La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – ““C’è molta attesa, anche tra i 60.000 pensionati italiani all’estero ai quali questo Governo con la Legge di Bilancio per il 2025 ha negato gli aumenti della pensione legati al costo della vita, per la pubblicazione dell’importante Sentenza della Corte Costituzionale sulla legittimità dei blocchi avvenuti negli ultimi anni della perequazione automatica delle pensioni”. Così Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, che in una nota spiega che “la Corte Costituzionale si è riunita il 29 gennaio scorso e che, dopo aver esaminato alcune Ordinanze delle Corti dei Conti delle Regioni Toscana e Campania (che nel 2024 avevano sollevato questioni di legittimità costituzionale delle norme che nel corso degli ultimi anni avevano introdotto la riduzione e/o il blocco dell’adeguamento di alcune tipologie di pensioni all’inflazione), avrebbe deciso che la perequazione automatica delle pensioni deve essere garantita in modo integrale - anche a partire dal 2024”.
“Se le cose stessero così, e noi lo auspichiamo, - evidenzia Porta – la legge che ha privato i nostri pensionati all’estero della perequazione automatica sulle loro pensioni potrebbe essere ritenuta incostituzionale e dunque eventualmente da annullare. Infatti la pronuncia della Corte riconoscerebbe il diritto dei pensionati a una rivalutazione totale senza riduzioni nel rispetto dei principi di uguaglianza e tutela previdenziale garantiti dalla Costituzione. Chi ha quindi già subito una riduzione potrebbe aver diritto al ricalcolo della pensione e tale adeguamento influenzerebbe anche le future rivalutazioni, evitando che le pensioni restino legate a importi ridotti per gli anni a venire”.
“Dobbiamo tuttavia attendere ora la pubblicazione ufficiale della sentenza – conclude il deputato – per capire se saranno o potranno essere chiariti i dubbi anche sulle pensioni dei nostri connazionali residenti all’estero e penalizzate per il 2025”.
"Il nostro Paese investe troppo poco in ricerca e innovazione, con un numero di ricercatori inferiore alla media europea e finanziamenti che ci collocano al 15º posto tra i Paesi OCSE. La scienza non è una variabile temporanea, ma deve essere una costante nel tempo: senza un piano strutturale, il sistema rischia il collasso". È quanto dichiarato da Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto nella circoscrizione estero Africa-Asia-Oceania-Antartide, nel suo intervento a Palazzo Madama in sostegno alla mozione Cattaneo, finalizzata a garantire un finanziamento più stabile e trasparente alla ricerca in Italia.
Il Senatore ha evidenziato le criticità del sistema attuale: "i bandi PRIN sono stati irregolari e insufficienti, con lunghe pause e finanziamenti inadeguati. Il Fondo Italiano per la Scienza ha tassi di successo ridicoli, intorno al 2-3%, mentre in Francia arrivano al 24%. L’assenza di un’agenzia nazionale per la ricerca, che coordini e garantisca una pianificazione pluriennale, ci penalizza gravemente".
Ma la questione, ha sottolineato Giacobbe, va oltre il semplice finanziamento: "stiamo assistendo a una silenziosa ma devastante emorragia di talenti. Ogni anno, migliaia di ricercatori italiani sono costretti a portare il loro sapere all’estero perché il nostro Paese non offre condizioni di lavoro adeguate. L’indebolimento degli incentivi fiscali per chi rientra è stato un errore gravissimo: avevamo finalmente uno strumento per riportare a casa i nostri migliori talenti, ma anziché rafforzarlo è stato limitato e reso poco appetibile".
Nel suo intervento, il parlamentare eletto all’estero ha ricordato il caso del professor Giuseppe Barca, italiano dell’Università di Melbourne, primo connazionale nella storia a vincere il Gordon Bell Prize, il "Nobel del supercalcolo", per la creazione di un algoritmo rivoluzionario in ambito chimico e biologico: "un risultato straordinario, che avrebbe meritato il plauso delle istituzioni italiane. Invece, con rammarico, ho scoperto di essere stato l’unico a scrivergli per congratularmi. È inaccettabile che il nostro Paese dimentichi le proprie eccellenze solo perché lavorano all’estero".
Giacobbe ha quindi ribadito la necessità di un piano strutturale per la ricerca e l’innovazione: "Servono investimenti seri, condizioni di lavoro competitive, incentivi fiscali per chi torna e soprattutto una visione politica chiara. Per questo invito tutti a sostenere questa mozione: fermare la fuga di cervelli non è solo un atto di giustizia verso i nostri ricercatori, ma una necessità strategica per il futuro dell’Italia". (focus\ aise)