La voce degli eletti all’estero (2)

ROMA – focus/ aise – "Con il parere contrario all’Ordine del giorno a mia firma, il Governo ha scelto di ignorare un problema che riguarda migliaia di italiani nel mondo: il diritto al riacquisto della cittadinanza per chi l'ha persa a causa di norme discriminatorie del passato". Lo ha dichiarato Federica Onori, deputata di Azione eletta in Europa, in merito agli ordini del giorno al Dl Milleproroghe.
"L’Ordine del giorno chiedeva l’apertura di una finestra temporale per consentire a chi ha perso la cittadinanza, in particolare alle donne italiane che l’hanno perduta sposando uno straniero prima del 1948 e ai loro discendenti, di riacquistarla tramite una semplice dichiarazione - ha spiegato Onori -. Ad oggi, chi si trova in questa situazione è costretto ad affrontare un percorso giudiziario lungo e costoso. È una questione che tocca la vita di tantissimi italiani, ed è inaccettabile che si continui a ignorarla".
Onori ha quindi affermato che Azione presenterà una proposta di legge "per sanare questa ingiustizia e garantire un percorso chiaro e giusto per il riacquisto della cittadinanza".
Il senatore di Fratelli d'Italia, Roberto Menia, è stato contestato a fuori dall'Istituto Marco Polo di Bari, dov'era per parlare di foibe ed esodo, in occasione del Giorno del Ricordo (10 febbraio). Alla fine, il senatore è riuscito ad entrare nell'Istituto e parlare.
Secondo quanto spiegato dal senatore di FdI stesso, i contestatori "non erano studenti frequentatori dell'Istituto".
"La mia missione resta una - ha aggiunto Menia -: la testimonianza di un eccidio di cui, ancora oggi, più di qualcuno ne mette in dubbio l'esistenza".
"Ancora una volta i campioni della democrazia e dei diritti volevano impedirmi di esercitare il principale diritto, la libertà di parola, di racconto e di espressione - ha concluso Menia -. Gesti che qualificano la sinistra italiana, votata alla totale incoerenza".
Nei prossimi mesi, anche gli italiani all’estero e, tra loro, quelli residenti nel Regno Unito, saranno chiamati a votare i referendum approvati dalla Corte Costituzionale: quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza.
Per questa ragione, il Partito Democratico UK, INCA UK, ACLI UK, l'ANPI UK e l'associazione Manifesto di Londra hanno costituito un “Comitato per i sì” al referendum.
“Invitiamo tutte le realtà organizzate delle comunità italiane nelle isole britanniche e i cittadini e le cittadine italiane che hanno a cuore i temi del lavoro e della cittadinanza ad unirsi a noi”, l’esortazione dei promotori del Comitato. “Questi referendum possono cambiare in meglio il nostro Paese: più tutele per chi lavora, più sicurezza sul posto di lavoro, più libertà per i lavoratori, tempi in linea con quelli del Regno Unito e del resto d'Europa per ottenere la cittadinanza italiana se residenti nel Paese”. (focus\aise)