I passi della ricerca

ROMA – focus/ aise - Il 25 e 26 gennaio scorsi si è svolta in Francia, a Nizza, la IX Riunione delle Parti (MoP) dell’Accordo Pelagos alla quale hanno preso parte le delegazioni di Italia, Francia e Principato di Monaco. A rappresentare l’Italia è stata una delegazione della Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare del Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica.
L’Accordo Pelagos, istitutivo dell’omonimo Santuario, è stato sottoscritto a Roma il 25 novembre 1999 ed è entrato in vigore il 21 febbraio 2002, con l’obiettivo di promuovere azioni concertate e armonizzate tra i tre paesi firmatari per la protezione dei cetacei e dei loro habitat, proteggendoli dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane e favorendo programmi di ricerca scientifica e campagne di sensibilizzazione.
Il Santuario è stato anche inserito nella lista delle Speciali Aree Protette di importanza mediterranea (ASPIM) nel novembre 2001.
Nel corso della due-giorni a Nizza, riporta il Mase, sono state adottate otto risoluzioni, sia tecniche che relative alla governance, rilevanti per l’implementazione e lo sviluppo delle attività in ordine agli orientamenti ed alle azioni comuni di gestione, secondo quanto stabilito dall’articolo 12 dell’Accordo.
In particolare, sono stati discussi ed approvati i nuovi Regolamenti interni dell'Accordo, le raccomandazioni tecnico-scientifiche presentate dal 15° Comitato Tecnico Scientifico, tenutosi a Monaco nel settembre scorso, il nuovo regolamento della Carta di Partenariato, una nuova versione della stessa e la relativa griglia di valutazione delle attività che i Comuni dovranno implementare nel corso dei 3 anni di adesione.
Inoltre, è stato approvato il bilancio provvisorio per il biennio 2024-2025 ed il nuovo Programma di Lavoro biennale, con un contributo volontario della Parte italiana di circa 105mila euro, che vedrà impegnati i 3 Paesi firmatari nella realizzazione delle relative attività. L’Italia, ricorda il Ministero, riveste un ruolo principale nell’implementazione delle attività di Governance dell’Accordo ed in particolare per il tema prioritario Pelagos fights against pollution del quale è leader.
Infine, è stata approvata una Risoluzione con la quale si dà mandato al Segretariato permanente dell’Accordo di sottoscrivere un Protocollo d’intesa con il Segretariato dell’Accordo RAMOGE, accordo intergovernativo di cooperazione tra gli Stati francese, italiano e monegasco per la conservazione dell’ambiente marino.
La sicurezza delle password che utilizziamo per accedere ad applicazioni web, servizi online o per effettuare transazioni bancarie, viene quotidianamente minacciata da un crescente numero di attacchi informatici. In questo contesto, ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ino) e dell’Istituto nazionale di ricerca metrologica (INRiM), in collaborazione con le Università di Firenze e di Siena e la Technische Universität di Berlino (Germania), hanno sviluppato una tecnologia per creare password maggiormente sicure.
Nell’articolo, pubblicato sulla rivista Nature Materials, gli autori spiegano che le password vengono generate illuminando con una luce laser un sottile strato di materiale plastico, che cambia le sue proprietà per effetto della luce stessa. Quest’ultima, attraversandolo, viene disordinata in maniera imprevedibile ma riproducibile e l’immagine trasmessa consente di elaborare chiavi crittografiche estremamente complesse da violare. “I sistemi fotonici disordinati, quando interrogati con luce laser, forniscono una risposta ottica ricca di informazioni dalla quale è possibile estrarre una chiave crittografica. La chiave non viene registrata all’interno di una memoria ma si estrae su richiesta, riducendo così il rischio di attacchi informatici. Ritengo che l’elemento decisivo del nostro lavoro sia stato l’utilizzo di materiali complessi riconfigurabili su più livelli, che permettono una maggiore sicurezza della chiave generata”, afferma Francesco Riboli, primo ricercatore del Cnr-Ino.
“Sistemi ottici disordinati sono stati impiegati in diversi ambiti della fotonica per realizzare sorgenti innovative e dispositivi di rivelazione della luce avanzati”, spiega Diederick S. Wiersma, docente dell’Università di Firenze e Presidente dell’INRiM. “Questa ricerca sfrutta il loro disordine intrinseco come sorgente di informazione sicura nel campo della crittografia”.
I materiali impiegati nella ricerca presentano una struttura microscopica interna così complessa da essere immune a una possibile clonazione, e il loro utilizzo consente di modificare in maniera reversibile e veloce gli algoritmi crittografici, attraverso una semplice luce led. “Abbiamo impiegato dei cristalli liquidi drogati con un colorante e dispersi in un sottile film polimerico, materiale a basso costo, flessibile ma allo stesso tempo unico e irriproducibile”, continua Sara Nocentini, ricercatrice dell’INRiM. “Analizzando il contenuto informativo delle password generate con la tecnologia riconfigurabile su più livelli, abbiamo verificato che quest’ultime sono caratterizzate da una entropia - e quindi una sicurezza - maggiore rispetto a quelle statiche”.
Gli sviluppi di questa ricerca potranno portare alla realizzazione di nuovi dispositivi di anticontraffazione e protocolli di autenticazione più sicuri. “L’interdisciplinarietà di questa ricerca, che abbraccia fotonica, scienza dei materiali e crittografia, potrà avere impatto sia sullo sviluppo delle tecnologie classiche che sulla scoperta di nuove tecnologie quantistiche”, conclude Francesco Saverio Cataliotti, direttore del Cnr-Ino. (focus\ aise)