I passi della cooperazione (2)

Roma – focus/ aise - Appena atterrati dal volo proveniente da Cape Town, Nokubonga “Sbosh” Mepeni, Wendy Konco, e Mzikayise “Mzi” Ndzuzo sono saltati in macchina per arrivare a Reggio Emilia lunedì passato, giorno in cui al Centro Loris Malaguzzi prendeva avvio l’International Study Group organizzato da Reggio Children. Una settimana di formazione che vede 400 delegati, provenienti da 58 paesi, coinvolti nella ricerca di una comprensione più approfondita dei contenuti, valori e concetti dell’approccio pedagogico elaborato a Reggio Emilia.
Per due di loro, Mzi e Sbosh, si tratta di un ritorno, il loro secondo viaggio a Reggio. Durante la loro prima visita alla città, nel 2017, avevano avuto modo di visitare il Centro Malaguzzi e di conoscere il “Reggio approach”. Erano rientrati in Sudafrica determinati ad aprire un nido e scuola dell’infanzia nell’area dove vivono, un quartiere difficile alla periferia di Cape Town, guidato dai principi pedagogici visti in azione a Reggio Emilia: il centro educativo Thandolwethu. A loro si è da subito aggiunta Wendy, che questa settimana partecipa insieme a loro all’International Study Group.
Insieme ad un gruppo di amici avevano dato vita, nel 2018, all’associazione non profit Friends of Thandolwethu come strumento per sostenere il loro progetto.
In questi anni, spiegano dalla Friends of Thandolwethu Association, l’associazione ha raccolto fondi sufficienti per sostenerli nel loro percorso di formazione sul Reggio Emilia approach, ha aiutato una di loro nell’ottenere una laurea in scienze della formazione – sostenendo parte delle spese universitarie e dandole un piccolo assegno mensile a copertura delle spese di trasporto, dati e materiali di studio, e ha acquisito una proprietà immobiliare nell’area identificata. Prendere parte all’International Study Group questa settimana rappresenta un altro importante tassello in questo percorso, per nutrire le loro riflessioni su come il Reggio approach possa essere adattato al loro contesto.
I passi successivi consistono nel ristrutturare l’edificio che l’associazione ha acquisito e nell’avviare l’attività. La prima fase di lavori di ristrutturazione è in corso, ma l’attività di raccolta fondi non si ferma, in modo da garantire il completamento dei lavori necessari.
L'Associazione ha dunque voluto ringraziare il Consolato d’Italia a Cape Town per il supporto, così come la Città di Reggio Emilia per il patrocinio, e Reggio Children per aver reso possibile il viaggio, Camilla Gibertini e Alberto Iotti per l’ospitalità, e i soci e sostenitori della Friends of Thandolwethu Association per il loro instancabile lavoro nel trasformare un sogno in una realtà.
Si sono celebrati nei giorni scorsi i 15 anni di attività della Politecnico di Torino a Tashkent (TTPU), nata da un accordo siglato nel 2009 nell’ambito di un obiettivo di rinnovamento e rafforzamento della cultura tecnico-scientifica promossa dalle istituzioni e dal tessuto socio-economico dell’Uzbekistan. Si tratta di una realtà ormai affermata nel Paese e nell’intera regione: sono 1.500 i laureati e le laureate uzbeki e uzbeke nel quindicennio, con il coinvolgimento ogni anno di 60 docenti del Politecnico nelle attività didattiche; sono attualmente iscritti oltre 2.000 studenti nei corsi in accordo di doppia laurea.
“Celebrare questo traguardo ha un significato estremamente importante, perché testimonia 15 anni di piena collaborazione tra il nostro Ateneo e l’Uzbekistan, un paese che sta vivendo un forte sviluppo economico e sociale”, commenta il Rettore del Politecnico, Stefano Corgnati, che prosegue: “Abbiamo così potuto contribuire in modo significativo alla prima missione di TTPU: la formazione della classe dirigente e degli esperti ingegneri del paese, costituendo un vero e proprio Campus a Tashkent, riconosciuto in tutta l’Asia centrale. Il patrimonio culturale maturato in questi 15 anni e le più recenti aperture verso il contesto industriale e politico-istituzionale, proietta la nostra attività in Uzbekistan verso il rafforzamento delle altre due missioni istituzionali della ricerca e del trasferimento tecnologico, rispetto alle quali le prospettive di lavoro congiunto del Politecnico e Turin Polytechnic University in Tashkent sono quelle di accompagnare il paese asiatico verso le necessarie transizioni ecologica e digitale”.
