I passi della cooperazione

Roma – focus/ aise - Il presidente dell'Università Nazionale di La Plata (UNLP), Martín López Armengol, ha ospitato nei giorni scorsi diverse Università italiane per discutere di cooperazione accademica e trasferimento tecnologico. All'incontro, che aveva l'obiettivo di scambiare esperienze di lavoro, hanno partecipato Francesca Spigarelli, rappresentante dell'Università degli Studi di Macerata (UNIMC), e Attilio Mucelli, dell'Università Politecnica delle Marche (UNIVPM), entrambi specialisti in innovazione, trasferimento tecnologico e affari. Alla riunione hanno presenziato anche il prosegretario di Collegamento Tecnologico, Gonzalo Márquez, e il direttore dell'area, Juan Pedro Brandi.
Gli organizzatori hanno spiegato che l'obiettivo dell'incontro è duplice: da un lato, conoscere l'esperienza italiana sull'imprenditorialità accademica e il collegamento tecnologico in ambiti "non convenzionali" (umanistici, artistici, tra gli altri). Dall'altro lato, l'idea era di sfruttare l'esperienza dei relatori nei grandi progetti europei di cooperazione accademica e aziendale.
Durante la giornata sono stati sviluppati i seguenti argomenti di lavoro: trasferimento tecnologico e imprenditorialità accademica; spin-off universitari in settori non convenzionali; il ruolo della cooperazione internazionale; esperienze nell'ambito dell'Unione Europea e della cooperazione con la Cina.
Nell'ambito della visita, López Armengol ha ringraziato la presenza dei docenti italiani per condividere le loro esperienze: "questi spazi sono molto importanti per continuare a generare collegamenti tra paesi, e in particolare tra istituzioni di istruzione superiore, per promuovere la creazione di imprese tecnologiche e progetti di innovazione sociale".
Il presidente dell'UNLP ha concluso che "in questo contesto è importante ribadire che l'università continua a gestire e lavorare su progetti innovativi che permettano di mettere la generazione di conoscenza al servizio delle principali richieste di sviluppo del paese".
Dal 27 aprile scorso e fino al 7 maggio si svolge la missione di sistema della Cooperazione Italiana in Africa Occidentale, più precisamente in Repubblica di Guinea, Ghana, Senegal e Costa d’Avorio.
Al fianco del capo delegazione Stefano Gatti, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI, il direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Marco Riccardo Rusconi, ha partecipato a una serie di incontri tesi a approfondire e valorizzare gli interventi in corso nei Paesi dell’area.
Durante la permanenza nella Repubblica di Guinea, il programma ha previsto un incontro con i rappresentanti della società civile attivi sul territorio (LVIA, CISV, Comunità Sant’Egidio, APDAM), la visita del Centro DREAM, un progetto sanitario gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, e un confronto con i rappresentanti dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani.
La visita è stata anche contraddistinta da un calendario di incontri istituzionali con l’Ufficio del primo ministro Amadou Oury Bah e un gruppo di delegati e funzionari del Ministero dell’Agricoltura, della Sanità e del Piano e della Cooperazione del Governo locale.
L’attenzione nei confronti della Repubblica di Guinea è testimoniata dalla volontà di aggiungere il Paese alla lista dei prioritari della Cooperazione Italiana. L’Italia, già dagli accordi bilaterali di cancellazione del debito, si è posta al fianco della Guinea Conakry e la visita è stata l’occasione di esaminare le intese di cooperazione, approfondendo l’aggiornamento del credito d’aiuto in ambito sanitario, nonché il consolidamento e lo sviluppo ulteriore nell’ambito dello sviluppo agricolo e della sicurezza alimentare.
L’incontro con il capo gabinetto del Ministero dell’Agricoltura ha permesso di definire i passaggi necessari per portare ad esecuzione il progetto Paguita, che mira a ripristinare il sistema di produzione nelle regioni di Conakry e Kankan, in Guinea. L’obiettivo è contribuire alla sicurezza alimentare e nutrizionale delle regioni oggetto di intervento, migliorando la resilienza delle famiglie vulnerabili, aumentare la produttività orticola e i redditi dei gruppi vulnerabili interessati. La Guinea punta ad avanzare nella direzione dell’agribusiness, passando dalla semplice produzione alla trasformazione e processazione dei prodotti agricoli per accrescere il peso nelle catene del valore. L’Italia si candida ad affiancare come modello per il trasferimento di competenze in questi ambiti per affiancare un Paese contraddistinto da una struttura fondata su un tessuto di piccoli produttori agricoli a dimensione familiare. (focus\ aise)