I volti del made in italy

ROMA – focus/ aise - Grande successo a New York per “La Scuola del Guanto” che si è tenuta all’Istituto Italiano di Cultura in Park Avenue, registrando una sorprendete partecipazione di pubblico: oltre 200 studenti, designer, giornalisti, imprese stakeholder internazionali.
La manifestazione, programmata in occasione di Lineapelle New York 2024, è stata organizzata dalla Stazione Sperimentale, in collaborazione con Chiroteca Business Network, la nuova rete costituita da imprese come Gala Gloves, Artigiano del Guanto, Andreano, Gargiulo Leather e a cui aderiscono la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli, l’Unione Industriali di Napoli e Lineapelle, che ha l’obiettivo di promuovere e tutelare quest’antica e nobile arte. L’evento ha avuto il patrocinio della Regione Campania.
Dalla mattina e fino al pomeriggio inoltrato, alla presenza del console generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele, diversi workshop dedicati agli studenti dal titolo “Dimostrazione di “smasso” e taglio della pelle del guanto: come i maestri guantai napoletani creano un guanto artigianale”, hanno catturato attenzione e curiosità.
I maestri guantai napoletani, in rappresentanza della rete della Chiroteca, hanno consentito ai partecipanti di osservare le operazioni di “smasso” e di taglio manuale della pelle, un’esperienza che costituisce un unicum nel suo genere.
Anche alla fiera di Lienapelle New York notevole è stato il successo degli artigiani napoletani che hanno catturato l'attenzione degli stand di ogni parte del Mondo.
“La “Scuola del guanto” è un omaggio all'eccellenza artigianale e alla tradizione secolare che caratterizza il mondo dei guanti napoletani”, ha affermato Edoardo Imperiale, direttore generale della SSIP. “Un progetto culturale che oltre raccontare l'eccellenza della moda napoletana nel mondo, sottolinea che i guantai napoletani non sono solo custodi di una tradizione secolare, ma rappresentano un'eccellenza del Made in Italy nel panorama internazionale”.
“Questo progetto rappresenta un esempio di intelligenza artigianale”, ha aggiunto Imperiale. “Philip Roth - e mi vieni in mente dagli Usa - nel suo libro “Pastorale Americana” scriveva: nessuno taglia più i guanti in questo modo… tranne forse in alcune piccole fabbriche familiari a Napoli”.
“Chiroteca nasce dalla esigenza di riaccendere un riflettore sulla guanteria”, ha poi spiegato il presidente Alessandro Pellone. “La rete contratto costituita ci permetterà di avere una rinnovata attenzione su settore che ha perso quote di mercato e maestranze. A New York per riposizionare le aziende napoletane su mercato americano, più in generale sulle sfide internazionali. Anche a Linepelle per centrare questi obiettivi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Ricciardiello. “Per il futuro”, ha sottolineato in rappresentanza della rete, “dobbiamo lavorare per far crescere il progetto, se non siamo coesi non ci sarà crescita”.
Per Fulvia Bacchi, amministratrice delegata di Lineapelle, quella di New York è stata “una esperienza esternamente significativa, bisogna farla. Una realtà che in pochi conoscono e che trova a Napoli il suo centro più importante, è un settore che deve e può crescere. Come Lineapelle siamo contenti di esserci per un appuntamento che deve essere ripetuto nel tempo”.
Grande soddisfazione è stata espressa da Fabio Finotti, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, che si è detto “contento di ospitare un evento che celebra la grande tradizione italiana e in particolare napoletana del guanto. Un grande appuntamento nato in collaborazione con la Chiroteca e grazie alla Stazione sperimentale delle Pelli ed alla rivista CPMC che compie i suoi cento anni”.
“Per un prodotto di qualità, fatto con le mani per le mani, è importante il mercato americano e gli italiani portano qui una tradizione artigianale capace di rinnovarsi stagione dopo stagione”, ha concluso Finotti.
Punta di diamante dell’economia regionale, sia per le produzioni sia per le relazioni commerciali nazionali e internazionali, il comparto ortofrutticolo della Basilicata sarà protagonista al Fruitlogistica di Berlino, la più importante fiera internazionale di settore ospitata nella capitale tedesca dal 7 al 9 febbraio.
La presenza della collettiva regionale è stata illustrata nei giorni scorsi in conferenza stampa da Alessandro Galella, assessore alle Politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Basilicata, insieme a Emilia Piemontese, dirigente generale, i rappresentanti della A. O.P Agorà, Alessandro Quinto e Domenico Laviola, e della O.P Primo Sole, Giuseppe Appio.
Esposizione, incontri B2B, talk di approfondimento, lo spazio di 88 metri quadri allestito nella Hall 4.2 D 33, vede protagonista una delegazione di tre Organizzazioni di Produttori, tra cui Assofruit, l’Associazione di Organizzazioni di Produttori Arcadia e O.P. Primo Sole.
"Ammonta a 443 milioni di euro il valore della produzione ortofrutticola regionale nel 2022, 100 milioni in più rispetto al 2021" ha dichiarato l’esponente regionale nel corso dell’incontro con i giornalisti. "Di questi, secondo fonti ministeriali, il 62% viene commercializzato attraverso il sistema delle Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, e rappresenta un dato di aggregazione altissimo, il più alto delle regioni del Mezzogiorno. Questi risultati ci lusingano - ha aggiunto Galella - e sono il frutto della grande capacità di cooperare delle nostre imprese ortofrutticole impegnate da anni nel settore a consolidare il loro posizionamento e le loro relazioni commerciali nazionali e internazionali, e che vogliamo continuare a sostenere".
"Il comparto ortofrutticolo lucano - ha concluso Galella - infatti è molto competitivo e favorisce anche e soprattutto le piccole imprese, che conferiscono le loro produzioni alle O.P e senza le quali non avrebbero potere e forza contrattuale e non arriverebbero sui banchi del fresco nei paesi esteri".
"L’ortofrutticoltura lucana - ha dichiarato Piemontese - incide sul mercato del lavoro anche in termini di numero di addetti, in particolare durante il periodo della raccolta, in cui, per la Fragola della Basilicata, ad esempio, si contano 10000 lavoratori impiegati nei Comuni dell’areale di coltivazione. Sono 1100 gli ettari dedicati alla Fragola della Basilicata per la quale è in corso la candidatura per il riconoscimento dell’IGP, 500.000 i quintali di vendita per un fatturato generato di 130 milioni di euro, di cui il 65% commercializzato attraverso il sistema delle O.P. Numeri importanti che consolidano il posizionamento della nostra eccellenza sul mercato internazionale e che, a Berlino, verranno celebrati nell’evento dedicato, visto che la Fragola della Basilicata quest’anno compie 70 anni di età dalla sua prima presenza tra le nostre coltivazioni". (focus\ aise)