Italiani nel mondo e dove trovarli (3)

ROMA – focus/ aise – Nel vivace e sempre più dinamico percorso delle celebrazioni delle realtà italiane a Ginevra, l’Associazione Calabrese Ginevra continua a confermarsi come un punto di riferimento costante per la preservazione e la diffusione delle tradizioni calabresi all’estero. Anche quest’anno, la sua presenza nel tessuto culturale della città si è manifestata con un evento di grande successo: la tradizionale Festa di Natale, svoltasi sabato 6 dicembre, che ha rappresentato la conclusione ideale del ricco calendario di attività proposto durante tutto il 2025.
La serata si è aperta con l’intervento della Presidente, Tommasina Isabella, che, con il suo consueto entusiasmo e senso di accoglienza, ha rivolto un caloroso saluto ai presenti, tra cui il rappresentante del Com.It.Es. di Ginevra, Marco Rigamonti, i membri della SAIG e i delegati delle altre associazioni italiane del cantone. Il clima era quello delle grandi occasioni: la splendida Salle des Fêtes de Carouge, addobbata con cura per l’evento, era gremita di famiglie, sostenitori e amici dell’associazione, tutti accomunati dal desiderio di condividere un momento di festa e comunità.
Uno degli elementi più attesi, soprattutto dai più piccoli, era l’arrivo di Babbo Natale. L’atmosfera di gioiosa attesa si percepiva chiaramente: i bambini, emozionati e pieni di domande, guardavano verso l’ingresso in cerca del personaggio amato che avrebbe distribuito doni e sorrisi. L’arrivo di Babbo Natale, accompagnato da musica, applausi e dagli sguardi incantati dei più piccoli, ha rappresentato un momento davvero magico. La Presidente Isabella, con la sua naturale delicatezza e capacità di coinvolgimento, ha saputo gestire questo passaggio con grande sensibilità, accompagnando i bambini durante la consegna dei regali e rendendo l’intero momento ancora più suggestivo.
A dare avvio ai festeggiamenti è stata l’esibizione del gruppo “Il Duo delle Meraviglie”, che ha saputo scaldare l’atmosfera grazie a un repertorio vivace e coinvolgente: suoni, balli e musiche tratte dai più celebri brani italiani hanno riempito la sala, creando una cornice perfetta per un evento che mira non solo al divertimento, ma anche alla valorizzazione della cultura e della tradizione italiana.
Il cuore gastronomico della serata è stato rappresentato da una ricca cena tipica calabrese, preparata con passione dai cuochi dell’Associazione. Piatti tradizionali dai sapori intensi, ricette tramandate nel tempo e ingredienti che raccontano la storia di una terra ricca di identità hanno conquistato i presenti, trasformando il pasto in un viaggio sensoriale tra le radici della Calabria. Questo momento conviviale ha ulteriormente confermato la capacità dell’associazione di creare occasioni autentiche di incontro, nelle quali cultura, cucina e tradizione si intrecciano in modo armonioso.
A seguire, una lotteria ricca di premi ha portato ulteriore entusiasmo, permettendo a tutti di partecipare a un momento di gioco e condivisione. La macedonia e il caffè hanno concluso la cena, lasciando spazio alla musica e al ballo che hanno animato la seconda parte della serata fino a notte inoltrata.
L’Associazione Calabrese Ginevra, guidata dall’intraprendenza, dalla visione e dalla dedizione della Presidente Tommasina Isabella e del suo comitato, continua a distinguersi per la sua capacità di coinvolgere un pubblico sempre più vasto. Nel corso degli anni, grazie a un lavoro costante e appassionato, è riuscita a rendersi protagonista di numerose iniziative che hanno contribuito a mantenere vivo e forte il legame con le proprie origini, suscitando interesse non solo tra i calabresi, ma anche tra l’intera comunità italiana residente a Ginevra.
Nel complesso panorama associativo del Cantone, la Associazione Calabrese (ACG) riveste un ruolo essenziale nel rappresentare e tramandare le molteplici sfumature della cultura calabrese: dai colori ai costumi, dai sapori alle tradizioni musicali e coreutiche, fino ai valori di convivialità e accoglienza che caratterizzano la regione. La sua presenza attiva e la partecipazione crescente ai suoi eventi confermano un radicamento sempre più profondo all’interno della comunità ginevrina, consolidando un ponte culturale tra la Calabria e la Svizzera.
