Italiani nel mondo e dove trovarli (2)

ROMA – focus/ aise – Anche per l’anno scolastico 2025-2026 il Sistema della Formazione Italiana nel Mondo (Sfim) parteciperà al progetto di lettura condivisa “Un libro tante scuole” promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino con l'obiettivo di raggiungere tanti studenti con un unico grande romanzo, per stimolare un confronto sulla comprensione di sé e del proprio tempo attraverso la lettura.
È quanto si legge nell’ultimo numero della newsletter dello Sfim che ogni mese riporta le notizie sull’istruzione italiana all’estero.
Quattro le scuole italiane all’estero che hanno aderito al progetto: alcune classi delle secondarie di II grado delle scuole statali italiane di Atene e di Barcellona e delle paritarie “Aldo Moro” di Bucarest e “G.B. Hodierna” di Tunisi.
Il romanzo scelto per l’edizione di quest’anno è “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi, memoir che racconta la vita e le vicende di un gruppo di giovani donne che leggono i classici occidentali come atto di resistenza e libertà. L’edizione speciale, corredata da un'introduzione di Chiara Valerio e da una nota della direttrice editoriale del Salone, Annalena Benini, sarà distribuita a tutte le classi partecipanti, le quali avranno anche la possibilità di fruire di diversi contenuti “attorno al libro”, tra cui incontri, podcast, film e altro ancora e saranno inoltre invitate a produrre materiali e riflessioni originali.
L’evento conclusivo del progetto si terrà a Torino, nel corso del Salone Internazionale del Libro, il prossimo 18 maggio.
"La Columbia University non è solo l’università più importante di New York, ma una delle più importanti negli Stati Uniti e del mondo. Il 2025 ha visto le celebrazioni per i 200 anni dall’istituzione della prima cattedra di italiano alla Columbia University, e contestualmente anche il medesimo anniversario della prima opera italiana messa in scena negli Stati Uniti: per entrambi questi avvenimenti fu protagonista Lorenzo Da Ponte". Questo l'incipit con cui Umberto Mucci, direttore e fondatore del portale bilingue "We the Italians", ha intervistato la Executive Director della Italian Academy for Advanced Studies in America presso la Columbia University, la professoressa Barbara Faedda.
"D. Salve Professoressa Faedda, inizierei con una domanda su di lei: qual è il percorso che l’ha portata dall’Italia agli Stati Uniti?
R. Nel 2002-03 ho trascorso un periodo di ricerca a Boston come visiting scholar, presso la Boston University School of Law. Nello stesso periodo, ebbi modo anche di fare ricerca ad Harvard e al MIT. Tornai a Boston un paio di anni dopo e durante la mia permanenza notai una posizione vacante all’Italian Academy della Columbia University. Applicai, sostenni i colloqui e fui infine selezionata. Decisi di accettare l’offerta e da allora sono sempre rimasta alla Columbia e all’Italian Academy, di cui sono oggi l’Executive Director.
D. La Italian Academy for Advanced Studies in America presso la Columbia University a New York nasce nel 1991. Ma l’inizio degli studi italiani alla Columbia ha appena compiuto 200 anni. Ne può raccontare la storia ai nostri lettori?
R. Sì, proprio nell’anno 2025 abbiamo celebrato due secoli dall’istituzione della prima cattedra di italiano alla Columbia. Fu infatti nel 1825 che Lorenzo Da Ponte, celebre librettista di alcune delle opere più amate di Mozart (Cosi fan tutte, Don Giovanni, Le nozze di Figaro), ricoprì tale incarico, che mantenne fino alla sua morte, nel 1838.
A lui successe un’altra figura storica di grande interesse, Eleuterio Felice Foresti, patriota, esule, amico di Giuseppe Mazzini. Le fondamenta degli studi italiani alla Columbia University sono affascinanti, prestigiose e ricche di storia; sia l’Academy che il Dipartimento di Italiano ne vanno certamente fieri.
D. Siete ospitati in un palazzo di quasi 100 anni chiamato Casa Italiana, che richiama lo stile dei palazzi rinascimentali: è un importante pilastro dell’Italia a New York…
R. La Casa Italiana della Columbia University fu inaugurata il 12 ottobre 1927. La sera precedente, in un hotel del centro città, si tenne un sontuoso banchetto in onore del senatore Guglielmo Marconi, Premio Nobel per la Fisica 1909, arrivato proprio per l’evento, in rappresentanza del governo italiano.
L'edificio era considerato una riuscita espressione della cultura italiana e, nel suo bellissimo auditorium, spiccavano i ritratti di Dante e Michelangelo, citazioni di Virgilio ed Ennio, gli stemmi di molte città italiane, e una raffinata architettura neorinascimentale".
L'intervista integrale è disponibile in italiano e in inglese a questo link. (focus\aise)