I passi della cooperazione

ROMA – focus/ aise – Il 10 dicembre l’AICS di Gerusalemme si è unita alla celebrazione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, rinnovando il proprio impegno nel sostenere la popolazione palestinese in un contesto complesso e segnato da profonde sfide.
Attraverso un lavoro costante accanto alle autorità locali, alle organizzazioni della società civile e al sistema delle Nazioni Unite, l’Agenzia continua a promuovere diritti, giustizia, equità e pari opportunità.
All’interno del Dipartimento Giustizia, Diritti Umani e Parità di Genere, l’impegno di AICS Gerusalemme si concentra sul rafforzamento della cooperazione tra le istituzioni e gli attori della società civile, con l’obiettivo di promuovere i diritti umani in maniera trasversale attraverso attività di capacity building, ricerca, networking e interventi sul campo. Un ruolo essenziale è svolto dal Sistema Italia, che contribuisce con iniziative di formazione, scambi di buone pratiche e collaborazioni accademiche di alto livello.
Nella Giornata Internazionale dei Diritti Umani, AICS Gerusalemme ha ribadito il proprio impegno a sostenere dignità, equità, protezione e partecipazione per tutte e tutti.
Ogni progetto, ogni iniziativa e ogni partenariato è parte di un percorso più ampio in collaborazione con gli altri dipartimenti dell’Agenzia, con l’obiettivo di costruire interventi sostenibili e un futuro più giusto per la popolazione palestinese.
Si è concluso con successo a Mosul, in Iraq, il progetto “Start-up del primo centro trapianto di cellule staminali ematopoietiche”. Realizzato presso l’Al Hadbaa Hospital di Mosul, l’iniziativa è stata coordinata dalla dottoressa Marta Verna, pediatra della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza, e gestita dalla Fondazione AVSI, organizzazione della società civile, grazie a un finanziamento del governo iracheno. L’accordo iniziale prevedeva la realizzazione di 4 trapianti mentre, come hanno spiegano gli organizzatori, a conclusione del progetto ne sono stati eseguiti 38, sia in pazienti adulti sia in pazienti pediatrici.
Risultati che attestano l’efficacia e la solidità del percorso costruito insieme ai professionisti locali. A Mosul, città ancora in ricostruzione dopo anni di conflitto, la talassemia resta una delle malattie genetiche più diffuse. Molti pazienti dipendono da trasfusioni a vita e il trapianto di midollo, unica cura ad oggi disponibile, è accessibile solo all’estero a costi altissimi. Il trapianto è inoltre spesso l’unico trattamento salvavita per le malattie ematologiche quali la leucemia. Il progetto presso l’Al Hadbaa Hospital è l’unico che ha reso possibile questo tipo di cura in loco portando nuova speranza alle famiglie irachene colpite da malattie del sangue.
La dottoressa Verna, da poco rientrata dall’ultima missione in loco, ha espresso grande soddisfazione: “Con questa missione si chiude formalmente il progetto di start-up del centro trapianti, che possiamo finalmente dichiarare un successo. È stato certamente il più impegnativo tra i miei progetti, ma i risultati ottenuti superano di gran lunga gli obiettivi iniziali”.
“Il successo di questo progetto rappresenta concretamene il valore dell’approccio multistakeholder della cooperazione dove tutti gli attori coinvolti, dalle organizzazioni fino ai governi dei paesi in cui operiamo, sono chiamati a collaborare tanto in termini di risorse che di competenze - ha sottolineato Giampaolo Silvestri, segretario generale della Fondazione AVSI -. La cooperazione internazionale è il frutto di un sistema articolato e integrato e questi 38 trapianti ne sono l’esempio concreto”.
“Questo progetto rappresenta un motivo di grande orgoglio per il nostro Istituto - ha aggiunto il Presidente della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, Claudio Cogliati -. La straordinaria riuscita del centro trapianti di Mosul dimostra quanto la collaborazione internazionale, quando fondata su competenza, dedizione e visione condivisa, possa generare un impatto reale e duraturo. Il lavoro della dottoressa Verna e di tutti i professionisti coinvolti testimonia l’eccellenza clinica e scientifica che caratterizza il nostro IRCCS. Aver contribuito a rafforzare un percorso di cura tanto complesso in un contesto così sfidante è un risultato di valore umano oltre che sanitario, e conferma il nostro impegno nel promuovere iniziative capaci di migliorare concretamente la vita dei pazienti, ovunque ce ne sia bisogno”.
Il progetto, così come i precedenti già conclusi, si è avvalso di un gruppo di esperti provenienti da ospedali italiani di eccellenza e si è articolato attraverso un iniziale training in Italia da parte dei colleghi iracheni ma soprattutto attraverso multiple missioni in loco. Si inserisce inoltre nella lunga tradizione della Pediatria dell’ospedale San Gerardo di Monza, che - grazie al sostegno della Fondazione Maria Letizia Verga - promuove da sempre programmi di cooperazione internazionale. Marta Verna è infatti coordinatrice del progetto Children Global Medicine: un’area di studio, ricerca e pratica clinica creata e sostenuta dalla Fondazione Maria Letizia Verga dal 1986 e dedicata al miglioramento dello stato di salute e dell’accesso alle cure pediatriche a livello globale, secondo il principio dell’equità. La metodologia principale adottata è il capacity building, ovvero lo sviluppo e l’implementazione delle conoscenze locali finalizzato a rendere autonomi i vari centri. I progetti sono pensati per creare sostenibilità strutturale, economica e organizzativa, modificando stabilmente la storia sanitaria dei Paesi coinvolti.
