La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – “Il coraggio è femmina” è il titolo del nuovo romanzo della pluripremiata autrice Zaira Sellerio, siciliana trasferitasi in Svizzera in giovanissima età. Il volume sarà presentato alla Camera il prossimo 25 novembre alle 10.00 su iniziativa di Simone Billi, deputato della Lega eletto in Europa e presidente del Comitato sugli Italiani nel Mondo.
“Zaira ha un incredibile talento nel raccontare storie di emigrazione al femminile ed è una colonna della nostra comunità italiana in Svizzera, di cui sono orgoglioso di fare parte”, sottolinea Billi.
Alla presentazione di martedì, insieme al deputato e all’autrice, interverranno la docente liceale Maria Rosaria Simeone, la regista Claudia Cammarata, il sindaco di San Giuseppe Jato Giuseppe Siviglia, Antonietta Micali dell’Accademia Tiberina, la presentatrice e docente Anna Rea e Cinzia Baldazzi.
La presentazione sarà trasmessa anche in diretta sulla WebTv della Camera.
I senatori del Partito Democratico eletti all’estero, insieme ai deputati e al PD Mondo, hanno depositato una serie di emendamenti alla legge di Bilancio – all’esame del Senato – pensati per rafforzare in modo strutturale la rete diplomatico-consolare e migliorare la qualità dei servizi offerti agli italiani che vivono all’estero.
L’iniziativa, spiega Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto in Australia, “nasce dall’esigenza, ormai evidente in molte aree del mondo, di potenziare gli organici dei consolati, spesso sottodimensionati rispetto alla crescita della mobilità italiana e al numero sempre più elevato di richieste e pratiche da gestire”.
Il primo emendamento (Art. 100-bis) punta a intervenire rapidamente sulle carenze di personale, autorizzando nuove assunzioni tramite concorsi o scorrimento delle graduatorie già esistenti: fino a 80 unità della seconda area e 30 della terza area. Risorse importanti, che consentiranno di alleggerire la pressione sugli uffici e di garantire servizi più rapidi ed efficienti.
Il secondo intervento (Art. 101-bis) riguarda invece la valorizzazione del personale a contratto di cittadinanza italiana, spesso pilastro indispensabile per il funzionamento quotidiano delle sedi all’estero. L’emendamento prevede l’incremento di 200 posti nell’Area funzionale II e l’avvio, tra il 2026 e il 2028, di concorsi riservati anche agli impiegati che abbiano maturato almeno tre anni di servizio continuativo e lodevole. Fino a 100 nuove immissioni all’anno, un passo atteso e fondamentale per garantire stabilità e continuità al sistema consolare.
“Rafforzare la rete consolare è una scelta strategica per offrire servizi più efficienti ai nostri connazionali all’estero e per sostenere il Made in Italy nel mondo. Potenziare gli organici significa investire nella qualità dell’assistenza ai cittadini, nella promozione del nostro sistema Paese e nella credibilità internazionale dell’Italia”, sottolinea Giacobbe, secondo cui “gli impiegati a contratto rappresentano spesso la memoria storica e l’anima operativa dei nostri uffici all’estero. Dare loro un percorso stabile non è solo un atto di giustizia, ma un investimento sulla continuità e sull’efficienza dei servizi consolari”.
“Le comunità italiane nel mondo stanno crescendo, sono sempre più dinamiche e chiedono risposte all’altezza”, conclude il senatore. “Dobbiamo costruire una rete consolare moderna, capace di stare al passo con i bisogni delle famiglie, dei giovani, delle imprese e di chi ogni giorno porta l’Italia nel mondo”.
“In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci anche sul blocco della perequazione automatica delle pensioni superiori al trattamento minimo pagate nel 2025 dall’Inps ai nostri pensionati residenti all’estero, la Corte, con recente sentenza n. 167 depositata il 13 novembre 2025, ha nuovamente stabilito alcuni principi che interessano indirettamente i nostri connazionali e che possono far presagire l’orientamento della Consulta”. È quanto dichiarato dal deputato del Pd eletto in Sud America, Fabio Porta.
Porta ha quindi ricordato che “in seguito alla decisione da parte del Governo nella scorsa Legge di Bilancio (quella per il 2025) di annullare il meccanismo della rivalutazione per oltre 60.000 pensioni italiane superiori al minimo erogate all’estero (decisione che abbiamo denunciato e criticato a più riprese) diversi studi legali, associazioni e organizzazioni sindacali hanno avviato azioni legali per contrastare questo blocco, ritenuto ingiusto, discriminatorio e in contrasto con il diritto europeo e le convenzioni bilaterali di sicurezza sociale”. Queste iniziative “hanno incluso campagne informative e l'avvio di ricorsi collettivi”. Ora la Corte con la sentenza n. 167 del 2025 si è espressa sul taglio alla perequazione sulle pensioni di importo elevato effettuato nel 2023 e nel 2024 sostenendo che “tale “raffreddamento” è legittimo e non risulta incostituzionale con i principi di eguaglianza tributaria, ragionevolezza e temporaneità”.
“Tuttavia – ha spiegato Porta - la Consulta evidenzia nella sua sentenza (ma già lo aveva fatto in sentenze precedenti) come il meccanismo di “raffreddamento” della dinamica rivalutativa dei trattamenti pensionistici deve riconoscere integralmente la perequazione automatica per le pensioni complessivamente pari o inferiori a quattro volte il minimo Inps e solo per quelle superiori la rivalutazione può essere bloccata in misura progressivamente decrescente”.
“Si tratta di un principio importantissimo per i nostri connazionali”, ha annunciato Porta. È importantissimo perché “si può evincere – o comunque ragionevolmente sperare – che la Corte Costituzionale possa ritenere (nella sua prossima pronuncia) incostituzionale il blocco della perequazione delle pensioni pagate all’estero dall’Inps superiori al minimo ma di importo inferiore a quattro volte il trattamento minimo Inps perché tali pensioni – statuisce la Consulta - hanno una minore resistenza all’erosione dell’inflazione e perché il meccanismo ordinario di rivalutazione automatica delle pensioni deve essere interessato con estrema prudenza da cambiamenti improvvisi (come il blocco delle pensioni all’estero introdotto nel 2025) che possono incidere in senso negativo sui comportamenti di spesa delle famiglie”.
“In sostanza – ha concluso -, la Corte ci dice che i principi presidiati dai parametri costituzionali devono salvaguardare l’integrale rivalutazione delle pensioni di più modesta entità (e certamente le pensioni pagate all’estero rientrano tra quest’ultime) nelle quali sono ricomprese – secondo la Corte – quelle di importo pari o inferiore a quattro volte il trattamento minimo Inps. Insomma non sarebbe irragionevole, al metro dei suddetti enunciati, se nella prossima pronuncia sulle pensioni Inps pagate all’estero nel 2025 e non rivalutate, la Corte decidesse un eventuale rimborso per i pensionati residenti all’estero penalizzati dall’ingiusto e illegittimo provvedimento del Governo”.
“Staremo a vedere ma siamo ottimisti che la Corte tutelerà i diritti dei nostri connazionali pensionati”, ha chiosato speranzoso Porta. (focus\aise)