso ecosistema attraverso un approccio ed una lettura diversa ed originale degli avvenimenti storici e dell’umanità, non limitandosi al solo Mediterraneo, ma raccontando anche ciò che è successo negli oceani o nei mari asiatici, mari sempre poco indagati e considerati dalla storiografia occidentale.
Lo storico Alessandro Vanoli - autore tra l'altro di alcuni originali libri su temi legati al Mediterraneo, ai popoli che lo hanno abitato e agli oggetti tipici dell'economia del mare - aiuterà i presenti a scoprire un nuovo modo di avvicinarsi alla storia, inviterà a cambiare punto di vista, a considerare il mare sia come habitat primigenio, che come ponte tra le culture, come acceleratore di processi socio-economici e crescita delle nazioni, così come promotore di processi tecnologici legati all’arte del navigare. Un luogo di viaggi, avventure lunghe e perigliose ma anche di scoperte. Una distesa acquea immensa produttrice di paure ed incertezze.
Da una parte fonte e scrigno di miti fondativi di tanti popoli, dall’altra luogo di incontro e scontri tra città, popoli o nazioni anche nelle forme della pirateria o di importanti battaglie navali, dall’antichità fino ai giorni nostri. Ambiente che poi negli ultimi 100 anni ha subito un progressivo sfruttamento delle sue risorse, un ampio inquinamento attraverso anche l’uso abnorme di plastiche o rifiuti tossici rilasciati in mare, per non dire del riscaldamento della sua superficie con connesse modifiche di importanti correnti marine e del clima.
Certamente il mare è sempre stato soprattutto nutrice e dispensatrice di cibo e materie prime per l’umanità, capace di donare anche oggetti che noi definiamo preziosi (dai coralli, alle perle, alla porpora, per citarne alcuni), a racchiudere poi una variegata ed ampia biodiversità ed avere soprattutto un ruolo fondamentale di protezione del nostro fragile pianeta Terra con la sua capacità di assorbire il biossido e l’anidride carbonica presente in vario modo sul pianeta blu, nonché il 90 % del calore prodotto sulla terraferma e produrre il 70% di ossigeno grazie al fitoplancton.
Insomma l’acqua, il mare è stato sempre compresente e fondamentale per la vita anche di noi specie umana, ed è forse proprio il desiderio di coprire distanze più lunghe in mare che permise ai primi Sapiens di ideare e realizzare mezzi di trasporto acquatico, segnando l’inizio di un capitolo fondamentale nella storia dell’umanità: la storia della navigazione, dei sempre più sofisticati strumenti e tecnologie legate al viaggiare per mare, a cui non possono che seguire i commerci marittimi, le molteplici espressioni linguistiche nate dall’arte di navigare o di produrre oggetti usati nelle navi, strumenti per orientarsi o per pescare, così come i racconti di viaggi della letteratura non solo italiana ma anche mondiale che ci narrano storie del, e con protagonista, il mare), per non sottacere l’esistenza, e i connessi timori, di quegli animali (reali e fantastici) che l’uomo ha visto o pensato nel mare oppure collocato negli abissi.
Il recital, in lingua italiana, verrà inframezzato, da momenti musicali alla chitarra, che richiamano il tema del mare nelle varie sue sfaccettature, dalle ballate alle canzoni di cantautori italiani che al mare hanno dedicato brani indimenticabili. (aise)