La voce degli eletti all’estero (3)

ROMA – focus/ aise – “Il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco riempie d’orgoglio il nostro Paese e le comunità italiane nel mondo”. Questo il commento di Nicola Carè, deputato Pd eletto all’estero, al riconoscimento ottenuto oggi dalla cucina italiana.
“Non è solo un tributo a piatti straordinari – prosegue il deputato – ma il riconoscimento di un modo di vivere che mette al centro la famiglia, la convivialità, il rispetto della terra e delle tradizioni, una vera lingua comune che unisce l’Italia dal Nord al Sud e che continua a vivere e a rinnovarsi anche grazie al contributo quotidiano degli italiani all’estero”.
“Questo risultato – evidenzia Carè – premia il lavoro dei nostri agricoltori, degli artigiani, dei ristoratori e di tutte le famiglie che hanno custodito e tramandato ricette e saperi antichi, e – conclude – rappresenta una straordinaria leva di sviluppo per i territori, per il turismo e per i giovani”.
“L’ingresso della cucina italiana nel Patrimonio Immateriale dell’UNESCO è un traguardo che valorizza la nostra identità e la capacità del cibo di unire comunità, territori e generazioni. È un patrimonio vivo, fatto di sostenibilità, saperi condivisi e rispetto della biodiversità”. Così Federica Onori, deputata di Azione eletta in Europa e segretaria della Commissione Esteri, commenta il riconoscimento ottenuto dalla Cucina italiana.
“È un riconoscimento che parla anche agli italiani nel mondo – sottolinea la parlamentare – che attraverso la cucina mantengono un legame profondo con le loro radici e diffondono la nostra cultura ovunque. Proteggere questa ricchezza significa tutelare una parte essenziale della nostra storia collettiva” conclude Onori.
Il senatore Pd Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione estero Africa-Asia-Oceania-Antartide, ha partecipato alla 3rd Antarctic Parliamentarians Assembly, tenutasi a Wellington, in Nuova Zelanda, e dedicata al futuro del continente antartico e alla salvaguardia del sistema internazionale che ne regola la governance.
Nel suo intervento, il senatore ha ribadito il valore del Trattato Antartico, che ha definito un modello riuscito di cooperazione multilaterale destinato a mantenere invariati i propri principi fondamentali anche dopo il 2048. “La stabilità dell’Antartide”, ha detto, “dipende dalla capacità della comunità internazionale di proteggere il Trattato e di rafforzarne i meccanismi di collaborazione e trasparenza”.
Giacobbe ha indicato come priorità la difesa del sistema del Trattato, il sostegno alla ricerca scientifica e la promozione di una maggiore consapevolezza pubblica sul valore globale dell’Antartide. Ha inoltre richiamato l’attenzione sui mutamenti geopolitici in atto: dalle crescenti violazioni dello stato di diritto allo sfruttamento delle risorse naturali, ricordando l’esperienza artica, dove “i problemi seguono il denaro e gli interessi strategici nazionalisti”. Anche il crescente impatto del turismo, ha aggiunto, rappresenta una sfida da affrontare con urgenza fare in modo che sia sostenibile.
Si tratta di sfide che occorre affrontare con determinazione e lungimiranza. Da qui la domanda centrale posta dal senatore: come garantire un controllo efficace e responsabile dell’Antartide? Una possibile risposta, ha spiegato, passa attraverso il ruolo dei Parlamenti, dei Governi e delle comunità scientifiche.
In chiusura, Giacobbe ha ricordato il contributo dell’Italia: l’inserimento della tutela dell’ambiente tra i principi costituzionali e un impegno economico significativo – 25 milioni di euro – destinato a sostenere le attività di ricerca e la protezione dell’ecosistema antartico. (focus\aise)