I passi della cooperazione (2)

Roma – focus/ aise - Nell’ambito del Mese d’Europa a Cuba, l’Ambasciata d’Italia a L’Avana, l’Agenzia Italiana per il Commercio Estero (ICE) e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) hanno presentato un progetto dedicato alla creatività cubana e al talento dei giovani nel campo della moda, risaltando peculiarità e legami con la cultura italiana.
Nella cornice della “Fábrica de Arte Cubano”, luogo simbolo dell’estro e dell’arte nella capitale L’Avana, rappresentanti delle istituzioni italiane e cubane hanno presenziato una sfilata unica e originale che ha dato visibilità ai risultati della collaborazione dei due Paesi nel settore della moda e del design. Durante l’evento, diviso in due parti, sono stati mostrati i capi ideati e confezionati da 32 giovani designers che hanno partecipato ai laboratori di moda, design e sartoria promossi da AICS e ICE.
“Si è trattato di un’occasione importante per celebrare ancora una volta il talento e la creatività promosse attraverso la collaborazione tra Cuba e l’Italia”, ha dichiarato l’ambasciatore d’Italia, Roberto Vellano.
Ad aprire la sfilata, il Progetto “Avenida Italia”, coordinato dall’Agenzia Italiana di Cooperazione per lo Sviluppo, nel comune di Centro Habana, insieme al Governo Provinciale dell’Avana e Unioncamere Piemonte. Durante il workshop di moda circolare di questa iniziativa, i giovani partecipanti si sono ispirati ai personaggi dei fumetti sull’Avenida Italia contenuti nel libro “Graphic Habana”, presentato lo scorso novembre in occasione della Settimana della Cultura Italiana.
Gli abiti sono stati realizzati grazie al riciclo creativo di vestiti raccolti attraverso una campagna di Moda circolare, lanciata nel mese di gennaio di quest’anno, alla quale hanno partecipato diverse istituzioni, donando un contributo di circa 500 capi.
La seconda parte della sfilata è stata dedicata ai risultati del Progetto “Guayabera”, promosso dall’Agenzia ICE in collaborazione con l’azienda CubaLab e sponsorizzato dall’Istituto Marangoni di Firenze. In passerella sono stati presentati i frutti delle lezioni teoriche e pratiche impartite da prestigiosi professori di moda italiani a giovani designer cubani durante un corso che si è svolto all’Avana tra gennaio e marzo di quest’anno.
I modelli presentati sono l’interpretazione fatta da ciascuno dei designer del capo cubano per eccellenza: la Guayabera. Il lavoro di scambio e contaminazione tra gli elementi storici del capo cubano e le innovazioni e l’esperienza della moda italiana rendono ogni pezzo presentato unico e irripetibile. I tessuti e gli accessori utilizzati per la confezione sono tutti di alta moda, e sono stati donati da una prestigiosa azienda italiana.
È stato inaugurato nei giorni scorsi il Mengo Eye Unit, il nuovo reparto oculistico dell’Ospedale Mengo a Kampala, capitale dell’Uganda, reso possibile grazie a CBM Italia, organizzazione internazionale impegnata nella salute, l'educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia.
Presenti alla cerimonia: Thomas Tayebwa, Deputy Speaker of Parliament of Uganda; Margaret Muhanga Mugisa, Minister of State for Health; Arc. Bishop Stephen Kazimba Mugalu; Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia; altre autorità e molti pazienti dell’ospedale.
A due anni e mezzo dalla posa della prima pietra del lavoro di ampliamento (dicembre 2021) il nuovo reparto oculistico, che rivoluziona l’accesso alle cure nel Paese, apre le porte alla popolazione ugandese e dei Paesi limitrofi offrendo una nuova struttura, grande e moderna, come spiega il coordinatore di progetto del Mengo, Isaac Rosso: "Con il nuovo reparto prevediamo di visitare oltre 100mila pazienti ogni anno. E nelle 4 nuove sale dedicate agli interventi potremo operare agli occhi 50 persone - bambini, donne, uomini - ogni giorno".
Il Mengo Eye Unit è un nuovo complesso di 4.280 mq, collegato al Mengo e strutturato su 3 piani più uno interrato, costruito secondo standard internazionali e con rampe di accesso per le persone con disabilità. Un ampliamento che consente all’ospedale di offrire uno spettro più ampio di servizi oculistici e garantire un ambiente più confortevole ed efficiente sia al personale sia ai pazienti, che non dovranno più, per esempio, attendere il proprio turno sotto le tende all’esterno durante i giorni di pioggia intensa o sole cocente.
