La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – In occasione di una visita ufficiale in Colombia, Giovanni Buzzurro, Presidente del Comites Messico e Coordinatore nazionale del MAIE in Messico, ha incontrato Antonello Caponera, Presidente del Comites Colombia.
L’incontro – riporta il Maie Centro e Nord America – si è svolto in un clima di amicizia e collaborazione, ma soprattutto è stato occasione per affrontare i temi centrali che riguardano gli italiani all’estero. Le problematiche evidenziate sono comuni a tutte le comunità: tempi troppo lunghi per l’emissione dei passaporti e delle deleghe, procedure spesso complesse, e la necessità di un rapporto più diretto e umano con le istituzioni consolari e diplomatiche.
“Le difficoltà dei nostri connazionali sono le stesse in ogni parte del mondo – ha sottolineato Buzzurro – tutti chiedono efficienza, velocità e accoglienza. È compito dei Comites, continuare a dare voce a queste richieste e battersi per migliorare la vita delle famiglie italiane all’estero”.
Durante l’incontro è stata ribadita la necessità urgente per il Messico di avere un rappresentante nel Cgie, esigenza più volte sottolineata sia in ambito politico che elettivo, al fine di garantire una presenza stabile che assicuri tutela e rappresentanza ai nostri connazionali; ed è stata avanzata la proposta di valutare l’organizzazione di riunioni intercomites, anche con cadenza annuale, affinché i presidenti possano confrontarsi, elaborare documenti comuni e sottoscriverli congiuntamente. In tal modo, è stato sottolineato, la voce che giunge alle istituzioni risulterebbe più forte, unitaria e autentica, espressione diretta dell’impegno collettivo dei Comites.
Buzzurro ha rimarcato “il ruolo del MAIE, movimento che, a differenza di altri, non restano distanti ma sono costantemente presenti sul territorio, a fianco dei connazionali e delle loro necessità quotidiane”.
A nome della Direzione del MAIE, il Vicepresidente Vincenzo Odoguardi ha espresso il suo plauso: “desidero ringraziare Giovanni Buzzurro per l’immenso lavoro che porta avanti in Messico e nel continente, sempre vicino ai connazionali, e allo stesso tempo fare i miei complimenti al Presidente Antonello Caponera, che si distingue per il suo impegno in Colombia. Sarebbe un onore poterlo avere come parte attiva della nostra squadra”.
"Il 28 agosto del 2024 Biagio Pilieri veniva sottratto alla sua professione, al suo impegno politico e, soprattutto, alla moglie e ai due figli che oggi ne reclamano la liberazione". Questo è come il deputato del Pd eletto in Sud America, Fabio Porta, ha chiesto il rilascio del giornalista e politico italo-venezuelano Biagio Pilieri, detenuto in Venezuela.
"Biagio Pilieri è un figlio di emigranti siciliani che durante la seconda guerra mondiale si stabilirono in Venezuela, sognando come tanti nostri connazionali un futuro migliore per sé e le loro famiglie - ha spiegato Porta -. La colpa di Pilieri è quella di essere un giornalista affermato ed un politico di successo; da un anno vive nella ormai tristemente nota prigione denominata “Helicoide” a Caracas, dove si trova la maggior parte dei detenuti politici".
"Pochi giorni fa - ha aggiunto Porta - il governo di Maduro ha liberato tredici prigionieri politici, tra i quali Amerigo De Grazie a Margarita Assenzo; un segnale di apertura da parte del regime al quale speriamo ne seguano altri".
"Il Governo italiano deve proseguire la sua iniziativa per liberare Pilieri e tutti gli italiani detenuti, a partire dal cooperante Alberto Trentini in carcere da 285 giorni", ha proseguito ancora Porta - tutte le strade vanno percorse fino in fondo, compresa la missione dell’inviato speciale Vignali e l’iniziativa parlamentare che insieme ai colleghi del Partito Democratico in commissione esteri chiediamo da mesi".
"Dire che a Gaza è un macello è un fatto di cronaca. Noi ci aspettiamo dalla presidente del Consiglio Meloni azioni concrete. Fino ad ora nessuno ha mosso un dito; forse perché dei palestinesi non interessa niente a nessuno? Forse perché è più utile mantenere dei rapporti con Israele. Che cosa deve accadere? Siamo ormai alla pulizia etnica, alla fame come strumento di guerra. Di fronte a questo orrore il governo italiano deve assumere una posizione chiara, non bastano più generiche e inutili condanne". Questo è quanto dichiarato dal deputato del Pd eletto in Europa, Toni Ricciardi, rispondendo alle domande durante la trasmissione "Coffee Break", in onda nei giorni scorsi su La7.
"Smetta di avere qualsiasi forma di concessione e connessione politico, istituzionale, economica con Israele - ha spiegato ancora Ricciardi -. Richiami l’ambasciatore e riconosca lo Stato di Palestina".
"Il Pd ha chiesto un impegno chiaro in Parlamento - ha aggiunto in conclusione il deputato eletto all'estero -. Non è più tempo di patetici balbettii. Di fronte allo sterminio del popolo palestinese, occorrono azioni politiche concrete che costringano Israele a rivedere i suoi piani folli". (focus\aise)