Kurdistan iracheno: il Console Camerota inaugura la mostra sulle missioni archeologiche italiane a Sulaymaniyah

ERBIL\ aise\ - Dopo il successo registrato a Erbil, la mostra dedicata alle missioni archeologiche italiane organizzata dal Consolato d’Italia di Erbil, si è spostata a Sulaymaniyah, seconda città del Kurdistan iracheno, da molti considerata la capitale culturale della Regione, per la sua nota e vibrante atmosfera di socialità. A tagliare il nastro, questa volta, insieme al Console Michele Camerota, il Governatore Havel Abubaker e il Direttore del Museo Hashim Abdullah, innanzi ad una significativa partecipazione di pubblico e media.
Il Console Camerota ha ribadito che “le missioni archeologiche italiane rappresentano il migliore esempio della collaborazione culturale e scientifica con la Regione curda e con l’intero Iraq, di cui l’Italia detiene il primato. Ad oggi, sono oltre 20 le missioni in Iraq, di cui ben 11 nel solo Kurdistan, che si è iscritto a pieno titolo tra le nuove frontiere delle ricerche degli studiosi. È inoltre motivo di orgoglio per l’Italia essere presenti in tutte le province della Regione autonoma”. “Questa iniziativa rappresenta un tributo all’inestimabile patrimonio archeologico della Regione e all’appassionato impegno degli archeologi italiani nella sua preservazione e valorizzazione. Un impegno che abbiamo voluto celebrare con questa mostra, un catalogo e un sito web dedicato, con il coinvolgimento delle controparti locali dei Direttorati delle Antichità”. “Il contributo italiano – ha concluso il Console – coinvolge il Sistema Italia nelle sue varie componenti e, sotto l’impulso della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica della Farnesina, conta anche su finanziamenti erogati dall’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo”.
Il Governatore Abubaker ha espresso grande apprezzamento per le attività degli archeologi italiani che “contribuiscono a rafforzare i solidi legami di amicizia con il Kurdistan iracheno e con la popolazione a vario titolo coinvolta, anche per affermare il valore della cultura come volano di attrazione turistica e per la creazione di opportunità di lavoro”.
Da parte sua, il Direttore del Museo Hashim Abdullah ha ricordato che “la presenza italiana nel governatorato risale ad oltre due decadi con i progetti avviati da La Sapienza di Roma che, anche con fondi della cooperazione, ha curato l’ampliamento del Museo cittadino, arricchito con i reperti rinvenuti dagli archeologi italiani nel sito di Paikuli”. Il Direttore ha inoltre menzionato le altre missioni italiane operanti nel governatorato, nella piana di Rania e, più recentemente, a Kalar e Sarqala.
La mostra, che sarà aperta al pubblico fino al prossimo 12 luglio, consiste in 31 pannelli fotografici con didascalie in tre lingue (italiano, curdo e inglese). (aise)