I passi della cooperazione

ROMA – focus/ aise – Nuovi tasselli nell’ambito delle attività di cooperazione sanitaria dell’Università Statale di Milano. Negli ultimi mesi si stanno sviluppando e articolando tutti i finanziamenti relativi ai programmi di mobilità Erasmus +KA171, per mobilità bilaterale di docenti e studenti, e l’Ateneo sta definendo una serie di accordi con Università ed enti locali, tra cui ospedali, in varie regioni africane.
Rientrano in quest’ambito di attività, la visita di Stefania Recalcati, delegata della Rettrice alla Cooperazione Internazionale in ambito medico, a Gulu, nel Nord Uganda, per incontrare sia alcune autorità dell’Università di Gulu che i direttori del St. Mary's Hospital Lacor, il più grande ospedale convenzionato con la Facoltà di Medicina della stessa Università.
Con l’Università di Gulu è stato attivato un progetto triennale di mobilità Erasmus +KA171 volto a facilitare lo scambio di studenti e docenti al fine di migliorare le loro capacità e competenze e di collaborare per affrontare nuove sfide sanitarie globali oltre che per promuovere la comprensione interculturale.
La Facoltà di Medicina dell'Università di Gulu è stata fondata nel 2004. Da allora, si sono laureati oltre 800 giovani e recentemente l’Ateneo ha anche attivato programmi post-laurea in tutte le discipline cliniche.
“L'Università di Gulu – ha spiegato la professoressa Recalcati - pone un'enfasi significativa alla pedagogia trasformativa, che rappresenta un prodotto del progetto Transforming Employability For Social Change in East Africa (TESCEA). La formazione degli studenti dà priorità all'allineamento degli obiettivi educativi, dell'istruzione e dei risultati per soddisfare i bisogni sociali, responsabilizzare le comunità e migliorare il benessere. Una componente chiave di questa formazione si concentra sul coinvolgimento della comunità, con gli studenti che trascorrono del tempo nelle strutture sanitarie locali per acquisire esperienza diretta con le sfide e le disposizioni dell'assistenza sanitaria quotidiana”.
Tra queste strutture gioca un ruolo chiave il St. Mary's Hospital Lacor, il più grande ospedale privato in Uganda, sede in cui gli studenti intraprendono la loro formazione clinica.
L’ospedale si trova nella regione di Acholi, una delle zone più povere del mondo, con un'economia basata sull'agricoltura di sussistenza. Le attività dell'ospedale sono in linea con le politiche del Ministero della Salute dell'Uganda in materia di assistenza sanitaria. L’Ospedale è fortemente sostenuto ed integrato con la Fondazione Corti con cui da tempo l’Università Statale di Milano collabora. In particolare, da qualche anno, specializzandi di area medica della Statale stanno svolgendo periodi di tirocinio della durata di qualche mese presso il Lacor Hospital grazie al fondamentale contributo organizzativo della Fondazione Corti.
Durante la visita in Uganda, la professoressa Recalcati ha incontrato le specializzande che stanno prestando servizio presso l’ospedale di Lacor. “Si tratta di un’esperienza che i nostri specializzandi vivono con grande entusiasmo e che vede un forte incremento di partecipazione – ha spiegato -. Per questo, stiamo anche lavorando a un accordo tra l’Ateneo, l’ospedale Lacor e la Fondazione Corti per favorire la presenza dei nostri specializzandi in Uganda”.
La Fondazione Corti e l’ospedale del Lacor sono inoltre partners attivi del Centro per la Ricerca Multidisciplinare in Scienze della Salute (MACH) e sede di intership per gli studenti del Master in Salute globale.
La pace come scelta, come impegno quotidiano e come speranza per il futuro. È questo il messaggio che quest’anno ha attraversato con forza la 48ª edizione della Festa della Fratellanza, che ha visto riunite sul ghiacciaio del Presena – Passo Paradiso, delegazioni italiane e austriache in uno dei luoghi simbolo della memoria della Grande Guerra, che vide le due nazioni scontrarsi in quegli stessi luoghi.
“Questa 48ª edizione della Festa della Fratellanza ha un significato particolare: la presenza di tante persone, di tanti sindaci e rappresentanti delle istituzioni, degli Alpini e degli Schützen, delle associazioni combattentistiche italiane e austriache, dimostra che questa celebrazione è diventata un punto di riferimento fondamentale – ha detto l’assessore alla promozione della conoscenza dell’Autonomia della Provincia autonoma del Trentino, Simone Marchiori - proprio qui, dove un tempo la guerra ha lasciato ferite profonde, oggi si rinnova un impegno comune: non dimenticare gli orrori del passato e custodire il valore della pace. La storia ci insegna che la pace non è mai scontata, e le tensioni che attraversano il mondo ci ricordano quanto sia fragile. Per questo serve il coraggio del dialogo, che trasforma la memoria in costruzione, il dolore in impegno, la distanza in rispetto”.
Nata nel 1977 dall’intuizione dell’alpino Emilio Serra e del Kaiserjäger Kurt Steiner, la manifestazione, organizzata dal Museo della Guerra Bianca di Vermiglio in collaborazione con il Comune di Vermiglio, la Provincia autonoma di Trento, la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e il Museo Storico del Trentino, continua a rappresentare un momento di incontro e di preghiera comune nei luoghi in cui, oltre un secolo fa, migliaia di giovani soldati si fronteggiarono. Oggi, in un contesto internazionale segnato da conflitti e tensioni, il Trentino rinnova la sua capacità di trasformare terre di dolore in spazi di dialogo, amicizia e cooperazione, rafforzando il messaggio universale di pace.
“Qui, dove la memoria della sofferenza si intreccia con il desiderio di riconciliazione, il Trentino e l’Euregio dimostrano che dalla storia si può costruire futuro – ha dichiarato l’assessore Carlo Daldoss –. è la dimostrazione concreta che anche dopo il dolore è possibile ricostruire legami di amicizia e di cooperazione. L’esperienza dell’Euregio ci dice che questo è possibile: Trentino, Alto Adige/Südtirol e Tirolo hanno saputo fare della cooperazione un valore e della diversità un’opportunità. La Festa della Fratellanza non è solo una commemorazione, ma un messaggio che da queste montagne arriva all’Europa e al mondo: un appello a custodire e a costruire la pace, giorno dopo giorno, con responsabilità e perseveranza, perché solo così possiamo garantire un futuro di speranza alle nuove generazioni”.
La giornata si è aperta con la sfilata dal Presena e si è conclusa con la cerimonia ufficiale e la Santa Messa, accompagnata dal Corpo Bandistico Ossana Vermiglio e dal Coro Santa Maria Assunta di Tassullo. Presenti autorità locali e provinciali, associazioni ex combattentistiche italiane e austriache, delegazioni di Alpini, Kaiserjäger, Schützen e Standschützen dell’Euregio, oltre al sindaco di Mitterndorf, Thomas Jechne, al Segretario Generale della Croce Nera Austriaca, Thomas Rappatz, e ai rappresentanti istituzionali delle due sponde dell’arco alpino.
“Ogni anno ci ritroviamo qui per ricordare e per essere un esempio di pace al mondo - ha spiegato in chiusura il sindaco di Vermiglio, Michele Bertolini - oggi, su queste montagne, italiani e austriaci rappresentano una famiglia unita: un tempo nemici, oggi testimoni di unità e di umanità. Siamo qui per non dimenticare il passato e per rendere un grande omaggio al futuro, che vogliamo sia di pace. È un messaggio che da queste vette si alza forte e chiaro, ricordandoci che la pace è un impegno che appartiene a ciascuno di noi”. (focus\aise)