I passi della cooperazione

ROMA – focus/ aise - Consolidare la collaborazione tra l'Italia e i singoli Paesi africani, per rispondere alle sfide che accomunano due Continenti: dalla sostenibilità all'Intelligenza Artificiale, dalla cybersecurity alla tutela del patrimonio culturale.
Questi gli obiettivi al centro del Young Italian-African Diplomatic Fellows Program, un percorso di alta formazione organizzato da Luiss School of Government e United Nations Institute for Training and Research (UNITAR) e rivolto a un gruppo selezionato di giovani diplomatici africani under 35, attualmente impiegati presso il Ministero degli Affari Esteri del proprio Paese. Due giornate fitte di incontri, ieri e oggi presso il Campus dell'Ateneo romano, per un dialogo di alto livello con professionisti, accademici e diplomatici sui temi dell'attualità geopolitica che coinvolgono le relazioni Italia-Africa, a partire dal "Piano Mattei" recentemente varato dal Governo.
“Negli ultimi due anni, la collaborazione tra Luiss e United Nation Institute for Research and Training, con il supporto del MAECI, ha permesso di organizzare una formazione avanzata per 60 giovani diplomatici provenienti da oltre 20 Paesi africani e dall’African Union sui rapporti tra Italia e Africa, oltre che sulle principali sfide collegate alla sostenibilità. Questa iniziativa, giunta alla sua terza edizione, non rappresenta una semplice attività formativa ma un’ulteriore piattaforma per il dialogo tra Italia e Africa”, ha dichiarato il Prorettore per l'Internazionalizzazione della Luiss, Raffaele Marchetti.
“Questa partnership con United Nation Institute for Research and Training per i giovani diplomatici africani - ha aggiunto Giovanni Orsina, Direttore della Luiss School of Government - rappresenta un vivido esempio della missione strategica della Luiss School of Government per la formazione della PA nazionale ed internazionale. Ringraziamo il MAECI per il supporto per questa iniziativa che rappresenta un momento importante del dialogo tra Italia e Africa nella gestione delle principali sfide nazionali ed internazionali”.
La presentazione del progetto ha visto la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti di UNITAR e del Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale.
L’eliminazione della povertà e della fame in Africa possono ottenersi, in modo efficace e duraturo, solo grazie allo sviluppo endogeno dei Paesi africani, in particolare innescando processi di industrializzazione sostenibile. È quanto ha dichiarato, nel suo intervento al Summit Italia-Africa, Gerd Müller, direttore generale dell’UNIDO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale.
Un approccio, questo, condiviso anche dall’Italia con il “Piano Mattei”, che prevede progetti concreti di cooperazione che trasferiscano in Africa risorse finanziare e umane, conoscenze e tecnologie in grado di generare impresa, posti di lavoro e reddito.
L’Italia sviluppa insieme all’UNIDO 18 progetti e programmi in Africa e nel Mediterraneo allargato, per un valore di più di 28 milioni di euro. Iniziative realizzate in collaborazione con la cooperazione italiana per lo sviluppo come le industrie creative in Tunisia, il centro di formazione per l’energia rinnovabile in Congo Brazzaville, il sostegno ai piccoli produttori di caffè in Etiopia, lo sviluppo di tecnologie di produzione circolari nell’industria tessile e della moda nei Paesi del Maghreb. Il contributo di importanti aziende private italiane in questi progetti è spesso determinante, come nel caso di Illy caffè in Etiopia, di ENI in Congo e di Diesel Jeans in Tunisia.
Storie di successo, quindi, che bene illustrano l’atteggiamento inclusivo e paritario del modo di fare cooperazione allo sviluppo dell’Italia, grazie all’impegno del Governo e delle altre istituzioni pubbliche coinvolte, alla vitalità delle sue imprese e alla collaborazione con l’UNIDO.
Ottimo riscontro per l’Info Day organizzato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) dedicato al Bando 2023 per OSC ed Enti Territoriali. All’appuntamento, tenutosi a Firenze, hanno aderito circa cinquecento partecipanti, in presenza e in remoto, a ribadire l’importanza di questo strumento.
Ad aprire i lavori è stato l’intervento del direttore AICS, Marco Riccardo Rusconi, che ha voluto sottolineare il quadro in cui si inserisce il Bando 2023. “Possiamo parlare di un primo figlio del Piano Mattei”, ha affermato; “questa nuova iniziativa, sviluppata grazie all’impegno della nostra squadra di lavoro, punta a sostenere una cooperazione che si distingue per qualità, realizzabilità e capacità di fare leva sul partenariato”.
La presentazione ha visto il contributo del VDT Leonardo Carmenati, che ha sottolineato il percorso fatto dall’Agenzia sulla costruzione del Bando. “Questo strumento è un ingente investimento che nasce nel solco delle esperienze precedenti. Stiamo capitalizzando il patrimonio costruito insieme a OSC ed Enti Territoriali e vogliamo renderlo virtuoso anche grazie al contributo e alla responsabilità di questi soggetti. Per questo”, ha spiegato Carmenati, “possiamo con orgoglio sottolineare come rispetto alla precedente edizione sia aumentata la dotazione finanziaria, puntando a una minore concentrazione di iniziative e risorse”.
La parola è infine passata a Grazia Sgarra, dirigente dell’Ufficio VII – Soggetti di cooperazione, partenariati e finanza per lo sviluppo, che dopo aver ringraziato il proprio team per il lavoro offerto in questi mesi di progettazione, ha presentato concretamente il Bando e la sua essenza. “Le iniziative dovranno garantire efficienza, efficacia, impatto dell’azione”, ha poi detto Sgarra. “L’approccio che richiediamo deve essere basato sui risultati, chiaramente definiti e oggettivamente verificabili, per assicurare una piena sostenibilità economica, sociale e ambientale. Questo Bando è un’opportunità unica e ci aspettiamo una progettazione di qualità”. (focus\ aise)