Dal punto di vista dell’offerta formativa, gli ambiti di collaborazione sono quelli dell’Ingegneria Meccanica, dell’Ingegneria dell’Autoveicolo, dell’Ingegneria Aerospaziale, dell’Ingegneria Civile e dell’Ingegneria Informatica per le quali è rilasciato il titolo di Laurea del Politecnico agli studenti di TTPU sulla base di un accordo di doppio titolo. Recentemente è stata avviata una laurea professionalizzante nell’ambito delle Tecnologie per l’industria manifatturiera, iniziativa di riqualificazione e formazione permanente che ha ulteriormente rafforzato le relazioni con il settore industriale uzbeko.
Più recentemente, il Politecnico e TTPU hanno promosso congiuntamente attività di trasferimento tecnologico che coinvolgono in maniera più organica e strutturale i sistemi della conoscenza e imprenditoriale italiano e uzbeko, favorendo ad esempio l’avvio di un progetto sull’Industria 4.0 nella regione di Andijan che coinvolge l’azienda uzbeka Uzavtosanoat in collaborazione con il Competence Center torinese CIM4.0 per la trasformazione digitale del settore industriale.
Grazie al consolidamento di questa collaborazione e grazie anche al supporto costante dell’Ambasciata d’Italia a Tashkent, il Politecnico e TTPU svolgono un’azione sempre più ampia e organica in Uzbekistan, stabilendo nuove collaborazioni con altre università del Paese per la mobilità di studenti e ricercatori e promuovendo azioni su temi strategici quali le fonti di energia rinnovabile – in particolare lo sviluppo della catena del valore dell’idrogeno verde - e gli aspetti di valorizzazione e conservazione del patrimonio storico-artistico.
I temi della sicurezza di risorse naturali come l’acqua, della pianificazione di infrastrutture civili, energetiche e digitali moderne, delle politiche climatiche verso il COP29 e dello sviluppo delle catene del valore delle materie prime abilitanti le nuove tecnologie, saranno quindi il cuore della nuova collaborazione dei due atenei a servizio delle più ampie e ormai sistemiche relazioni dell’Italia e dell’Uzbekistan, come testimoniato dalla recente visita del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in Uzbekistan, che ha visto TTPU tra le tappe selezionate proprio per il suo più chiaro esempio di proficua collaborazione tra le due nazioni.
L’esempio della Turin Polytechnic University in Tashkent rappresenta un modello vincente che il Politecnico intende replicare anche in altri contesti. In particolare, in America Latina l’Ateneo ha già maturato accordi solido con numerose istituzioni universitarie ed è ora pronto per un campus sul modello di TTPU: “Abbiamo intenzione di proporre un modello che si configuri come complemento delle attività formative già presenti nella regione sudamericana, da sempre bacino da cui attraiamo talenti soprattutto per i livelli di formazione più specialistica”, spiega il Rettore. “Sempre in ottica di attrazione, siamo pronti per cogliere la sfida del Nord America: Torino è di per sé una città attrattiva, per qualità e costo della vita, ma anche per le sue caratteristiche di territorio accogliente, ricco di bellezze naturali e di storia. Il nostro Politecnico, poi, soprattutto si certi corsi di laurea si sta caratterizzando sempre più come Ateneo di qualità per studenti internazionali interessati a un percorso di studio all’estero. Daremo quindi avvio a una serie di attività di collaborazione e promozione nella regione nordamericana per farci conoscere meglio”.
Infine, i Paesi mediterranei: “Qui ci sarà nel futuro modo di immaginare un modello simile a quello che abbiamo proposto negli ultimi 15 anni ai Paesi dell’Asia. Per il nostro Ateneo sarà una grande sfida per continuare a migliorare ulteriormente la già elevata qualità dei nostri studenti, anche in un periodo di inverno demografico nel nostro continente”, conclude Corgnati.
L’obiettivo è di incrementare ulteriormente la percentuale di studenti internazionali dell’Ateneo, già oggi tra le più alte d’Italia con il 20% circa degli iscritti provenienti da oltre 100 Paesi, che negli ultimi 5 anni sono cresciuti del 48% arrivando oggi a superare i 7.200 studenti. (focus\ aise)