I passi della cooperazione

Roma – focus/ aise - La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha promosso a Yaoundé (Camerun) tre corsi di alta formazione diretti, rispettivamente, alla magistratura, alle forze di polizia e al personale civile impiegato nella tutela dei diritti umani.
Grazie al determinante supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, la Scuola Superiore Sant’Anna ha coordinato, in collaborazione con il Ministero della Giustizia del Camerun ed École Nationale d'Administration et de Magistrature, un corso di alta formazione, che si è concluso giovedì 26 aprile, in tema di criminalità organizzata e cooperazione giudiziaria, con particolare riferimento agli aspetti economici e finanziari destinato a giudici e magistrati camerunensi. Il corso ha chiamato a partecipare l’eccellenza del “Sistema Italia” nella materia: il mondo della ricerca rappresentato da Giovanni Carlo Bruno, primo ricercatore di diritto internazionale del Cnr, e il mondo della magistratura, rappresentato da Lorenzo Salazar, sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Napoli, punto di contatto della Rete Giudiziaria Europea e corrispondente nazionale dell’Eurojust.
Sempre nel quadro del progetto “Rafforzare i sistemi giudiziari dei Paesi africani attraverso la formazione” (2023-2024), finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Scuola Superiore Sant’Anna ha organizzato un corso di alta formazione a favore di 50 partecipanti provenienti dalle forze di polizia di vari Paesi africani, in tema di mantenimento della pace Le attività formative, articolate in quattro giorni di didattica fino a venerdì 3 maggio, sono stato co-organizzate con il supporto di partner locali, come l’Institut des Relations Internationales du Cameroun e l’Ecole Internationale des Forces de Sécurité.
Un terzo momento di formazione è stato organizzato dalla Scuola Sant’Anna nel quadro del programma EU Civilian Training Initiative, finanziato dall’Unione europea. Il corso “Training Course for Officers Working on Human Rights in Africa”, in programma fino a venerdì 3 maggio, implementato in collaborazione con l’Institut des Relations Internationales du Cameroun e la Foundation for Peace and Solidarity, ha l’obiettivo di contribuire a formare personale civile con conoscenze e competenze tecnico-operative in materia di diritti umani, al fine di migliorare le loro capacità in quanto funzionari di organizzazioni regionali e sub-regionali africane. La rilevanza di queste iniziative per la cooperazione tra Italia, Unione Europea e Camerun è testimoniata dall’intervento, durante le cerimonie di apertura dei tre corsi, dell’ambasciatore italiano in Camerun, Filippo Scammacca del Murgo, e del capo della delegazione dell'Unione Europea a Yaoundé, Jean-Marc Châtaigner.
“Questa iniziativa – commenta Andrea de Guttry, professore ordinario di Diritto Internazionale della Scuola Superiore Sant’Anna e Direttore dei Corsi – consolida ulteriormente l’impegno italiano ed europeo in Camerun e mette in evidenza il ruolo di primo piano della Scuola Superiore Sant’Anna, grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della EU Civilian Training Initiative, nel progettare e condurre attività di cooperazione tecnica e nel rendere più forte lo stato di diritto in quest’area così cruciale per la stabilità del continente africano e dell’Europa”.
Si è celebrato il 6 maggio scorso al Castello del Valentino con un evento dal titolo evocativo, “Italy & Japan: same latitude, close parallels”, il primo anno di attività del PoliTO Japan Hub, avviate a maggio 2023 dopo mesi di intensa preparazione. L’Hub è poi stato inaugurato ufficialmente a luglio 2023 a Kyoto, primo ufficio indipendente di un'università italiana in Giappone, con l'obiettivo di creare nuove sinergie e reti per le sue attività di ricerca e collaborazione con aziende e organizzazioni, con il coinvolgimento di attori dell'area di Kyoto e di tutto il Paese asiatico.
“L’apertura di una nostra sede fisica a Kyoto ha rappresentato un passo importante nella strategia di internazionalizzazione che vogliamo portare avanti in questo mandato”, ha ricordato il rettore Stefano Corgnati, che ha dato avvio ai lavori. “Il Politecnico di Torino continua a guardare ad Oriente, e in particolare al Giappone, dove troviamo molti punti comuni di collaborazione. Da un lato sul fronte della ricerca scientifica e tecnologica e dall’altro quello dell’architettura e il design, le cui eccellenze italiane hanno sempre goduto di ottima reputazione in Giappone. Questo hub rappresenta per noi un punto di inizio per sviluppare iniziative di collaborazione con il mondo accademico, industriale e istituzionale giapponesi in tutte e tre le nostre missioni principali”.