Il Governo italiano, attraverso l’Ambasciata d’Italia in El Salvador e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), continua a sostenere il rafforzamento della salute materno-infantile in El Salvador grazie al progetto “Nascere con Affetto”, un’iniziativa di cooperazione del valore di 3,5 milioni di euro.
Nell’ambito dell’iniziativa, otto medici specialisti dell’Università degli Studi di Pavia e dell’Ospedale San Matteo di Pavia hanno svolto recentemente una missione tecnica in El Salvador, per contribuire al consolidamento del sistema sanitario nazionale nel settore materno-infantile.
La missione, realizzata dal 17 al 29 novembre scorsi, si è articolata in un intenso programma di attività formative e di accompagnamento tecnico, finalizzato a promuovere lo scambio di competenze e a rafforzare le capacità del personale sanitario salvadoregno.
Durante le due settimane di lavoro, il chirurgo pediatrico Gian Battista Parigi e il direttore del reparto di Neonatologia dell’Ospedale San Matteo, Stefano Ghirardello, hanno visitato le principali Unità di Terapia Intensiva Neonatale del Paese. Le osservazioni, condotte con rigore e professionalità insieme al personale sanitario salvadoregno, hanno permesso di identificare aspetti cruciali per migliorare la qualità dell’assistenza, condividendo al contempo buone pratiche e approcci clinici d’eccellenza per la cura dei neonati.
Parallelamente, Luca Lungarotti, specialista in radiologia ed ecografia, e Alessandro Raffaele, chirurgo pediatrico, hanno condotto undici giornate intensive di formazione, rivolte a 135 professionisti della salute salvadoregni. Le attività hanno contribuito a rafforzare le conoscenze teoriche e le competenze pratiche nell’uso di strumenti ecografici applicati a tecniche chirurgiche d’emergenza, così come nelle procedure di inserimento di cateteri venosi in neonati e bambini che richiedono interventi di complessità moderata e alta. A queste iniziative si sono aggiunte cinque lezioni magistrali online, organizzate tramite la piattaforma del Ministero della Salute di El Salvador, rivolte a pediatri e ginecologi della rete sanitaria nazionale.
Nel corso della missione, gli specialisti italiani hanno affiancato il personale locale con attività di formazione “on the job”, supportando la gestione di casi clinici complessi. In particolare, Luigi Avolio, urologo pediatrico, e Giovanna Riccipetitoni, chirurga pediatrica, hanno partecipato ad interventi chirurgici complessi, contribuendo in modo concreto alla formazione avanzata dei colleghi salvadoregni.
Una componente fondamentale del progetto “Nascere con Affetto” riguarda il rafforzamento delle competenze mediche nel settore della genetica. In questo ambito, la dottoressa Elena Rossi e il dottor Fabio Sirchia, specialisti di alto livello, stanno collaborando da quasi un anno con il personale sanitario salvadoregno, con l’obiettivo di istituire un laboratorio di genetica e garantire una formazione avanzata al personale dell’Ospedale Bloom di San Salvador, centro di riferimento nazionale per la cura di neonati e bambini. Un contributo che arricchisce e potenzia il sistema sanitario nazionale.
L’Ambasciata d’Italia in El Salvador, nel corso della missione, ha organizzato una conferenza stampa, che ha visto la partecipazione dei professionisti italiani e delle rappresentanze istituzionali di El Salvador, quali il Ministero della Salute, la Segreteria della Prima Dama e l’Agenzia di El Salvador per la Cooperazione Internazionale. L’evento è stato un’importante occasione per condividere i risultati raggiunti e illustrare le prossime azioni di sviluppo.
Inoltre, merita particolare attenzione la partecipazione dell’ambasciatore d’Italia in El Salvador, Paolo Emanuele Rozo Sordini, ai lavori del Comitato Tecnico Scientifico del progetto, un organo di governance in cui vengono analizzate le questioni tecniche e strategiche che ne guidano l’attuazione. Una partecipazione che conferma l’attenzione e il sostegno dell’Italia a un’attuazione efficace e condivisa dell’iniziativa.
Questa missione è stata possibile grazie all’importante impegno dell’Ufficio della Prima Dama e all’ appoggio del Ministero della Salute di El Salvador, partner istituzionale dell’iniziativa. Essa ha rappresentato non solo il rinnovo dell’impegno comune per migliorare la qualità dell’assistenza materno-infantile nel Paese, ma anche un segno concreto del rafforzamento della collaborazione strategica tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di El Salvador: un’alleanza che si traduce in azioni tangibili a beneficio della popolazione salvadoregna. (focus\aise)