Anche questa edizione della Festa di Natale dimostra come l’Associazione Calabrese Ginevra non sia soltanto un luogo di ritrovo, ma un vero motore culturale e identitario, capace di unire generazioni diverse e di trasmettere, con orgoglio, la ricchezza delle proprie origini a chi vive lontano dalla terra natale.
Da Salvatore Aprigliano, avvocato e fondatore dello Studio Legale Aprigliano, esperto in materia di cittadinanza e diritti degli italo-discendenti, riceviamo e pubblichiamo una riflessione sull’evoluzione normativa in materia di cittadinanza che interessa Italia e Usa. Se Roma ha approvato una “stretta” alla trasmissione iure sanguinis, Washington esamina la proposta Moreno, che introdurrebbe la “cittadinanza esclusiva”. “Chi decide davvero sull’identità di un individuo?” si chiede l’avvocato nelle riflessioni che qui riportiamo.
“La questione della cittadinanza torna al centro del dibattito internazionale e riguarda da vicino milioni di italo-discendenti. Da una parte, negli Stati Uniti avanza la proposta Moreno, un disegno di legge che punta a introdurre un modello di “cittadinanza esclusiva” per cui un americano non potrebbe più conservare il passaporto di un altro Paese. Dall’altra, in Italia è in corso la revisione della storica normativa jure sanguinis, con un limite alla trasmissione della cittadinanza solo alla seconda generazione. Due vicende distinte, ma che toccano lo stesso nodo, chi decide davvero sull’identità di un individuo?
Il tema americano è semplice solo in apparenza. La proposta Moreno stabilisce che un cittadino statunitense titolare di un’altra cittadinanza debba scegliere entro un anno quale mantenere. In mancanza di dichiarazione, si considererebbe automaticamente rinunciatario a quella americana. Una norma che, se approvata, inciderebbe direttamente su oltre 20 milioni di italo-americani. Ma soprattutto, si scontrerebbe con due precedenti storici della Corte Suprema: Afroyim v. Rusk (1967) e Vance v. Terrazas (1980), secondo cui la perdita della cittadinanza può avvenire solo per volontà espressa e consapevole del soggetto.
In tutte le grandi democrazie la cittadinanza si perde solo con un atto davvero volontario. Nessun automatismo, né negli Stati Uniti né in Italia, può sostituire la volontà del cittadino.
E proprio l’automatismo è il cuore del problema. La presunzione legislativa di rinuncia appare difficilmente compatibile con la giurisprudenza costituzionale americana, che ha sempre escluso che lo Stato possa “spogliare” un individuo senza una manifestazione inequivocabile di intenti.
Anche in Italia il dibattito è tutt’altro che marginale. La riforma approvata nel 2025 restringe la trasmissibilità dello status civitatis ai soli discendenti entro la seconda generazione, modificando una tradizione giuridica ultracentenaria. Milano, Roma, New York e Buenos Aires osservano la vicenda con attenzione, per migliaia di famiglie la possibilità di dimostrare una linea di cittadinanza costruita in tre o quattro generazioni rischia di svanire.
La normativa è ora davanti alla Corte costituzionale, che nel marzo 2026 dovrà valutare se il nuovo impianto sia o meno compatibile con l’art. 22 della Costituzione, che vieta di privare la cittadinanza per ragioni politiche o discriminatorie.
Il parallelismo con il caso statunitense è evidente: la domanda è la stessa su entrambe le sponde dell’Atlantico: fino a che punto uno Stato può limitare un diritto che deriva dalla nascita e dall’identità familiare?
Il punto, al di là delle questioni tecniche, riguarda anche il futuro del soft power italiano. Oltre oceano la comunità italo-americana rappresenta da decenni un asset strategico, diffusione del Made in Italy, presenza economica, influenza culturale. Se gli USA dovessero scoraggiare la doppia cittadinanza e l’Italia limitare il jure sanguinis, lo scenario potrebbe cambiare in modo importante, meno cittadini italiani nel mondo, minore capacità di proiezione internazionale e un legame storico indebolito.
La cittadinanza degli italo-discendenti non è solo un fatto giuridico: è una componente fondamentale del soft power italiano, che ha contribuito in modo decisivo alla diffusione del Made in Italy nel mondo. Una prospettiva che assume peso anche per chi, negli anni, ha investito tempo e risorse per mantenere viva la linea documentale di famiglia.
Le prossime decisioni del Congresso americano e della Corte costituzionale italiana definiranno il perimetro del diritto alla cittadinanza per milioni di persone. E, con esso, una parte significativa dell’identità italiana nel mondo”. (focus\aise)