Nel nuovo reparto sono state allestite 4 nuove sale operatorie, che permettono di eseguire un volume maggiore di interventi chirurgici e trattare in modo efficace una gamma più ampia di patologie come quelle legate alla retina e all’orbita, il glaucoma e lo strabismo. C’è poi una sala per le visite, una sala esami, un’unità di ipovisione dove svolgere sessioni di stimolazione e riabilitazione visiva, camere di degenza per pazienti e nel piano interrato nasce la prima Banca della Cornea del Paese, essenziale per garantire tessuto corneale ai pazienti che necessitano di un trapianto. In Uganda la cecità corneale è la seconda causa di perdita della vista dopo la cataratta.
Il Mengo Eye Unit consolida il ruolo dell’Ospedale Mengo come leader nelle cure delle patologie visive e nell’innovazione sanitaria in Uganda.
Oggi il bacino di utenza dell’ospedale è di oltre 2 milioni di persone, provenienti da tutto il Paese e da quelli limitrofi (Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Ruanda, Burundi). È riconosciuto per la sua esperienza nella medicina interna, la chirurgia generale, i servizi per la maternità, le cure odontoiatriche ma soprattutto per le cure visive. È infatti un punto di riferimento del sistema sanitario nazionale ugandese e centro di eccellenza, moderno e autosufficiente, per la cura e la prevenzione delle patologie visive sia negli adulti che nei bambini.
Si pensi che in Uganda 1,2 milioni di persone hanno problemi visivi, e nel 75% dei casi le cause sono prevenibili o curabili (la patologia più diffusa è la cataratta con il 57%).
Il sostegno di CBM al Mengo inizia nel 1990 (l’ospedale è nato poco prima, nel 1987, ed è il più antico ospedale oculistico dell’Uganda) e, nel tempo, questa collaborazione ha dato risultati significativi nelle cure oculistiche nel Paese, fornendo non solo servizi ma anche alta qualità, completezza e inclusività, formazione e ricerca, iniziative di sensibilizzazione e collaborazione.
Il Mengo Eye Unit si inserisce in un ampio progetto di CBM Italia avviato nel 2019 dedicato alla salute visiva. In questi ultimi due anni e mezzo di lavoro per la sua costruzione, l’ospedale ha già raggiunto ottimi risultati (registrati a fine 2023): oltre 380mila pazienti hanno avuto accesso ai servizi oculistici specializzati, di cui circa 3mila provenienti da altri ospedali ugandesi o di Paesi limitrofi. Sono stati realizzati oltre 7mila interventi di cataratta e distribuiti oltre 1.000 occhiali da vista.
Tra i pazienti curati, oltre 1.000 bambini e 1.300 adulti in stato di povertà hanno avuto la possibilità di essere operati gratuitamente. L’obiettivo di CBM Italia nel sostegno alla creazione del nuovo reparto è proprio quello di estendere i servizi di cure oculistiche ai pazienti più svantaggiati e vulnerabili, nella convinzione che il diritto alla vista debba essere garantito per ogni persona.
Spiega infatti Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, presente alla cerimonia di inaugurazione: "La collaborazione tra CBM Italia e l’Ospedale di Mengo incarna lo spirito di cooperazione, innovazione e compassione che è al centro dello sviluppo sostenibile. Oggi non stiamo solo aprendo le porte del Mengo Eye Unit, stiamo aprendo un mondo di possibilità: questo nuovo complesso oculistico curerà innumerevoli persone e famiglie, offrendo servizi completi di cura degli occhi, dalla diagnosi al trattamento e alla riabilitazione. E, dotato della tecnologia più recente e di personale qualificato, stabilirà nuovi standard di eccellenza nella fornitura di cure oculistiche". E conclude: "Il nostro lavoro è lungi dall’essere finito. Ci sono ancora milioni di persone in tutto il mondo che soffrono inutilmente di cecità e disabilità visive. Ma con progetti come il Mengo Eye Unit stiamo dimostrando che il cambiamento è possibile e che insieme possiamo creare un mondo in cui tutti abbiano l’opportunità di vivere una vita dignitosa e realizzata".
CBM Italia è un’organizzazione internazionale impegnata nella salute, l'educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità dove c'è più bisogno, nel mondo e in Italia. Nel 2022 ha realizzato 43 progetti in 11 Paesi di Africa, Asia e America Latina, raggiungendo 976mila persone; in Italia ha realizzato 15 progetti. www.cbmitalia.org
CBM Italia fa parte di CBM - Christian Blind Mission, organizzazione internazionale riconosciuta dall’OMS per il suo impegno da oltre 110 anni nel garantire cure oculistiche accessibili e di qualità. Nell’ultimo anno CBM ha realizzato 391 progetti in 44 Paesi di tutto il mondo raggiungendo 8.8 milioni di beneficiari. (focus\ aise)