Il Japan Hub è nato come antenna del Politecnico in Giappone, Paese strategico per una collaborazione internazionale nell’area asiatica, macro-regione nella quale l’Ateneo ha consolidate relazioni, ma ha ampi margini per crearne di nuove con Paesi ad altissimo sviluppo tecnologico. L’Ateneo vanta infatti un solido legame nella ricerca e nella formazione con il Paese del Sol Levante, con oltre 25 accordi con università giapponesi: i progetti e le iniziative congiunte hanno generato numerosi risultati scientifici congiunti a cura di oltre 80 tra docenti, ricercatori e tecnico-amministrativi.
L’attività del Japan Hub si è quindi da subito potuta inserire in questa fitta rete di collaborazioni, andando a sviluppare nuove iniziative, accordi di cooperazione e progetti. Tra i principali, l’accordo con la Kansai Medical University (KMU), con la quale è stato siglato un accordo per l’istituzione di un dottorato congiunto sui temi della bioingegneria, che coinvolgerà giovani ricercatori italiani e giapponesi, mettendo a sistema le competenze ingegneristiche dell’ateneo torinese e quelle mediche della KMU.
Anche la collaborazione con le aziende ha potuto crescere grazie alla presenza fisica di un Hub in Giappone. Un esempio tra tutti è la collaborazione con YKK (Yoshida Kogyo KabushikiKaisha) di Kurobe, leader mondiale nella produzione di chiusure lampo, con 80 stabilimenti in tutto il mondo, che insieme al Politecnico lavorerà per rendere più sostenibili le sue sedi di produzione, partendo proprio da quella giapponese.
Un board di 20 docenti garantisce che tutti gli ambiti di ricerca dei Dipartimenti dell’Ateneo siano rappresentati, in modo da favorire l’intersezione disciplinare e forme innovative di cooperazione scientifica.
Il Japan Hub, nella prospettiva di incrociare ricerca e collaborazione industriale, guarda anche con attenzione alla prossima edizione di Expo Osaka 2025, come luogo privilegiato dove disseminazione scientifica e innovazione possono incontrare un vasto pubblico: dal titolo evocativo “Designing Future Society for Our Lives” essa intercetta molte delle sfide raccolte dalle recenti edizioni di Biennale Tecnologia svoltesi presso il Politecnico.
Il PoliTo Japan Hub, però, oltre a lavorare su collaborazioni di frontiera nella tecnologia, sia nell’ambito della ricerca accademica, che in quello dell’innovazione industriale, intende essere anche un polo capace di consolidare i legami culturali tra Italia e Giappone, come testimonia la partecipazione all’evento della nota traduttrice della casa editrice Einaudi Antonietta Pastore, che ha lavorato alle versioni italiane di autori del calibro di Haruki Murakami; nel suo intervento, ha portato una riflessione sulle influenze reciproche tra Italia e Giappone dagli anni Settanta a oggi.
La missione di ponte scientifico e culturale tra i due Paesi è testimoniata dall’organizzazione per il 2024 di due seminari accademici. Il prossimo 21 giugno presso la Kansai Medical University si terrà l’evento “Robotics for Humanity and Healthcare in Italy and Japan” e a fine estate la Kobe Design University ospiterà “Architectural and urban heritage from knowledge and preservation to management: cases and approaches in Italy and Japan”.
Sempre nell’ottica di aprire il dialogo a un quadro a tutto tondo sui rapporti tra i due Paesi, l’intervento di Giuseppe Pezzotti, direttore del PoliTo Japan Hub a Kyoto, ha esaminato elementi di continuità e di complementarietà nei sistemi formativo e della ricerca in Italia e in Giappone, forte della sua trentennale esperienza come docente del Kyoto Institute of Technology.
“Il Politecnico si pone a tutto tondo la questione delle relazioni dell’Ateneo, e dell’Italia, con il Giappone”, ha infine commentato il coordinatore scientifico del PoliTO Japan Hub, Michele Bonino. “Il primo anno di attività è molto promettente per il consolidamento delle nostre relazioni accademiche, ma anche di quelle con aziende del territorio del Kansai. Inoltre, ci stiamo affermando come interlocutore istituzionale nei rapporti da un lato con le nostre rappresentanze diplomatiche in Giappone e, dall’altro, con le istituzioni locali”.
La rete delle istituzioni è in effetti coinvolta fin da subito nel progetto, come testimonia la partecipazione all’incontro del console generale del Giappone a Milano Kobayashi Toshiaki, della vice sindaca della Città di Torino Michela Favaro, del presidente del Centro Estero Internazionalizzazione Dario Peirone e del responsabile Area Tecnologia, Ricerca e Innovazione di Unione Industriali Torino Guido Ceresole. Sono intervenuti anche il vice rettore per gli affari internazionali Alberto Sapora e il professor Gianmario Pellegrino, in rappresentanza della vice rettrice per l'Innovazione scientifico-tecnologica. (focus\ aise)