La voce degli eletti all’estero

ROMA – focus/ aise – “Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale è ben consapevole dell'auspicio della collettività italiana residente in Uruguay circa la riapertura di un ufficio consolare a Montevideo. Una riflessione in questo senso è stata da tempo avviata ed è tutt'ora in corso presso le competenti strutture del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale”. È quanto si legge nella risposta - affidata al sottosegretario agli eteri Giorgio Silli – all’interrogazione con cui Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, chiedeva al Ministro Tajani di avviare “procedure urgenti per la trasformazione della cancelleria consolare di Montevideo in consolato generale” e “di disporre un urgente aumento dell'organico degli uffici consolari” per assicurare un “adeguato servizio” ai connazionali in Uruguay.
Nella risposta, il sottosegretario assicura che “l'Uruguay riveste per l'Italia un ruolo di rilievo anche in considerazione degli storici e solidi legami che uniscono al nostro Paese l'ampia comunità di connazionali residenti”. Ricordate le chiusure di sedi consolari decise nel passato – “il Consolato a Montevideo è stato chiuso nel 2014, così come altre 50 sedi della rete che sono state chiuse tra il 2007 e il 2014” – Silli annota che “dalla chiusura del Consolato, l'Ambasciata a Montevideo, tramite la Cancelleria consolare, offre servizi e assistenza ai connazionali coordinando anche una rete consolare di seconda categoria ben strutturata. Questa rete comprende sei uffici consolari situati nelle principali regioni del Paese – Colonia, Maldonado-Punta del Este, Melo e Paysandù – oltre alle agenzie consolari onorarie di Salto e Tacuarembò”.
Riaprire un Consolato “non è una procedura meramente burocratica, data la necessità di fornire una risposta alle esigenze che emergono in molte aree geografiche e in diversi settori di attività e che debbono essere attentamente valutate alla luce delle risorse disponibili”.
Silli conferma “l'impegno della Farnesina a garantire il massimo supporto agli uffici consolari in Uruguay, sia di carriera che onorari”, assicurando, infine, di “fornire tempestivi aggiornamenti sull'evoluzione della riflessione in corso riguardo alla possibile riapertura di un ufficio consolare a Montevideo”.
Senatrice Pd eletta in Centro e Nord America, Francesca La Marca è intervenuta in Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato per esprimere la sua dichiarazione di voto in merito al DDL sulla revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all’estero – approvato dalla Camera in prima lettura – che a Palazzo Madama è stato abbinato al ddl a sua prima firma sulla riforma dei consoli onorari.
Esprimendo il proprio “rammarico” per l’abbinamento del suo disegno di legge sulla riforma della rete consolare onoraria, La Marca ha annunciato il voto contrario del gruppo Pd, evidenziando come il provvedimento – approvato dalla Commissione e pronto ad arrivare in Aula – introduca gravi storture a danno dei cittadini italiani all’estero e delle strutture consolari. “Non si tratta di un testo sui servizi, ma sui disservizi, che rallenta il riconoscimento della cittadinanza italiana per i richiedenti, e svuota di competenze le sedi consolari”, ha affermato La Marca.
Secondo la senatrice, infatti, il ddl reintroduce un “sistema antiquato”, costringendo i richiedenti della cittadinanza italiana ad inviare tutta la documentazione in formato cartaceo, tramite sistema postale. “Una scelta incomprensibile, - ha rilevato – che genererà ulteriore caos nel sistema diplomatico-consolare, già gravemente leso nelle sue funzioni dalla disposizione che prevede una centralizzazione delle competenze relative alle pratiche di cittadinanza in capo al MAECI”.
In merito alla mancata approvazione della proposta di conferire al Governo una delega per la revisione della rete consolare onoraria, La Marca ha affermato che il solo fatto di aver abbinato il suo DDL al testo di Governo “denota una grave mancanza di rispetto, lungimiranza e comprensione, da parte della maggioranza, delle reali esigenze degli italiani all’estero, una comunità in costante crescita, i cui bisogni risultano sempre meno gestibili dalle sedi consolari tradizionali”.
“La bocciatura della mia proposta appare ancor più ingiustificabile, se si considera che il rifiuto è stato motivato unicamente dalla presunta mancanza di fondi”, ha proseguito la parlamentare dem.
Sottolineando “l’urgenza di intervenire in questo settore” in modo chiaro e organico, La Marca ha in ultimo ribadito che continuerà a battersi per una giusta riforma della rete dei consoli onorari nel mondo, “affinché il lavoro che i consoli onorari svolgono per garantire l’accessibilità dei servizi ai nostri connazionali all'estero, venga pienamente sostenuto e valorizzato con tutti i mezzi istituzionali a disposizione”.
“L’approvazione della legge che prevede l’esenzione dall’IMU per gli italiani all’estero proprietari di un’abitazione nei piccoli comuni italiani è un’altra importante conquista che conferma come il Partito Democratico sia non soltanto il principale difensore ma anche l’attore principale delle politiche a favore degli italiani nel mondo”. Così Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, a commento del primo via libera, approvato ieri alla Camera, alla proposta di legge a prima firma Riccardi che estende l’esenzione dell’Imu sulle prime case, non locate, possedute in Italia dagli iscritti Aire. Il testo introduce tre fasce di agevolazione in base alla rendita catastale degli immobili.
“Un risultato storico ottenuto grazie alla proposta di legge che con la prima firma del collega Toni Ricciardi abbiamo presentato alla Camera e che ora attende solo il “sì” del Senato”, aggiunge Porta.
“Il Pd – annota il parlamentare – non è così solo il partito delle grandi battaglie a difesa del diritto della cittadinanza degli italiani nel mondo e contro le assurde riforme del Ministero degli Esteri; siamo il partito dei risultati: dai fondi ottenuti nella scorsa legge di bilancio a favore dei Comites alla legge che trasferisce ai servizi consolari una parte della tassa sui passaporti, dalla possibilità di chiedere la carta di identità elettronica ai comuni italiani all’introduzione dello studio dell’emigrazione italiana nelle scuole”.
“Mentre il governo Meloni-Salvini-Tajani toglie la cittadinanza agli italiani all’estero e rende più distante e complesso il rapporto tra cittadini iscritti all’AIRE e la pubblica amministrazione, - conclude Porta – noi del Partito Democratico otteniamo risultati concreti e portiamo avanti con competenza e determinazione la battaglia parlamentare a difesa dei diritti degli italiani nel mondo”. (focus\aise)