La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – Deputato della Lega eletto in Europa, Simone Billi ricorda in una nota gli sconti previsti per gli elettori italiani in Svizzera che, risedendo in un Paese extra Ue, se vorranno votare alle prossime elezioni europee dovranno tornare in Italia.
La tariffa, ricorda Billi, si chiama “Italian elector”: con essa, spiega il deputato, “Trenitalia prevede uno sconto fino al 70% per chi si recherà dalla Svizzera al proprio comune di iscrizione AIRE per votare alle elezioni europee e, se previste, alle elezioni comunali, dell’8 e 9 giugno. Gli elettori potranno acquistare il giorno del viaggio o prenotare in anticipo i biglietti alla stazione in Svizzera o dalle agenzie di viaggio abilitate alla vendita di questi biglietti. Mentre il servizio di acquisto online funziona solo per i viaggi con partenza ed arrivo in Italia”.
“Ricordo – aggiunge Billi – che vige l’obbligo di esibire a bordo il biglietto di andata insieme a quello di ritorno; inoltre, nel viaggio di ritorno va esibita la tessera elettorale con il timbro di avvenuta votazione. Invito tutti i Connazionali a recarsi al seggio per votare Lega Salvini Premier, - conclude il deputato - da sempre in prima fila nel difendere i nostri interessi anche in Europa”.
Il ddl sul premierato è “un tentativo disperato d'intesa elettorale tra la Lega e Fratelli d'Italia per il sostegno reciproco a due provvedimenti bandiera: l'autonomia differenziata per la prima e il premierato per la seconda”. A sostenerlo ieri in Aula è stata la senatrice Pd Francesca La Marca intervenuta sugli emendamenti all’articolo 3 della riforma costituzionale proposta dal Governo, ora all’esame di Palazzo Madama.
“Il complesso degli emendamenti presentati all'articolo 3 mira a rafforzare il ruolo di mediazione e di rappresentanza del Parlamento che la Costituzione riconosce ai partiti politici”, ha ricordato la parlamentare eletta in Centro e Nord America. “L'introduzione di una rigidità nel rapporto fiduciario tra popolo e Presidente del Consiglio rischia di determinare, come è già stato detto più volte, più instabilità, esasperando la conflittualità tra maggioranza e opposizione. In questo scenario la figura del Presidente della Repubblica resta l'unica a poter garantire il giusto rispetto dei dettami costituzionali”.
“Uno degli emendamenti a mia prima firma – ha aggiunto – ha l'obiettivo di coinvolgere nelle consultazioni del Presidente della Repubblica per l'eventuale scioglimento anticipato delle Camere anche i Presidenti dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e gli ex Presidenti della Repubblica. In uno scenario nel quale il Parlamento diventa diretta espressione del Presidente del Consiglio in carica, il rafforzamento delle prerogative del Presidente della Repubblica nello scioglimento delle Camere è un elemento chiave, una priorità assoluta del Gruppo Partito Democratico”.
“Le comunità degli italiani all'estero, che ho l'onore di rappresentare in Parlamento, vengono ancora una volta messe in secondo piano”, ha sottolineato La Marca. “Le parole, riprese in un editoriale del 20 maggio scorso sul “Sole 24 ore”, con le quali la ministra Casellati affronta la questione del voto degli italiani all'estero, dimostrano il totale disinteresse e la scarsa considerazione, che questo Governo ha per gli ormai 7.000.000 di cittadini italiani che vivono fuori dai confini nazionali. La Ministra afferma che la questione del voto degli italiani all'estero verrà affrontata nella legge elettorale e non nella riforma costituzionale, arrivando quindi all'incongruenza evidente di non avere la corretta copertura costituzionale, come segnalato di recente dal costituzionalista di lungo corso Stefano Ceccanti”.
“Abbiamo più volte evidenziato, come d'altra parte ha fatto anche parte della maggioranza, cioè la Lega, la necessità di conoscere e di esaminare insieme la legge elettorale per fugare i dubbi di illegittimità che abbiamo e temiamo, ma la ministra Casellati ci ha confermato che la scopriremo solo dopo aver votato in prima lettura il premierato. Continuare ad ostinarsi in questo modo – ha detto La Marca – è un altro sintomo della confusione e della superficialità nell'approccio della maggioranza ad una riforma così importante”.
“Questo disegno di legge è il capriccio di un Governo che ha un unico obiettivo: ridurre la partecipazione democratica. Tutti gli sforzi che il Gruppo PD sta portando avanti attraverso il lavoro di approfondimento fatto e le proposte avanzate vanno esattamente nella direzione opposta. Noi, come Partito Democratico, abbiamo sempre messo al primo posto la Carta costituzionale e la tutela dei diritti in essa sanciti. Respingiamo dunque convintamente – ha concluso – il vostro tentativo di snaturare il Parlamento e il ruolo dei rappresentanti delle istituzioni”.
“L’obiettivo principale di questa legge dovrebbe essere quello di garantire la stabilità facendo scegliere agli italiani il capo del Governo, ci dice la maggioranza, legando la durata della legislatura con quella dell’esecutivo. È vero che gli italiani potranno scegliere in questo modo direttamente il presidente del Consiglio, ma a spese del diritto fondamentale che ogni cittadino ha in un Paese democratico, che è quello di controllare l’operato del governo attraverso i propri eletti. Io credo che gli italiani oltre a scegliere abbiamo anche e soprattutto il diritto di controllare continuamente l’operato dell’esecutivo, in modo indipendente e senza condizionamenti”. Così Andrea Crisanti, senatore Pd eletto in Europa, nel suo intervento in Aula durante la discussione sulla riforma del premierato.
“Il controllo sull’operato del governo si esercita in aula, anche e soprattutto con il voto di fiducia; si esercita anche e soprattutto – ha sottolineato Crisanti – senza vincolo di mandato e attraverso il contributo di persone autorevoli e indipendenti come i senatori a vita, che questa legge ha avuto premura di “eliminare”, per usare le parole del governo”.
“Abbiamo dimostrato nel dibattito in aula e in commissione come questa legge ridimensioni il potere e le prerogative del presidente della Repubblica, ma il vero obiettivo è ridimensionare e svilire il Parlamento”, ha accusato il parlamentare. “Ora, questa legge, alterando il rapporto di pesi e contrappesi, limita in modo drammatico l’indipendenza e il potere di controllo del Parlamento. Il presidente del Consiglio avrà il potere di nominare i ministri; il presidente del avrà il potere di revocare i ministri a suo piacimento; e infine avrà il potere di sciogliere le Camere. Tutto il potere nelle mani di una persona sola”.
“Chiedo dunque: stando così le cose, a questo punto, perché rimane la necessità di eleggere i membri del Senato e della Camera? Se ne può fare a meno. L’elezione diretta – ha sostenuto Crisanti – è una cambiale in bianco che si chiede ai nostri cittadini di firmare con il loro voto, privandoli dell’unico potere che hanno attraverso l’indipendenza e l’autonomia del Parlamento di controllare l’operato del presidente del Consiglio. Le vittime saranno proprio quei cittadini ai quali Giorgia vuole dare il potere di scegliere. Giorgia con una mano dà una briciola e con l’altra mano toglie il braccio. La maggioranza ha i numeri per approvare questa legge ma gli italiani – ha concluso il senatore – sapranno scegliere tra quelli che sono i loro diritti e questo imbroglio di nome Giorgia”. (focus\aise)