La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – “Politici italiani, su stampa e televisione, ogni tanto toccano il tema legato all’emigrazione dei nostri giovani dall’Italia, alla ricerca di opportunità di vita e di lavoro migliori. Politici, di maggioranza e opposizione, e rappresentanti delle istituzioni che – chi più chi meno – sono tutti d’accordo nel fare qualcosa per contrastare la fuga delle nuove generazioni dal Belpaese. Questo è bene, è bello che un tema del genere non finisca nel dimenticatoio ed è bello anche che talvolta maggioranza e opposizione possano pensarla allo stesso modo. Tuttavia qui, al di là delle chiacchiere, ci vogliono proposte concrete, da mettere in atto quanto prima per evitare che ragazze e ragazzi formatisi nelle nostre Università poi vadano a rafforzare le strutture di ricerca, per esempio, di altri Paesi e non della nostra Nazione”. È quanto dichiarato in una nota da Vincenzo Odoguardi, vicepresidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero.
"Come MAIE, durante la nostra presenza nel governo italiano, con il presidente Ricardo Merlo Sottosegretario alla Farnesina, abbiamo fortemente lavorato al fine di individuare formule capaci anche di fare rientrare dall’estero i nostri ricercatori - ha aggiunto -, puntando per esempio sugli incentivi fiscali. Una formula che ha funzionato e che ha portato buoni risultati".
Odoguardi ha dunque voluto poi rivolgersi all’attuale governo e alle istituzioni in generale: "continuare a muoversi in questo senso, per contrastare il più possibile l’emigrazione, aumentando i salari, investendo in ricerca, dando ai nostri cervelli la possibilità di lavorare e crescere nel Paese in cui hanno studiato e si sono formati - e per convincere a rientrare in Patria chi è partito. Nel Belpaese mancano medici, per esempio: puntiamo sugli italiani all’estero e sui loro discendenti, potrebbe essere la soluzione. E fa piacere sapere che alcune Regioni d’Italia stiano iniziando a pensarci”, ha concluso il Vicepresidente MAIE.
“Dopo la scomparsa del nostro Presidente Silvio Berlusconi in molti pensavano che Forza Italia sarebbe caduta e non sarebbe stata in condizioni di andare avanti. Abbiamo dimostrato, invece, che gli insegnamenti del presidente sono valsi ad andare avanti con orgoglio e passione”. È quanto detto dal vice coordinatore di Forza Italia per l’Europa Centrale, Vito Fagiolino.
“Forza Italia è vicina a tutti gli italiani all’Estero che coltivano il nostro grande sogno di libertà", ha aggiunto ancora Fagiolino. Occhi puntati, poi, alle prossima tornata elettorale in Europa: "Siamo fortemente concentrati per avere un bel risultato alle prossime elezioni del 9 giugno. Puntiamo a raggiungere il 10%. Insieme possiamo e dobbiamo".
Prosegue, proprio a questo scopo, una stretta sinergia con il coordinamento della Francia, guidato da Massimo Giorgi, anch'esso promotore di numerose attività politiche per sostenere la causa forzista. Incontri saranno previsti, nei prossimi mesi, anche con i membri dei coordinamenti italiani, con lo scopo di rafforzare le relazioni tra i gruppi politici dei due paesi.
“Con una recente circolare (la 46 del 13 marzo scorso) l’Inps ha fornito una serie di chiarimenti e indicazioni sulle modifiche previdenziali introdotte dalla legge di bilancio per il 2024 in materia di pensione di vecchiaia e pensione anticipata per i lavoratori con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996”. Ne dà notizia Fabio Porta, deputato Pd eletto all’estero che spiega: “le nuove norme illustrate dall’Inps riguardano soprattutto i nostri connazionali emigrati di recente i quali hanno cominciato a versare i contributi in Italia alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso (e successivamente) e sono poi andati a lavorare e a vivere all’estero e che in un prossimo futuro potranno utilizzare il meccanismo della totalizzazione dei contributi in regime internazionale per maturare il diritto alla pensione”.
“Tra le altre cose, - continua il deputato – l’Inps ha ricordato che per chi ha versato i contributi dopo la data su indicata il diritto alla pensione di vecchiaia contributiva si consegue al perfezionamento del requisito anagrafico di 67 anni (per i bienni 2023-2024 e 2025-2026) e di un anzianità minima di 20 anni, a condizione che l’importo della pensione non risulti inferiore all’importo soglia (e cioè pari all’importo dell’assegno sociale; il cui valore provvisorio, per l’anno 2024, è pari a 534,41 euro)”.
“Non arrivano invece i chiarimenti che da tempo richiedo all’Inps ed al Ministero del Lavoro con i miei interventi e le mie interrogazioni sulle problematiche relative a “Opzione donna” e “Quota 103” e il diritto a queste prestazioni da parte degli italiani residenti all’estero”, aggiunge Porta.
“Per quanto riguarda “Opzione donna”, teoricamente erogabile anche all’estero con il meccanismo della totalizzazione, per il 2024 sono stati rivisti i requisiti anagrafici richiesti per l’accesso”, ricorda. “Bisogna avere 61 anni (sia per le dipendenti sia per le autonome) e 35 anni di contributi maturati al 31 dicembre 2023. Il requisito anagrafico si riduce di un anno (60 anni) se si ha un figlio e di due anni se si hanno due o più figli (59 anni). Quale è il problema? Il diritto a “Opzione donna” è stato limitato (per ridurre gli aventi diritto) a un circoscritto numero di categorie di persone che sono per il 2024 le lavoratrici disoccupate, licenziate o dipendenti di imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale; le lavoratrici che assistono persone con handicap in situazione di gravità; le lavoratrici con riconoscimento invalidità civile di grado almeno pari al 74%”.
“Ora – si chiede Porta – visto che anche le nostre emigrate potrebbero avere diritto alla pensione anticipata “Opzione donna”, non sarebbe opportuno e doveroso che l’Inps chiarisse con un documento ufficiale in che modo i particolari requisiti richiesti possano essere soddisfatti dai residenti all’estero? Inoltre, “Quota 103”, prestazione anch’essa teoricamente erogabile agli aventi diritto residenti all’estero, per chi matura i requisiti a partire dal 1° gennaio 2024, richiede 62 anni di età e 41 anni di contributi versati, con ricalcolo contributivo dell’assegno ed un importo non superiore a 4 volte il minimo INPS fino all’età per la pensione di vecchiaia”.
“Ho chiesto più volte al Ministero del Lavoro di esprimersi sull’opportunità di richiedere la cessazione del lavoro ai fini del diritto a “Quota 103” anche ai residenti all’estero i quali, sebbene abbiano maturato il diritto, non possono – per tutta una serie di motivi - cessare l’attività lavorativa all’estero e di agevolare quindi l’accesso a questa pensione anticipata per i nostri connazionali. Dal Ministero – conclude – finora nessuna risposta”. (focus\aise)